venerdì 11 dicembre 2015

Il sonno genera sogni


Con tutto il rispetto per la buonanima del signor Luigino D’angelo che ha deciso di suicidarsi per la nota sporca faccenda di Banca Etruria, rilevo che non s’era mai udito un clamore del genere per le decine e decine di operai licenziati e disperati che si sono suicidati negli ultimi decenni. I quali non rappresentavano un “caso umanitario” poiché non avevano scommesso su un interesse più alto per il proprio capitale, bastava loro trovare un padrone cui offrirsi come schiavi!

Ci sono milioni di poveri pinocchietti convinti che l'accesso a un relativo benessere e a un gruzzoletto da investire abbia obliterato la società di classe. Fino a quando la società di classe non presenta loro il conto. Un lettore ieri mi faceva notare che specie gli anziani stabiliscono un rapporto fiduciario con il personale delle banche. Cosa ben nota e che ha il suo lato di pregio. Tuttavia le monete, anche gli zecchini d’oro, di lati ne presentano due. Infatti, accade proprio quello che dicevo ieri: l’altro lato è rappresentato dalle favole che sono loro raccontate e credute.

Insisto nel dire che bisogna leggere bene la favola di Pinocchio per capire che cos’è successo al povero signor Luigino. Nella favola che cosa ha spinto il burattino a seppellire le sue monete d’oro? A togliere l’appetito a Pinocchio non era la preoccupazione per il suo capitale (che è sempre capitale di rischio), bensì il sogno sulla sua moltiplicazione così come gli era stato promesso. Con ciò, sia chiaro, non voglio sostenere che tutti i bancari sono dei farabutti. Fanno solo il proprio mestiere, così come l’ingegnere e l’operaio di una fabbrica di armi da guerra fanno il loro.




È il sogno del Mulino Bianco che ci fotte. Scrivevo il 24 novembre:

…. l’acquisto di asset delle banche stesse proposto agli ignari correntisti – cui magari far firmare un nuovo profilo di rischio – con il miraggio di offrire loro un pur magro interesse in tempi così grami d’inflazione. Infatti le fondazioni bancarie, con la nuova normativa, si stanno liberando dei propri asset di casa poiché in portafoglio non possono averne più del 33 per cento.

Ripeto oggi: a chi stanno vendendo quelle azioni e obbligazioni? Ai futuri potenziali truffati, certo. Scrivevo inoltre: I crediti inesigibili detenuti dalle banche italiane sono stimati in 200 miliardi, ma pare siano in realtà molti di più.

E allora chiedo: il Gatto e la Volpe, le banche e la politica, il sistema, in quali cazzo di tasche andranno a recuperarle quelle monete d’oro che sono state prestate e non sono più tornate?

Non serve leggere molti libri di economia, a volte bastano quelli delle favole. Salvo non farsi ingannare dalla Fata turchina: l’unico vero aspetto favolistico della vicenda di Pinocchio.

*

Andiamo a cose un po’ più sull’economia reale. Il colosso minerario globale Anglo-American (la famosa De Beers, quella dei diamanti, è una sua controllata) ha annunciato che licenzierà (scusino la crudezza del termine quelli che vivono nelle favole) 85.000 lavoratori in tutto il mondo (su 135mila), mettendo il 60 per cento del suo patrimonio in vendita e riducendo i suoi siti minerari da 55 a 20. Questo fatto assieme a tanti altri (dismissioni e fusioni) ha un significato univoco: la crisi dell'economia capitalista mondiale si sta dirigendo verso un nuovo punto di svolta, accoppiata con una crisi finanziaria ancora più devastante di quella scoppiata nel 2007-2008.

