mercoledì 25 gennaio 2017

Breve storia di un furbacchione



L’altro giorno stavo vedendo un documentario, “Parigi – gli anni folli”, dove si raccontano gli anni ruggenti del primo dopoguerra (1919-1929) nella capitale francese. A vedere le immagini delle feste nei locali parigini, la festicciola rappresentata da Sorrentino nel suo film, sembra un raduno di zampognari (con tutto il rispetto per la categoria).

Nel recente conflitto la Francia aveva perduto 1,7 milioni di uomini, 4 milioni i feriti e gli invalidi. In quegli anni emigrarono in Francia circa tre milioni di italiani, polacchi, russi, eccetera (circa un quinto dei francesi ha una qualche ascendenza italiana). Si trattava però di persone che non avevano i mezzi per dedicarsi alle “follie”, alla joie de vivre. Furono soprattutto gli americani, gli statunitensi, a dedicarsi al plaisir de la vie, approdati a centinaia di migliaia anche per via del “proibizionismo” ma soprattutto forti del favorevolissimo cambio dollaro/franco (*). Non per nulla furoreggiava il jazz a Parigi, e altri ritmi alieni.



Il documentario accenna al fatto che i parigini, quelli che dovevano tirare la vita, non s’accorgevano quasi di tutto ciò, impegnati com’erano a guadagnarsi la sopravvivenza. Per avere un riscontro di quale fosse lo stato di miseria della gran parte della popolazione in Francia e in tutta l’Europa, non solo in quel dopoguerra, ma anche in quella che venne definita Belle époque, è di sicuro interesse leggere, per esempio, Céline. Non tanto il Viaggio che pare tutti abbiano letto, quanto Morte a credito, che pochi ammetteranno di non aver portato a termine. Ancor più pregnante, a tale riguardo, è un altro libro, pubblicato nel 1890 ma che resta valido per i decenni a seguire. Il suo titolo è eloquente: Fame, del premio Nobel Knut Hamsun.

A Parigi, in quel tempo, non soggiornavano solo Hemingway, Fitzgerald, o pittori come Picasso e Modigliani (la morte di costui – di cui ieri ricorreva l’anniversario – e di sua moglie è esemplare per quanto riguarda la vita grama). C’era anche un noto – allora – pittore di origine nipponica. Il filmato lo mostra, in varie riprese, a Parigi e sulla costa normanna, mentre se la spassa e ride come un matto, scherzando e ballando (pare avesse preso lezioni di danza da Isadora Duncan, ma potrebbe essere solo millanteria). Insomma, uno che non se la passava male, che con i suoi sguazzi guadagnò molti soldi e fu insignito dell’Ordine di Leopoldo e fatto cavaliere della Legion d’Onore. Cosa di cui tener conto, per quanto dirò dopo, riguarda il fatto che nel 1932 contribuì con un'opera al Pax Mundi, un grande libro in-folio prodotto dalla Società delle Nazioni con l'auspicio di una lunga pace mondiale. Questo artista nipponico, sposato tre volte (alla terza separazione fuggì in Sudamerica), ha un nome difficile da ricordare, per chi non è delle sue parti, ma una faccia da furbacchione che non si dimentica.

*

Ieri sera c’era in tv solo l’imbarazzo della scelta: in via straordinaria si parlava del sindaco di Roma, di cosa ha scritto Grillo nel suo blog, di come, nonostante tutto ciò che è accaduto e continua a succedere, ci sia gente che va da quele parti a sciare facendosi male e perciò mettendo a repentaglio la vita dei soccorritori, quindi di quanto la nevicata in Abruzzo sia stata un evento “eccezionale veramente” (testuale) e altre amenità del genere. Non mi restava che attingere al mio archivio di Rai Storia. Casualmente recuperavo un documentario sulla II^GM, prevalentemente incentrato sul conflitto in Oriente e nel Pacifico. Ad un certo punto si vede la flotta nipponica fare rotta sulle Midway, con immagini originali riprese a bordo di quelle navi. A un certo punto compare perfino un pittore, seduto davanti al suo cavalletto, che ritrae l’eroica squadra navale in navigazione. E chi era costui? Lo stesso pittore visto il giorno prima nel documentario Parigi – gli anni folli. Che si trattasse della stessa persona, nessun dubbio. È citato il suo nome che compare anche in didascalia.

E dunque si tratta di tale Tsuguharu Foujita (1886-1968), pittore mediocrissimo che non c'entra nulla con la cosiddetta "scuola di Parigi", posto che questa significhi qualcosa. Il birichino era figlio di un medico e generale dell'armata imperiale del Giappone, e ciò spiega il riguardo riservatogli nel 1942 sul naviglio nipponico e prima ancora quale pittore al seguito delle truppe di occupazione in Cina. Leggo da wikipedia che “La sua collaborazione al militarismo dell'epoca sarebbe stata all'origine di critiche durante il dopoguerra e della sua partenza per la Francia nel 1949”. Ciò nonostante, nel 1955 Foujita ottenne la cittadinanza francese e nel 1957 divenne ufficiale della Legione d'Onore. Nel 1959 si convertì al cattolicesimo “dopo una mistica illuminazione nell'Abbazia di Saint-Remi”. Insomma, un vero farabutto.


