venerdì 15 luglio 2016

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Non è ancora chiaro che la religione è solo un pretesto? All’inizio del XV secolo erano forse motivi religiosi quelli che spinsero i contadini tedeschi alla guerra? Certo che i motivi economici e sociali trasfiguravano in quelli religiosi, così come oggi ci troviamo a fronteggiare dei testimoni indomiti della propria fede, dato che la morte per loro non è altro che la “porta stretta” attraverso la quale accedere alla vita eterna (e relativi privilegi maschili).

E a proposito di Germania c’è da chiedersi come mai milioni di musulmani turchi e di altre etnie non provocano problemi di terrorismo. C’entra forse anche una questione sociale? Quale peso hanno la crisi economica, la marginalizzazione, le disuguaglianze sociali sempre più marcate e intollerabili? Soprattutto in Francia questo peso si fa sentire, eccome.

Quanto alle responsabilità dirette, i governi occidentali, soprattutto quello statunitense, inglese e francese, c’entrano nulla con l’odierna situazione mediorientale e nord africana? Sicuramente, per ciò che sappiamo, ma è molto anche ciò che non ci viene detto. Anzitutto sull’uso che è stato fatto del fanatismo religioso di sette religiose e integraliste, e com’è stato giocato nel quadro degli interessi geopolitici contrapposti. Anche da parte delle élite arabe.

Non ci rendiamo ancora ben conto di quale valore simbolico, strategico e pedagogico abbiano avuto gli attentati del 2001, quello alle Torri gemelle (potere finanziario), quello al Pentagono (potere militare) e quello (fallito) al Congresso (potere politico). Il fondamentalismo islamico riassume una storia lunga secoli, il miraggio della grande rivincita sull’Occidente che ha soggiogato e poi emarginato i paesi arabi e l’Islam, una suggestione in grado di produrre un consenso istintivo, non c’è dubbio. Senza dimenticare l’impatto che ha avuto il khomeinismo (la più grave sconfitta strategica subita dagli Usa, come ebbi a scrivere anni or sono), la cui azione etica e spirituale aveva come obiettivo dichiarato di opporsi al pericolo che la società iraniana venisse irrimediabilmente contagiata dalle “perversioni” occidentali.


Non si tratta dunque solo di una guerra nell’ambito dell’Islam, né solo di uno “scontro di civiltà”. Gli aspetti economici e geopolitici della contesa hanno un ruolo ben più decisivo nella nuova fase storica che si è aperta con la fine dei due blocchi. E ciò che sta accadendo nel Mar Cinese è ancor più inquietante.

11 commenti:

  1. A margine, mi sia consentito segnalare l'articolo di Alberto Negri da cui estraggo:
    «A cento anni di Sykes-Picot, l'accordo franco-britannico che spartì il Medio Oriente, a quasi 60 anni dalle avventure coloniali terminate nel sangue con la guerra d'Algeria, la Francia in realtà non è mai uscita dal Medio Oriente e dal Nordafrica come dimostrano anche le sue iniziative politiche e militari di cui quella più clamorosa, e che ci riguarda da vicino, è stata nel 2011 il bombardamento del raìs libico Muhammar Gheddafi.»

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  2. Forse i milioni di musulmani in Germania non provocano problemi di terrorismo perché l'impero coloniale tedesco ha avuto una estensione e una durata molto inferiore a quelli inglesi e francesi. Forse perché la maggioranza degli immigrati musulmani è di origine turca e la Turchia non è mai stata colonia tedesca. Anzi per tutta la prima guerra mondiale la Germania fu alleata della Turchia.

