mercoledì 3 agosto 2016

La vera “mafia-capitale”




L’avvocato Virginia Elena Raggi viene sottoposta alla cura Marino. Non c’è giorno che non sia oggetto – diretto o indiretto – di linciaggio mediatico, alla testa del quale si è posto il solito quotidiano sedicente liberal-democratico fondato dal profeta Elia. Sappiamo bene di quale grossa colpa si sia resa responsabile la signora Raggi. È buffo vedere le arie di superiorità che si danno i pensatori del giornalismo (che mai usano il c+v).

La vera “mafia-capitale” (di cui l'altra è un sottoprodotto) è quella dei mandanti di tale linciaggio. In ciò, le classi che hanno sempre comandato il Paese non vogliono che possa sussistere alcuna sorta di mistero o d’illusione.

*

Chi altri potrebbe conoscere le fatiche e i piaceri
che abbiamo vissuto in quei luoghi in cui
 tutto è diventato così orribile?

Ciò posto, non credo che la nuova giunta capitolina riuscirà a risolvere uno solo dei gravi ed annosi problemi che affliggono la città. Tantomeno quello dei rifiuti. Potrà al massimo renderlo meno drammatico, ma già questa sarebbe impresa non da poco. Né ritengo che qualsiasi altra giunta riuscirebbe nell’impresa di rendere questa città più in linea con gli standard medi delle capitali europee. Quale scoperta ci si potrebbe ancora aspettare in questo campo? Sarebbe come pretendere di fare di Napoli una città normale. Impossibile.

Del resto i romani, come i napoletani, se non si tratta di squadre di calcio, in cuor loro non credono alle chiacchiere dell’ottimismo. Essi sanno bene – in generale, beninteso – di non essere disposti a concedere nulla quando sono in gioco le loro – chiamiamole così – comodità.




21 commenti:

  1. Lo squallore della politica borghese (elettoralismo compreso) fa a pugni con le decorazioni e le categorie linguistiche (biocentrismo, antropocentrismo) dottamente utilizzate dalla Raggi. Inutile sforzo retorico per salvaguardare l'esistente, per far finta di cambiare tutto affinchè nulla cambi ...

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  2. A Napoli e a Roma il partito NIMBY vince sempre a man bassa, senza bisogno di elezioni o referendum........

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  3. Cosa significa per lei...città normale?
    E quindi, quali sarebbero poi le città normali?
    Così, tanto per fare un paragone tra "normalità" e "anormalità".

    Un napoletano

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    1. lei non s'è mai mosso da napoli, vero? ad ogni modo per i dettagli chieda a Ciro Marfè e a Salvatore Esposito

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    2. il napoletano del commento di sopra non sono io, ma da napoletana giramondo, non accetto il suo commento alla cazzo di cane.Inutile tirare fuori Marfè et co., lei dovrebbe argomentare e, pure dettagliatamente, altrimenti non faccia questo tipo di paragone, scopiazzando " per sentito dire", come dice Erri De Luca, Napoli non è classificabile, non rientra in alcuna statistica, figuriamoci nel volerla etichettare come ha scritto. Con tutto il mio sdegno, le dedico una sonora ed allegra pernacchia alla Eduardo, o alla De Curtis.cordialità.

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    3. mia cara, non fosse per il rischio vesuvio verremmo a vivere tutti a Napoli. ricambio cordialità

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    4. la sua improbabile ironia, la qualifica come sciaquetta.Per la traduzione chieda a Malvino.

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    5. Malvino:

      Ora c’è da dire pure che io non credo sia possibile fare di Napoli una città vivibile senza raderla al suolo e ricostruirla daccapo, però facendola abitare da norvegesi. Nessun sindaco potrà far molto, anche volendo, poverino. Questa città ha la borghesia più vile e pusillanime d’Italia, che ha quella più vile e pusillanime d’Europa, e ha popolo che è fiero d’essere plebe, e non si salva niente, sicché il nuovo ha sempre il peso di un movimento di viscere. Chi o cosa può cambiare una città così?

      e più di recente:
      http://malvinodue.blogspot.it/2015/01/un-omaggio-allinnocenza.html

      anch'io come la signora citata nel post di Malvino ho abitato, sia pure per un breve periodo, a Napoli e proprio nel 1976. In seguito la città non è migliorata, anzi.

