domenica 4 dicembre 2016

Facce di bronzo



L'affluenza alle urne sarà alta (non vi sono ancora dei dati), credo sul 60 per cento ma anche oltre. Trarre pronostici da questo fatto è solo un giochino. Renzi spera di vincere con il voto dell'estero, e questo la dice lunga sulla pasta d'uomo. Restiamo in attesa che, in piena notte, le solite facce di bronzo ci raccontino quanto il voto referendario abbia confermato le loro previsioni ed esternino i loro timori o la propria soddisfazione.

Intanto, nemmeno questa mattina Eugenio Scalfari rinuncia a spacciare la sua droga, come se il suo giornale non avesse avvelenato abbastanza in questi mesi. Arriva all’insulto aperto e gratuito contro Gustavo Zagrebelsky (“siamo stati buoni amici”), accusandolo, tra l’altro, di un «Io» alquanto esuberante e di essere “in pessima compagnia”. Evidentemente non rammenta che la costituzione vigente fu approvata con quasi il 90 per cento dei voti (458 favorevoli e solo 62 contrari), e dunque in compagnia c'erano quasi tutti.


Questa robaccia spaccia anche stamani l’ex fascista, poi monarchico al referendum del 1946, poi craxiano e sempre visceralmente anticomunista. Sempre con un piede in due scarpe, nella vita pubblica come in quella privata (fu bigamo per decenni: “la dura fatica della bigamia”). Evidentemente conta che dopo il referendum, per i servigi resi, nel nuovo senato gli venga dato il laticlavio. Qualunque epiteto rivolto a quest’individuo rischia di essere modesto.

4 commenti:

  1. "non rinuncia a spacciare la sua droga"

    I pushers contano sulla dipendenza.

    "’ex fascista, poi monarchico al referendum del 1946, poi craxiano e sempre visceralmente anticomunista."

    D'ora in poi nei suoi abituali commenti sulle pastorali scalfariane lo metta sempre in esergo.
    Bsta questo.

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