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  3. Ed infine hai fatto bene a sottolineare che nel Mar Cinese si è appena aperta una partita inquietante tra l'imperialismo cinese e quello Usa.
    Le ragioni sono ovvie : difesa di vecchi mercati, contro i "nuovi" per contendersi la collocazione delle merci prodotte.
    Questa è l'anarchia del sistema capitalistico imperialista, l'anarchia dei mercati.
    La rottura di equilibri che si stenta a ricomporre.
    Ma non l'aveva già detto qualcuno un po' di tempo fa ?

    caino

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  4. Ineccepibile come sempre, Madame, certo che ne hanno di colpe, gli imperi lasciano sempre scie di sangue dietro di sé, a volte per secoli, Roma docet e il divide et impera talora si rivolge contro, non vorrei dilungarmi, ma la divisione infame con cui è stata sventrata l'India, l'ex gioiello della corona, stretta da due morse infami come i 2 Pakistan e le conseguenti sanguinosissime guerre costate mln. di morti pesano come un macigno sulla ex reginsdafi è stato gestito in maniera ignobilmente irresponsabile che nemmeno il peggio dei peggi dei nostri capi di governo avrebbero mai fatto, alla faccia della 'nobile' diplomazia britannica e francese, e noi paghiamo, da bravi 'ioni' sempre servi di 2 o 3 padroni e comanda franza comanda spagna basta che se magna, ma ora non funziona più, Nizza è un'altra pietra tombale sulla pretesa di gestire il terrorismo di marca islamica come un incidente collaterale al processo di pacifica integrazione bla bla bla, è una guerra e in guerra si combatte, non si chiacchiera a vanvera.
    Caifa.

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  5. E a proposito di Germania c’è da chiedersi come mai milioni di musulmani turchi e di altre etnie non provocano problemi di terrorismo.

    la famosa "integrazione" ? Questa "araba fenice" che dopo molti anni nell' "exagon " adesso ( ma non si sa fino a quando :-) ) avrebbe "fatto nido" in germania ?
    ws

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    1. Per la maggior parte si detestano anche fra maghrebini,fra egiziani e maghrebini.Ammessa anche una sorta di integrazione, le differenze etniche e/o tribali restano.Un medico si integra più facilmente di un manovale al di là della differenza di stipendio.

      All'epoca della divisione fra India e Pakistan nel momento dell'incontro nelle stazioni tra convogli di indù e musulmani i massacri erano all'ordine del giorno.

      I turchi hanno avuto Ataturk e il voto alle donne negli anni '30.Qualcosa conterà, mentre l'inquadramento tedesco nulla somiglia 'all'accoglienza francese'. I turchi non sono gli algerini.

      Tutto ciò al di fuori delle considerazioni economiche più specifiche.

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  6. Ciao Olympe, se hai voglia dai un'occhiata a questo libro:

    https://www.amazon.it/Fourth-Industrial-Revolution-English-ebook/dp/B01AIT6SZ8/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1468611342&sr=8-1&keywords=the+fourth+industrial+revolution


    Il capitolo sugli effetti sul mondo del lavoro, descritti con cinismo da manuale, credo meriti una lettura.
    Per la serie, conosci il tuo nemico.

    Ciao

    Peperin

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  7. "...non può né saltare né togliere di mezzo con decreti le fasi naturali dello svolgimento."


    sostanzialmente penso che l'integralismo religioso islamico sia una via all' evoluzione capitalistica, tortuosa, contraddittoria e paradossale non meno di tutte le altre (europea, cinese ecc).

    è dal movimento mondiale del Capitale che si prende comunque ordini: nessuna situazione storica e sociale locale, per quanto estesa, prescinde da esso.

    è fin troppo evidente che nel mondo islamico sono presenti moltissimi elementi pre-capitalistici (cosa peraltro riscontrabile in qualsiasi provincialismo), ritengo comunque che esso non sia una reazione avversa alla globalizzazione ma un modo particolare di recepirla

    una modalità che si scontra con una condensazione storica che stenta a sorreggerla (grandeur del impero arabo, colonialismo, assenza di divisione fra stato e religione, quello che volete) e che quindi produce frizioni e attriti particolarmente violenti sia all' interno che all'esterno.

    l' ipotesi di base è che il processo sociale globale (che è qualcosa di più che quello esclusivamente economico) è "a premio" su quello locale, solo poi possiamo discutere sulla evidente difficoltà del mondo islamico (con altrettanto evidenti eccezioni) a conquistare posizioni nelle chart del capitalismo mondiale.

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