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    6. appunto le dicevo di chiedere a lui, che non è neanche napoletano, e sputa nel piatto dove mangia,Del resto lo fa spesso, anche nel suo passato da radicale.
      Le avevo chiesto in cosa consisteva per lei una città normale ed una non normale come Napoli, non fare un copia incolla del pensiero di un altro...ma vedo che questo è l'unico suo modo di scrivere sul blog, arraffa un po' dovunque.
      ma mi faccia il piacere...direbbe qualcuno davvero intelligente.

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  4. ma no, è semplicemente una questione di reddito. Vivere in una città "normale" ( nella quale si rispettano almeno le regole più appariscenti ) costa molto di più che vivere in una città alla "come viene viene" e se lo può permettere solo chi sta discretamente bene. Non a caso i ceti meno abbienti di solito stanno meglio nelle città alla "come viene viene". Se vivi a Milano e non hai soldi ti puoi solo ammazzare, se vivi ad Agrigento senza soldi puoi sempre fare il posteggiatore abusivo ed andare al mare ( spiaggia libera ). Oltre a molti altri vantaggi...

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  5. fuor di contesto!

    mi ha impressionato questa lettura, così tanto per dire..

    "In una delle note si legge: "10-12: Massaggio; 14: Pranzo con ufficiali SS; 15-19: Incontri politici; 20: Cena; 21: Altri incontri, uno per discutere notizie che ufficiali di polizia nostri alleati in Polonia si sono rifiutati di combattere; 21-22: Prima di andare a letto ordinata fucilazione per tutti e dieci gli ufficiali e invio delle loro famiglie in campo di concentramento - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Ritrovati-i-diari-di-Himmler-la-banalita-del-male-tra-massaggi-e-omicidi-di-massa-81855262-85e8-4326-8d1a-2032a83fe7e0.html

    caino

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  6. @ S.

    io sono siciliano ma non sopporto i siciliani che si credono diversi. No, non siamo diversi, siamo solo più poveri. E lo stesso vale per i napoletani. O per gli italiani nei confronti dei tedeschi.

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    1. chissacosera, le sfugge una piccola ma rilevante verità, i napoletani hanno un'identità ben consolidata, dalla lingua fino ad un modus di pensare/vivere da sempre, sin dai tempi di Pompei.I siciliani no.
      Poi ci sono alcuni personaggi ahimè, che si erigono a sommi sociologi e pontificano sui mali di Napoli, paragonandola o facendo similitudini con i romani, pazzesco, ecco questo non si può leggere ed accettare, per chi sente la propria appartenenza ad un Popolo, che si, è diverso, non è italiano e non vuole esserlo.Peoblemi suoi se sente un complesso di inferiorità rispetto ad una vecchia nordista o a dei crucchi, mi creda, molto più furbi del napoletani. buona giornata e, su con la vita, la depressione è curabile, perfino a Napoli.

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    2. Davanti alla maiuscola dell'espressione "appartenenza ad un Popolo", naufragó ogni speranza. Di qualsias tipo.

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    3. Marcos (o forse Marcoz) mi rendo conto che non ci " arrivi".
      Mi fa assai piacere che, ti naufragò ogni speranza.Come sai bene, tengo più al naufragare di esseri umani.Dunque, ben venga la dipartita della tua speranza (?) amen.
      Sempre S. (scusate faccio fatica a loggarmi da cell)

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    4. L'umanità tutta naufraga davanti ad ogni forma di superbia a buon mercato, compresa quella che fa delle radici e "dell'appartenenza" un motivo di cieco orgoglio. Di cosa, non è dato sapere.
      Auguri.

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    5. di cosa? per esempio, di aver arricchito l'Italia, visto che siamo stati depredati (Come da documenti dell' archivio storico del banco di Napoli) e già davanti a questo dovresti inchinarti, di qualunque feudo tu sia.
      Di avervi insegnato il sistema fognario e, non per ultimo avervi portato la scuola salernitana di medicina e chirurgia, di cui alcune pratiche sono ancora attuali. Poi parli tu, che insieme ai tuoi amici, del vostro presunto ebraismo ne fate un punto di forza e di rottura costante in ogni blog, compreso il mio.Che poi di religione mi frega una pippa.
      ma vai a cogliere i meloni, è tempo!
      Auguri invece a te che, non ti usano come discarica,sicuramente avrai più chance di me di vita.
      S.

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  7. Da non credersi, ora pure il Blut und Boden neoborbonico nell'Anno del Signore 2016...

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    1. da non crederci che, nel' anno del signore 2016, c'è ancora qualcuno, che continui a porre Napoli, come l'unica città che rappresenti il Male in assoluto...
      S.

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  8. almeno al nord il malcontento borghese ha seria espressione nella lega

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