lunedì 7 novembre 2016

Meglio prendersi cura di altro


Oggi, lunedì, la solita mazzetta di curricula di chi chiede lavoro. Tra i quali c’è anche quello di una diplomata Isef. Nel caso concreto un po’ come se un’infermiera cercasse lavoro in una carpenteria meccanica.

La vita è spesa nella ricerca affannosa di un lavoro che anche quando lo trovi è sempre più spesso basato sui ricatti: straordinari non pagati, turni notturni e domenicali obbligatori, ti chiamano quando vogliono, stai a casa quando lo decide il padrone. Dei costi sociali e umani di questo stato di cose non frega nulla a quelle merde riunite alla Leopolda.

C’è il referendum, la legge elettorale, il potere insomma. Sembra non vogliano accorgersi della bomba sociale. Hanno in mente la cagata dell’industria 4.0, che in realtà significa ancora una volta aumento dello sfruttamento e riduzione dei costi. Una società tecnologicamente sempre più evoluta che continua a far lavorare allo sfinimento i propri schiavi e crea milioni di disoccupati.

C’è il giornale che racconta la favola insulsa delle startup secondo cui in cambio dell’impegno totale e assoluto puoi diventare il nuovo genietto dell’informatica e vedere ripagati i tuoi sforzi come un novello Bill Gates. Un giornale pieno di debiti e che si sospetta abbia truccato per anni i propri bilanci.


Meglio prendersi cura di altro.

4 commenti:

  1. gli squilibri aiutano questa situazione catastrofica. perché gli squilibri garantiscono la possibilità di illudersi.
    L'illusione che si trovi lavoro mandando un cv.
    L'illusione che si possano tassare i ricchi.
    L'illusione di potersi dedicare ad altro.

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  2. non so voi dove vivete ma nel mio paese il figlio del farmacista fa il farmacista, il figlio del notaio fa il notaio, il figlio dell'operaio non fa nulla. I figli del principale imprenditore della zona giocano uno a tennis in giro per il mondo, l'altro è a Roma, eletto. Tutti i miei amici sono emigrati.
    Alla fine in Italia risultò che lavoravano solo i ricchi mentre gli operai, si sa, non hanno mai avuto voglia di fare un cazzo.

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    1. ti sei dimenticato i figli dei ragionieri, anche loro lavorano

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  3. In Italia lavorano egiziani,filippini,srilankesi,rumeni,albanesi,ucrainie ucraine.
    Nelle grandi città, Milano e Roma molte imprese edili hanno assunti solo questi stranieri,dipendenti e 'startup' e non solo. Muratori autoctoni pochi.
    Non ci sono solo attività siliconvallei.

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