giovedì 10 novembre 2016

Per tutto il resto ci sono i talk televisivi



È stato quello americano un voto di rabbia, s’è detto e ripetuto in tutti gli idiomi e tra tante analisi di aspetti insignificanti. Naturalmente tale rabbia non è semplicemente il sintomo di crampi psicopolitici, bensì l’espressione di una condizione sociale, di classe, oggettiva. Una rabbia che non si misura con i modelli matematici, ignari delle mutazioni sociali in corso. Volendo buttarla sull’evenemenziale si potrebbe dire che l’algida signora Clinton ha perso quale erede del fallimento Obama, un presidente che ha tradito ogni promessa.

Non deve dunque sorprendere che infine a rilucere sia stato, non certo l’eloquio da dopolavoro ferroviario del signor Trump, ma un programma declinato in modo chiaro e forte, comprensibile da chiunque, di stampo simil-neokeynesiano: meno risorse per gli armamenti e più soldi per scuole, ospedali, infrastrutture.

Una ricetta semplice e più antica della “scoperta” dell’America, che punta a mettere in moto, almeno nelle intenzioni, il settore dell’edilizia e promuovere la produzione e i consumi interni. Sarebbe pertanto dimostrabile che dalla crisi si può uscire e che il capitalismo è suscettibile di riforma, e che anche un Trump engagée, fino a ieri lasciato al bordo della scena politica, ce la può fare!

Sennonché gli Usa non sarebbero ciò che sono se non fossero la prima potenza economica del pianeta, fatto che implica il mantenimento di una primazia strategica, tecnologica e militare. Chiusa parentesi.

*



Quell’astrazione concretissima e violenta che chiamiamo capitale ha un unico, esclusivo e assoluto scopo: la propria valorizzazione e riproduzione su scala allargata. La fase attuale, di crisi generale storica del modo di produzione capitalistico, riassume ed esalta tutte le contraddizioni immanenti al sistema: gigantismo nella composizione tecnica del capitale (sempre più lavoro morto in rapporto al lavoro vivo), caduta progressiva del saggio del profitto, crisi della forma valore, monopolio, concentrazione e centralizzazione dei capitali, finanziarizzazione dell’economia, aumento da un lato della disoccupazione e dall’altro dello sfruttamento, denatalità (*), aumento delle disuguaglianze sociali, crescenti appelli papali alla carità, aumento del debito pubblico, crisi sociale e politica, aumento della competizione e della lotta per le risorse e gli spazi economici, quindi tensioni internazionali, guerre locali e minacce di altre guerre mondiali.

Per tutto il resto basta seguire i talk televisivi: chiacchiere e tabacchiere di legno.


(*) Scrive tra l’altro Marx: “È questa una legge della popolazione peculiare del modo di produzione capitalistico, come di fatto ogni modo di produzione storico particolare ha le proprie leggi della popolazione particolari, storicamente valide. Una legge astratta della popolazione esiste soltanto per le piante e per gli animali nella misura in cui l’uomo non interviene portandovi la storia”.

7 commenti:

  1. Ineccepibile, come al solito.......aggiungerei una non irrilevante liaision parentale con giudii, che non guasta mai. Bonne soirée, Madame.

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  2. «Non deve dunque sorprendere che infine a rilucere sia stato, non certo l’eloquio da dopolavoro ferroviario del signor Trump, ma un programma declinato in modo chiaro e forte, comprensibile da chiunque, di stampo simil-neokeynesiano: meno risorse per gli armamenti e più soldi per scuole, ospedali, infrastrutture.»

    perdoni la mia poca perspicacia, ma di chi sarebbe questo programma?


    Marco

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    1. ma quando l’avrebbe detto, di preciso? cerco, cerco, ma non trovo.


      Marco

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    2. non ha forse detto che l'europa deve spendere di più per la sua difesa. e dunque, almeno da questo lato, vuole tagliare le spese militari, anche se poi le manterrà o le aumenterà nel complesso. e per quanto riguarda le infrastrutture ecc l'ha detto e ribadito durante il corso della campagna elettorale.

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  3. I dati delle elezioni a stelle e strisce in un semplice grafico: https://www.facebook.com/maurizio.peggio?fref=ts#

    Il 46,9% NON HA VOTATO!

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