(*) Per quelli che oggi auspicano un ritorno alle monete nazionali sarà bene ricordare quanto successe negli anni 1920. I poveri pensionati inglesi s’imbarcavano per Amburgo laddove prendevano alloggio nei migliori alberghi. Era l’effetto della iperinflazione tedesca e del cambio con la sterlina (non c’era tempo di stampare la cartamoneta nei due lati, un kilo di burro costava diversi miliardi di marchi). I triestini, dal canto loro, passati dal’Austria all’Italia, videro i loro risparmi (e i loro salari), tradotti in lire, andare letteralmente in fumo.

12 commenti:

  1. (*) oggi in giro per il mondo è pieno di pensionati italiani che dicono che in Italia non si può più vivere. Lunga storia di furbacchioni.

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    1. perché furbacchioni? È gente che ha lavorato una vita e cerca di farsi bastare la pensione andando a vivere dove è meno caro, il clima è migliore e dove c'è meno rompimenti di scatole

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    2. Forse è meglio andare sul pratico.
      Un gruppo di pensionati da qualche anno affitta per i tre mesi invernali in un paese del Maghreb un intero albergo e si portano appresso il cuoco italiano. Il costo per un mese è di circa 1000€ cad. all inclusive, ma al netto del cardiologo e del barelliere se a qualche giovane ospite gli piglia il coccolone. Furbacchioni?
      Siamo alle solite: se porto fuori qualche milione di euro tutto bene, se mi voglio ritirare in pace per qualche tempo
      arriva il Tito Boeri di turno che vorrebbe impedirmi di spendere o di farmi accreditare gli spiccioli per scaldarmi le ossa. Mah...

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    3. andiamo sul pratico: il sistema previdenziale italiano non ha nulla a che fare con il lavoro.
      Difatti chi lavora oggi non avrà pensione domani, mentre chi porta i milioni fuori, sì. Previdenza asociale certo, ma previdenza.

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    4. Con pensioni da 400, 500 euro al mese - che saranno la media (alta) per chi in futuro ancora prenderà una pensione - in Italia al nord non si vive neanche facendo la fame. Al sud non lo so, forse sì tirando la cinghia a sangue. Per ora se ne vanno in grande maggioranza pensionati con buone pensioni. Ma diventerà un'emigrazione di massa, semplicemente per sopravvivere in qualche modo.

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    5. Grazie per la storia del pittore giapponese, che anch'io ho visto nel documentario e che in effetti incuriosiva anche me.

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  2. Lo sci estremo o fuori pista non è praticato unicamente sulle montagne abruzzesi, del resto non so quanto sia possibile limitare legalmente le intenzioni degli eventuali temerari sportivi,oltre le opportune segnalazioni di rito.
    Chi li pratica deve/dovrebbe necessariamente mettere in conto le sanzioni*(pesanti)che questi comportano insieme alla soddisfazione del proprio piacere e i costi di esercizio.
    In tempi dove buonsenso e profili etici per molti grandi e piccini sono ai minimi storici, vale la buona regola del portafoglio che se non ottiene risultati didattici immediati aiuta i bilanci comunali o statali.Gli USA per certi versi non mi hanno mai entusiasmato ma per una multa autostradale sono andato davanti al giudice per dover spiegare(se il poliziotto multante non conviene in giudizio tutto ok).
    *Credo che questo già avvenga in qualche regione.

    I servizi televisivi assolvono comunque una funzione importante, ci segnalano che in autunno normalmente piove,in alcuni casi oggi non estremi allaga, in inverno nevica soprattutto in montagna e da qualche parte anche gela e che d'estate fa caldo e spesso i vari torrenti e fiumi sono in secca mentre nelle fontane di Roma i turisti fanno il pediluvio e si consumano più acqua e gelati.

    I legislatori di Pechino hanno proposto di 'categorizzare' lo smog costante come una calamità meteorologica, un evento naturale, non una conseguenza dell’inquinamento industriale: sono già avanti.

    Il signor Tsuguharu Foujita è forse un'eccezione biasimevole per il contesto culturale e sociale giapponese, nel Bel Paese è pressochè un dilettante.

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    1. c'è un altro modo per dissuaderli: in caso d'incidente lasciarli dove sono fino a primavera

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  3. Lei pensa così perchè non conosce i costi sostenuti per il recupero della mummia del Similaun.

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  4. basta con le favole. Il sistema previdenziale italiano non ha nulla a che fare con il lavoro.

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