martedì 2 febbraio 2016

Fra cose


Il diritto sanziona solo ciò che esiste. Tuttavia, si può eccepire, l’omosessualità esisteva anche prima che agli omosessuali fossero riconosciuti certi loro diritti. Ed eccoci al punto decisivo: che cosa fa sì che il diritto sia tale oppure muti? Il diritto di per sé, si tratti pure dei diritti inalienabili della persona, non esiste se non come codificazione di determinati rapporti sociali.

La trasformazione di tali rapporti sociali, primi tra tutti quelli tra le classi, è la vera causa della modificazione del diritto, sia quello delle istituzioni civili, della proprietà, della famiglia, eccetera. Molla fondamentale di tali trasformazioni/modificazioni è lo sviluppo economico e sociale.

E dunque si vede subito che la questione degli omosessuali posta semplicemente ed esclusivamente sul piano dei diritti è posta male, nel senso che zoppica. È il difetto di ogni idealismo vecchio e nuovo. Ed è sciancata anche posta sul piano eminentemente “culturale”, come fa Cacciari: “ci vuole realismo storico. Ormai le unioni civili sono una cosa acquisita, culturalmente parlando”.

Simili questioni, come quella dei diritti dei lavoratori o dei neri dell’Alabama e tante altre, vanno poste anzitutto sul piano degli accennati rapporti sociali, e questi sul piano dello sviluppo dei rapporti di produzione. Senza un adeguato sviluppo di tali rapporti, hai voglia di fare progresso “culturale”. Per la stessa ragione Ernesto Galli si smarrisce in "elissi" e mi diventa reazionario, anzi, razzista.



A titolo d’esempio, l’affrancamento dalla schiavitù – così come la liberazione da altre forme di negazione della libertà – è il risultato dello sviluppo economico, cioè dello sviluppo di determinati rapporti di produzione. È tale sviluppo in un processo durato secoli che ha fatto delle libertà individuali quali le intendiamo un portato della coscienza, tanto più universale quanto più ampio e profondo è divenuto lo sviluppo economico.

E tuttavia l’uomo solo nell’apparenza è diventato libero individualmente e autonomo nella propria attività. Si tratta invero di una libertà e di un’autonomia che sono poste nella determinazione di una lunga catena dei rapporti sociali dominati dalla proprietà privata, dove anche il diritto del più forte è un diritto.

Infatti, il diritto del più forte continua a sopravvivere anche nello stato di diritto, nella libera democrazia borghese: chi compra forza-lavoro la consuma facendo lavorare il venditore della stessa. Ciò avviene secondo contratto, dunque in forza di un diritto, di un titolo legale del compratore di poter disporre del lavoratore, sia esso di carnagione bianca o di altro colore, qualunque sia la sua preferenza politica, il suo gusto estetico o sessuale. Dal punto di vista del compratore il processo lavorativo è un processo fra cose che gli appartengono, così come gli appartiene di conseguenza anche il prodotto di tale processo.


Il resto è conseguenza e non è il caso di ripetere.

1 commento:

  1. le cose, belle le cose, prendono vita, si fanno soggetti ma automatici, si prendono la vita

    forse hanno attratto a sè tutta la soggettività e hanno respinto la funzionalità verso noi

    skynet ha preso coscienza di sè

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