venerdì 8 gennaio 2016

Povertà statistica


Scriveva nel 2014 l’Istat in riferimento alla povertà in Italia:

Nel 2013, il 12,6% delle famiglie è in condizione di povertà relativa (per un totale di 3 milioni 230 mila) e il 7,9% lo è in termini assoluti (2 milioni 28 mila). Le persone in povertà relativa sono il 16,6% della popolazione (10 milioni 48 mila persone), quelle in povertà assoluta il 9,9% (6 milioni 20 mila).

Scriveva il mese scorso:

Nel 2014, 1 milione e 470 mila famiglie (5,7% di quelle residenti) è in condizione di povertà assoluta, per un totale di 4 milioni 102 mila persone (6,8% della popolazione residente).

Precisando:

Dopo due anni di aumento, l'incidenza della povertà assoluta si mantiene sostanzialmente stabile; considerando l'errore campionario, il calo rispetto al 2013 del numero di famiglie e di individui in condizioni di povertà assoluta (pari al 6,3% e al 7,3% rispettivamente), non è statisticamente significativo (ovvero non può essere considerato diverso da zero).

Eppure c’è una differenza tra il 2013 e il 2014 di 1.918.000 poveri assoluti in meno.

Nessun mistero, hanno cambiato semplicemente il “metro” per misurare la povertà:

Le stime diffuse in questo Report provengono dall'Indagine sulle spese delle famiglie che ha sostituito la precedente Indagine sui consumi. Le modifiche sostanziali introdotte hanno reso necessario ricostruire le serie storiche dei principali indicatori a partire dal 1997; i confronti temporali possono essere effettuati esclusivamente con i dati in serie storica allegati e non con quelli precedentemente pubblicati.

Per quanto riguarda la povertà relativa, si ha il seguente miracolo statistico


Nel 2013, il 12,6% delle famiglie è in condizione di povertà relativa (per un totale di 3 milioni 230 mila) e le persone in povertà relativa sono il 16,6% della popolazione (10 milioni 48 mila persone).


Come quella assoluta, la povertà relativa risulta stabile e coinvolge, nel 2014, il 10,3% delle famiglie e il 12,9% delle persone residenti, per un totale di 2 milioni 654 mila famiglie e 7 milioni 815 mila persone.

La povertà relativa da un anno all’altro decresce di 2.233.000 unità.


Ed ecco che con un colpo di statistica magica spariscono due milioni di poveri assoluti da un anno all’altro e oltre due milioni di poveri relativi. Naturalmente ci sarà chi troverà tutto ciò assolutamente ineccepibile, e dirà che il nuovo metodo di stima statistica basato sulla spesa sia decisamente preferibile a quello precedente basato sui consumi.

10 commenti:

  1. a proposito di "banane raddrizzate" dall' istat questa
    http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2016/01/08/conti-pubblici-istat-deficitpil-29-in-9-mesi-2015-_02cdd02f-7726-46f4-8b5a-a9e8f464b967.html

    e' appunto fresca fresca per i soliti " fresconi".

    Io personalmente di queste "frescacce" non mi curo piu' da tanto tempo ; mi domando solo quanto ancora questo continuo "rinfresco" di parole "rinfreschera' la mitica "gggente" .

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    1. sbaglio o non ci dicono di quanto siano crollati dal 2007?

      ti consiglio di usare un nome per i commenti perché quelli senza rischiano la spam

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  2. Vabbè poverini, bisogna capirli...una sonda si schiantò su Marte perché c'era chi passava dati in pollici e chi in metri da due stazioni di controllo...

    Caino

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  3. usano le statistiche così come gli ubriachi usano i lampioni: più per sostegno che per illuminare.

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    1. segnati l'originale allora:
      Some individuals use statistics as a drunk man uses lamp-posts — for support rather than for illumination. (Twain)

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    2. infatti mi chiedevo chi fosse il luminoso lampione

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