domenica 23 ottobre 2016

Attori



Non esistono più gli operai e i padroni. Non nel senso che non ci sono più gli operai e i padroni di un tempo, ma nel senso delle parole del presidente della Confindustria, riprese dal Sole 24ore, il quale li chiama: “attori di fabbrica”. A voler dire: siamo tutti nella stessa barca, anche se a remare sono sempre i soliti, solo che ora questi schiavi non li chiamano neppure più operai – termine che potrebbe rievocare un passato conflittuale – ma “attori”.

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Da qualche domenica, su Radiotre, verso le 9, Massimo Cacciari intrattiene gli ascoltatori, per un’oretta, con “lezioni” sul tema: “Il destino d’Europa”. Ho avuto modo di ascoltare la prima puntata e quella di oggi. Nella lezione odierna, Cacciari ha posto in rilievo il “suicidio” cui è andata incontro l’Europa nel Novecento, a causa, sostiene, delle rivalità tra le potenze europee, ognuna di esse tesa ad affermare la propria egemonia sulle altre. Partendo dalle guerre napoleoniche, per arrivare fino all’oggi, il professore non ha mai usato espressioni quali: “classi sociali” e “lotta di classe”, che forse un po’ c’entravano con l’argomento. Cacciari ha inoltre evitato di pronunciare termini come “borghesia” e “proletariato”, che pure un ruolo nelle vicende europee l’hanno pur avuto e non solo nel secolo scorso. Soprattutto ha posto cura nel non menzionare mai il “capitalismo”.





Ha però pronunciato, sia pure del tutto incidentalmente, anche il nome di Marx. Nel ricordare come i rivoluzionari francesi dopo il 1789 si richiamassero alla classicità e ne vestissero i panni, sostiene che ciò fu notato anche da Marx. Cacciari ricorda male: Marx, nel Diciotto Brumaio, si riferisce alla romanità risuscitata non nei toni d’ammirazione evocati da Cacciari, ma parla esplicitamente di “mostri antidiluviani” (*), e, in seguito, si riferisce ai personaggi di molti decenni dopo la grande rivoluzione, i quali scimmiottavano (la farsa) quelli “originali” del 1789 (la tragedia): « Hegel nota in un passo delle sue opere che tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si presentano per, così dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa. Caussidière invece di Danton, Louis Blanc invece di Robespierre, la Montagna del 1848-1851 invece della Montagna del 1793-1795, il nipote invece dello zio».


(*) «Al solo considerare queste evocazioni storiche di morti, si palesa tosto una spiccata differenza. Camille Desmoulins, Danton, Robespierre, Saint-Just, Napoleone, tanto gli eroi quanto i partiti e la massa della vecchia Rivoluzione francese adempirono, in costume romano e con frasi romane, il compito dei tempi loro, quello di liberare dalle catene e di instaurare la moderna società borghese. Gli uni spezzarono le terre feudali, e falciarono le teste feudali cresciute sopra di esse. L’altro creò nell’interno della Francia le condizioni per cui poté cominciare a svilupparsi la libera concorrenza, poté essere sfruttata la proprietà fondiaria suddivisa, e poté essere impiegata la forza produttiva industriale, della nazione liberata dalle sue catene; e al di là dei confini della Francia spazzò dappertutto le istituzioni feudali, nella misura in cui ciò era necessario per creare alla società borghese in Francia un ambiente corrispondente sul continente europeo. Una volta instaurata la nuova formazione sociale disparvero i mostri antidiluviani; e con essi disparve la romanità risuscitata: i Bruti, i Gracchi, i Publicola, i tribuni, i senatori e lo stesso Cesare».

2 commenti:

  1. Cara Olympe,
    sono con te ,quando affermi che i "salariati" non comprendono la "meccanica quantistica".
    Di sicuro però sono aiutati in questo da cattivi "maestri", che a questo punto (dopo quello che hai scritto, ovvero fatto notare) vien difficile comprendere se ci fanno o ci sono.
    In tutti i casi proprio ieri sera , leggevo un vecchio libro di Giorgio Galli,(in difesa del Comunismo)ove l'autore sosteneva che in fondo i Bolscevichi,(di per loro) non fecero granché nelle "due rivoluzioni),dato il "loro" (in fondo) esiguo numero, mentre gli affamati e i soldati, un gran bordello lo fecero.
    A Massimo Cacciari, altro non ci resta che augurargli di attendere.
    Chissà in cosa ci delizierà su radio 3 in quei giorni ?

    caino

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  2. «Siamo tutti nella stessa barca» temo Boccia sottintenda questo sul serio e se usa "attori di fabbrica" è per dare ai lavoratori l'illusione di vincere l'Oscar, o di avere almeno la nomination come Di Caprio. Non dirò per quale film e su quale barca la ebbe.

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