martedì 9 maggio 2017

Elezioni francesi e fantasmagoriche cavolate



Chi avrebbe potuto immaginare, 30 o 40 anni or sono, che la povertà di massa sarebbe ridiventata un tema sociale e politico di primo piano? Chi poteva pensare, sempre qualche decennio or sono, che la questione del lavoro, quale la disoccupazione stagnate e il precariato diffuso, il sistematico smantellamento delle tutele, i licenziamenti a capriccio del padrone, ridiventassero problemi brucianti? Chi avrebbe potuto credere che sarebbe tornata d’attualità l’emigrazione di centinaia di migliaia di giovani? Sarebbero parse incredibili, allora, vicende come quella dei cosiddetti “esodati”, lo scontro generazionale, artificiosamente alimentato, sul tema delle pensioni, eccetera. Che le banche fallissero in serie lasciando centinaia di migliaia di risparmiatori con un pugno di mosche in mano, e che insomma il potere economico-finanziario dettasse l’agenda politica nazionale, europea e mondiale. Questo scenario, qui riassunto molto parzialmente, non rientrava tra le ipotesi più probabili se si tornasse indietro anche solo di una generazione. Quali sono dunque i motivi essenziali, le cause principali, che hanno condotto a tutto ciò? Non solo politiche, di certo. E la prima risposta che viene in mente riguarda un termine ormai comune: globalizzazione.

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Sembra quasi, a dar retta ai gazzettieri di ogni colore, che prima dei nostri anni il processo di mondializzazione, di espansione, concentrazione e centralizzazione del capitale, ossia la formazione del monopolio multinazionale, non avesse luogo. È forse una novità, egregi sapientoni, che la grande industria ha creato il mercato mondiale che era stato preparato dalla scoperta dell'America? C’è bisogno, signor Scalfari, che lo scopra il Papa che la borghesia ha ricondotto a un puro rapporto di denaro tutti i rapporti sociali? Non è forse sotto gli occhi di tutti che l’accumulazione capitalistica ha la necessità vitale di rivoluzionare incessantemente gli strumenti e i rapporti di produzione, e dunque tutti i rapporti sociali?

Non è forse noto che non è la politica a determinare le sue scelte, ma le leggi dell’accumulazione alle quali la politica soggiace e da esse viene plasmata? Dovrebbe essere finalmente chiaro che questa metamorfosi strutturale ed irreversibile non è priva di conseguenze, tanto dal lato della mediazione degli interessi fra le varie fazioni della borghesia, quanto da quello della simulazione della sua pretesa autonomia formale che era condizione del suo rappresentarsi come portatrice di un interesse generale. E invece sulle elezioni presidenziali francesi, quale ultimissimo esempio di una meschina messinscena, si scrivono e dicono le più fantasmagoriche cavolate.

10 commenti:

  1. A proposito di preti di tutte le risme e false coscienze, Bergoglio pochi giorni fa ad un ragazzino che chiedeva spiegazioni sull'impotenza degli uomini politici di fronte agli "squilibri del mondo":

    《Non possono fare niente perché il mondo si è sistemato in un modo cattivo. Dio ha creato il mondo e ha messo al centro l'uomo e la donna e oggi il mondo va avanti con l'uomo e la donna, non al centro. Al centro oggi è il dio denaro, sono i soldi e non si può fare nulla perché sono gli affari.》

    Quando si dice "pensiero debole"...

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    1. a parte l'afflato del prete è tutto vero: il dio denaro è un dio concorrente se i templi in cui è adorato sono le banche e le borse

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    2. Concorrente per loro e tutti i falsi idoli che necessitano di smerciare, certo.
      Ma non ho potuto fare a meno di mettermi nei panni di quel ragazzino, e incazzarmi come una vipera per l'anestetizzazione che consegue ad una risposta truffaldina e impotente come quella. Altro che Ponzio Pilato!
      Da un Papa non ci si aspetta altro, chiaro. Ma è necessario oggi più che mai mostrare la differenza tra chi concepisce il denaro come qualcosa di trascendente (non solo retoricamente), e chi invece lo smaschera come "rapporto sociale", con tutto ciò che ne consegue.
      Soprattutto nei tempi in cui viene venduto ai disperati il santino del "Papa socialista".

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    3. Quando si dice "pensiero debole"...

      ;-))

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    4. Appezzando e stimando i suoi interventi e le sue riflessioni, gradirei capire a cosa si riferisce con "pensiero debole".
      O siamo diventati idealisti tutto d'un tratto, o almeno dovremmo concordare sul presupposto del denaro come rapporto sociale, e non come sciagura astorica che ci casca sulla testa.
      Sarà anche banale in queste zone, ma là fuori lo è molto meno.

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    5. non era ironia
      mi è sembrata, la sua, una buona battuta sarcastica

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    6. Chiedo venia, avevo frainteso.

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  2. Off Topic, leggo che l'ex presidente USA Obama a Milano ha dichiarato:
    "tutti dovranno lavorare meno e spalmare di più il lavoro".
    E però non dice come sia possibile lavorare meno a parità di salario a livello generalizzato stante i rapporti di forza attuali tra capitalisti da una parte e la massa di atomi separati salariati dall'altra.
    Per Obama su queste cose forse basta fare una legge e il sistema si adegua, un ottimista.
    Saluti,
    Carlo.

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  3. Mi piaci molto quando t'incazzi, molto meno quando t'offendi!

    Plinio il Vecchio

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