sabato 22 ottobre 2016

Un codice bizantino



Secondo l’Inps, nel 2012 i pensionati erano 16.352.152, circa 75 mila in meno rispetto al 2011. I nuovi pensionati, nel 2013, erano 559.634, mentre i “cessati” 760.157. Nel 2014, i nuovi erano 541.982 e i “cessati” 675.860. Nel 2015 le nuove pensioni sono state 423.000. Non vi sono ancora dati disponibili per i “cessati”. Nei primi 9 mesi del 2016 le nuove pensioni liquidate dall'Inps sono state 311.299 con un calo del 26,5% rispetto allo stesso periodo del 2015. La tendenza è chiara, le nuove pensioni erogate negli ultimi cinque anni (2012-2016) si sono dimezzate e quelle cessate risultano grossomodo quasi il doppio delle nuove.

Interessanti anche i dati sul gettito contributivo: i dipendenti privati hanno versato nel 2015 contributi per 130.017 miliardi (59,79), quelli pubblici 54.921 (25,58), i lavoratori autonomi 19.466 (9.07).

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Prima di quanto si possa pensare ci troveremo di fronte ad una situazione sociale con decine di milioni d’individui che non avranno un lavoro o avranno un’occupazione precaria e sottopagata, e ad un numero elevatissimo di pensionati che stenteranno a sopravvivere. Ciò non potrà non avere conseguenze importanti sul piano dei consumi, e dunque dell'economia, oltre che su quello dei rapporti sociali.

La proposta, rivoluzionaria, è quella di dare ad ognuno un po’ di soldi perché non muoia d’inedia e continui ad illudersi. Qualsiasi altra ipotesi non rientra nella nostra programmazione.

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Sembra proprio che le vicende del XX secolo non abbiano insegnato nulla. Ricapitoliamo: due formazioni politiche apertamente reazionarie e antidemocratiche con a capo due truci ex caporali ottennero il potere assoluto grazie a leggi elettorali con meccanismi che garantivano ampi premi di maggioranza.

Secondo gli ultimi dati pare che 58 italiani su 100 non leggano un solo libro. Tullio De Mauro qualche anno addietro affermava, testuale, che l’80% degli italiani è praticamente analfabeta. Soggiungo che gran parte del rimanente 20% è costituito da gente che vive sfruttando, direttamente o indirettamente, tale situazione. E dunque a che pro dovremmo entrare nel merito dei sogni pornografici di chi ha fatto riscrivere un articolo della costituzione sostituendo quattro righe con 400 parole?

Quale possa essere l’esito referendario, sicuramente oltre il 95 per cento degli elettori non si sarà preso la briga di leggere di prima mano gli articoli riscritti, per quanto tale lettura, confermo, non servirebbe a smentire che si tratta di una riforma che mente a sé stessa. Quasi il cento per cento non avrà letto la nuova legge elettorale. Del resto, qualunque legge elettorale, per i non addetti, è un codice bizantino.


L’epoca nostra non tarderà a manifestarsi nella coscienza della classe dirigente così come in quella delle plebi come un periodo d’ignavia degli uni e degli altri.

5 commenti:

  1. Coltivazione intensa di ignoranza pro guerra:
    https://www.rt.com/op-edge/363769-uk-russia-fleet-warships/

    ciao, g

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  2. Tempo fa era usanza nelle scuole primarie la lettura della nostra Costituzione. Dubito che sia esiguo il numero di persone tra dirigenti e plebi che ne abbia letto una volta il testo.
    Del resto gli estensori dei nuovi articoli,come del resto delle leggi,
    esasperano il lessico tecnico per aumentarne l'incomprensibilità.

    Credo peraltro che il periodo di ignavia sia già manifesto ampiamente da anni,e galleggia in molti casi su di un deterioramento dell'educazione di base che si presenta trasversale.

    Nelle attuali considerazioni che leggo, suppongo che molte delle analisi si basino sugli attuali componenti delle rispettive classi, ma cosa succederà in un non tanto lontano futuro alle generazioni che affidano il proprio 'modesto' patrimonio di memoria al silicio delle macchine (e alla rete elettrica che le alimenta)?
    Non so se capiti solo a me e ai giovani che frequento, bravissimi
    nel tema specifico ma assolutamente carenti nel 'multitasking', tanto per usare un termine d'uso attuale.

    Internet?
    Il 90% dei fruitori della rete abbandona un contenuto testuale su Internet dopo la decima riga. Il 75% si limita al titolo e alla foto. Solo un lettore su cento arriva alla fine e si forma un’idea critica sul contenuto.Ciò nonostante, l’85% degli internauti è disposto ad esprimere un’opinione sul fatto in esame basata sul titolo, sulle poche righe lette e sul livello di diffusione della notizia. Questo senza approfondire l’affidabilità della fonte (a volte palesemente tarocca) e senza la minima cognizione teorica o pratica sull’argomento in discussione.

    Marx, e non solo, e compagnia filosofica tutta: iperuranici.

    Discorsi di vecchi.

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    1. lei scopre queste cose forse con ritardo. per quanto mi riguarda mi sono note da tempo. io scrivo per rompere la monotonia e per pochi lettori che conosco e che, come dicono loro, leggono "fino in fondo".
      pertanto, lei può lasciare tranquillamente perdere questi vecchi discorsi e dedicarsi completamente a quelli nuovi e nuovissimi. e, soprattutto, stia alla larga da Marx (che lei scambia per un "filosofo").

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  3. La ringrazio della risposta.
    Non scopro nulla,c'è poco da scoprire: ripropongo temi come è costume di altri affezionati lettori. Se annoio,o ridondante è un'altro discorso, uomo avvisato....
    Sicuramente Marx non è un filosofo, ma c'è anche una compagnia altra di filosofi se non erro. Non tutti hanno la sua capacità di tradurre il proprio pensiero nello scritto, è facile equivocare tra fantasmi.
    Non sia sempre tranchant e severo con i lettori che la seguono.

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    1. allora, per cortesia, usi un nickname, qualcosa che la identifichi. grazie

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