martedì 16 maggio 2017

"Non è lecito dedurne ..."



È di grande interesse l’editoriale odierno del professor Ernesto Galli sul Corriere della sera. Ci illustra con dovizia come e dove il candidato all’Eliso Emmanuel Jean-Michel Frédéric Macron ha trovato milioni di euro per la sua campagna elettorale. Il movimento del presidente, è arrivato a mettere insieme e a spendere in un anno la non disprezzabile cifra di circa 15 milioni di euro. Scrive il professore citando come fonte un’inchiesta di Libération:

… oltre che a Bruxelles Macron può contare su banchieri che gli organizzano pranzi e cene in Inghilterra (ben sei visite) e a New York, dove dell’organizzazione dei suoi contatti s’incarica da par suo Christian Déseglise, uno dei direttori internazionali della Hsbc, che in termini di asset è la seconda azienda bancaria del pianeta.

Galli ci dice insomma come funziona una democrazia in una società di classe:

Non è lecito dedurne sic et simpliciter che allora la politica sarà al servizio dei «ricchi». Ma certo è arduo pensare che stando così le cose essa possa mai prendere decisioni che gli dispiacciano. O che possano arrivare al governo persone che non abbiano il loro consenso di massima.

Ernesto Galli è un maestro della litote.

*

Le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche tra il babbo e il figliolo, pubblicate oggi dal Fatto quotidiano, ci illustrano del pari come funziona una democrazia in una società di classe, e però non come in Francia, bensì come a Firenze in epoca medicea. La casata dei Medici gestiva, allora, il potere a Firenze in modo tale che oggi non sarebbe azzardato definirlo “mafioso”.

La figura di Lorenzo Medici, ad esempio, gode di una buona dose di mito così come tutta la sua casata. Suo nonno, Cosimo, che consolidò il potere della famiglia, acclamato dopo la morte come “padre della patria”, in realtà – per dirla con Volker Reinardth – fu piuttosto un padrino, nel significato odierno del termine. E Lorenzo non gli fu da meno come padrino (*), oltre all’accusa comprovata di condurre il Banco Medici ad un inesorabile declino e di fare un uso quantomeno disinvolto del denaro pubblico (sempre di banche si tratta in questo disgraziato paese).

(*) Volker Reinhardt, I Medici, potere e affari nella Firenze del Rinascimento, Carocci; Patrizia Salvadori, Rapporti personali, rapporti di potere nella corrispondenza di Lorenzo dei Medici, in Lorenzo il Magnifico e il suo tempo (a cura di G.C. Garfagnini), Olschki.

Raymond de Roover, nel suo Il Banco Medici, dalle origini al declino (1397-1494), scrive: “I risultati della presente indagine smentiscono la tesi di Max Weber, secondo cui lo spirito capitalistico è un prodotto della riforma calvinistica. I Medici sono anteriori di molti decenni alla Riforma, ma negare che erano capitalisti volti al conseguimento della ricchezza sarebbe far loro un’ingiustizia tutt’altro che lieve”.

9 commenti:

  1. Ecco, però Raymond de Roover faceva una confusione che Weber non faceva, ossia confondere spirito del capitalismo con capitalismo. Più avanti era arrivato, una trentina di anni prima, Amintore Fanfani (Cattolicesimo e protestantesimo nella formazione storica del capitalismo) il quale, proprio per il maggior interesse alla contiguità fra etica e confessione religiosa, aveva ben chiaro di dover puntare lo "spirito" nella sua polemica.

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    1. che cosa significa "confondere spirito del capitalismo con capitalismo". magari lo spieghi con parole semplici in modo che possa capire anch'io.

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    2. Mi sembra che tu mi faccia ostruzionismo. Si sta parlando delle idee espresse da Max Weber, il quale dedica un capitolo (I,2) a dare la definizione che tu richiedi.Nello stesso capitolo specifica che sta parlando del "capitalismo moderno", localizzato in Europa Occidentale e America. Riguardo alla specifica questione suscitata da de Roover, dice che un "capitalismo" (fra virgolette) è esistito in Cina, India, Babilonia, nel mondo antico e nel Medioevo(mio corsivo). Mancante però, a suo giudizio, di quel particolare ethos. Secondo me, de Roover poteva anche leggerselo, questo capitolo, prima di scrivere quelle cose.
      Per quanto mi riguarda, ho opinioni diverse da Weber. Ma è importante questo?

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    3. certo che è importante. se hai opinioni diverse da weber allora va bene
      infatti il capitalismo, come modo di produzione prevalente, non è mai esistito in Cina, India, Babilonia
      mi chiedo, per es., quale sia lo spirito religioso che determini oggi il successo dei cinesi

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    4. La sociologia, a mio modo di vedere, è una scienza quantitativa. Weber non fornisce dati, ma solo intuizioni qualitative. Tuttavia, penso che vada letto. Il mio ragionamento è: oggi un qualsiasi studente liceale sa molta più fisica di Galileo Galilei. Questo significa forse che lo studentello è un genio, e Galileo un ritardato mentale?

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    5. io weber l'ho letto. stasera è stato un tuffo nel passato. ho ripreso in mano l'edizione de l?etica protestante ... SAnsoni nuova bib. e vi ho trovato una data: 1977. la sua citazione è a p. 104, tra l'altro avevo sottolineato anche quella. come vede io i libri gli ho letti e li leggo. a prescindere, come direbbe Totò

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    6. Allora avrà certo notato che Marx non viene mai nominato, eccetto in una piccola nota dell'ultimo capitolo.

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    7. l'ho ltto giusto 40anni fa, non posso ricordare certi dettagli. l'ultimo capitolo va da p.259 a p.308 con decine di note stampate in un corpo troppo piccolo per i miei occhi.
      singolare che il più grande critico del capitalismo venga citato una sola volta e in nota. ma non deve meravigliare, funziona così la "scienza" borghese.

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  2. Per errore, sulla scia di altro commento su altro blog, credo di essere passato al lei e me ne scuso.

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