martedì 24 gennaio 2017

Si stanno impegnando


La Brexit, la vittoria di Trump, la sconfitta dei partiti di governo, rappresentano la rivolta contro quel Leviatano onnipossente che chiamiamo globalizzazione. In superficie, tali fenomeni evidenziano il robusto calo di autorevolezza politica e culturale che da lungo tempo caratterizza il declino occidentale. Più in profondità, si palesa l’illusorietà di politiche riformistiche che possano mutare di segno il capitalismo, il quale opera senza altro vincolo che il nudo interesse, concentrando l’immane ricchezza prodotta dal lavoro di miliardi di esseri umani in poche mani.

Di fronte al fallimento del liberismo dottrinario, la borghesia ha buon gioco nell’alimentare i movimenti di tipo nazionalistico e xenofobo, ossia di paventare il ritorno a modelli di gestione dell’economia e della finanza di altre epoche. Nella fase attuale tutto ciò è risibile e anzi pericolosissimo. La globalizzazione rappresenta un processo che potrà essere contrastato, rallentato, ma che infine s’imporrà inevitabilmente. Salvo che, per risolvere le contraddizioni del sistema, non si percorra la vecchia strada del conflitto armato generalizzato, partendo da una casuale controversia locale.


Questa opzione richiede però, anche se non necessariamente, un cambio del quadro politico e anche, in parte, delle alleanze. È cosa sulla quale molti paesi si stanno generosamente impegnando.

1 commento:

  1. "la globalizzazione si imporrà inevitabilmente."

    è un errore molto comune quello di ritenere inevitabile ciò che si ritiene auspicabile.

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