La causa immediata della decisione Anglo-American è il crollo dei prezzi di tutti i principali minerali industriali: ferro, carbone, rame, nichel e manganese, per citarne solo alcuni. Naturalmente in nessun luogo questa caduta dell’economia è più acutamente espressa che in Cina, il centro di produzione globale. All'inizio di questa settimana, i dati ufficiali hanno mostrato che le esportazioni cinesi sono rallentate sensibilmente nel mese di novembre a causa della caduta della domanda globale, mentre la valuta, il renminbi, ha registrato il suo livello più basso da quattro anni. Chiaro che se le autorità finanziarie cinesi dovessero allentare il sostegno alla propria moneta, il renminbi cadrebbe rapidamente a livelli ancora più bassi, con l’avvio di un'altra ondata deflazionistica globale.


Se la Cina soffre, gli altri non stanno meglio. Ad eccezione dell’Italia, laddove l’occupazione in tutte le sue varianti continua a crescere e per converso cala la disoccupazione. E i pinocchietti ci credono e soprattutto sognano.

11 commenti:

  1. Anche a me spiace per quel suicidio, ma questo post dice solo - e magnificamente - la verità.

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    1. può capitare a tutti di farsi fregare, perciò la regola n. 1 dell'investimento, da insegnare a memoria ai bimbi dell'asilo, è: diversificare. mettere tutti i propri risparmi in un unico asset è, di questi tempi, come giocarseli alla roulette su un solo numero.

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  2. in prima stesura il Pinocchio finiva dove l'impiccano.
    Così l'Italia, finita impiccata al proprio debito (non solo economico) - continua solo in aspetto favolistico. Ed ora abbiamo il miglior presidente del consiglio di sempre: testa di legno / cuore di stagno / burattino.

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    1. non aggiungo nulla, salvo che il burattino vorrebbe fare il burattinaio

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  3. Me li vedo proprio i vecchietti che diversificano gli investimenti obbligazionari… Riguardo agli operai suicidati, se non erro c’è stato per settimane e mesi un continuo tam tam di notizie di suicidi sui telegiornali di ogni rete e sui programmi di approfondimento vario: non mi pare questo il punto. Il capitalismo con le sue crisi travolge sia il proletariato sia la piccola e media borghesia che si ritrova dall’oggi al domani a dormire in auto (vedi cosa è accaduto negli U.S.A.), o gli imprenditori medi e piccoli che si uccidono in compagnia dei proletari e dei commercianti. Con questo voglio dire che anche il tono con cui si affrontano certi argomenti ha il suo peso. Pinocchietti si dice : “Ci sono milioni di poveri pinocchietti convinti che l'accesso a un relativo benessere e a un gruzzoletto da investire abbia obliterato la società di classe. Fino a quando la società di classe non presenta loro il conto”.Certo, gente che ha lavorato tutta una vita, magari rimettendoci le dita della mano (come sentivo raccontare ieri in una trasmissione televisiva) o la salute in generale. Quindi anche e soprattutto proletari. E non mi pare sensato pretendere dalla massa accortezza finanziaria, perché decenni di fase espansiva del capitalismo hanno drogato le menti anche di tanti dotti “marxisti”. Figurarsi della plebe. Gli esseri umani ambiscono naturalmente alla sicurezza e alla stabilità. La propaganda continua fatta dalle classi dominanti investe a cascata chi sta sotto. E “infierire” dall’alto della propria consapevolezza mi suona sgradevole. Ancor di più da chi ambisce a una società che superi il dramma della divisione in classi sociali. Semmai (per paradosso ma neanche troppo) sarebbe il caso di andarci giù pesantemente con i ritardi enormi nella costruzione di un’organizzazione politica che difenda gli interessi degli sfruttati. Ma è questione di stile naturalmente. E ognuno ha il suo. Per il resto non posso che concordare con la sostanza dell’articolo. Nella favola di Pinocchio c’è anche la figura di Geppetto che Pinocchio prova anche a capirlo e comprenderlo, dato che alla fine della fiera gli vuole bene e sa che nel lungo peiodo gli darà soddisfazioni. Anche se nell’immediato gli provoca solo tanti tormenti.

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    1. no, sulle decine di operai non c'è stato il clamore per questo caso, semmai, almeno all'inizio, c'è stato per gli imprenditori suicidi. poi è arrivato lo stop anche lì.
      Non infierisco su nessuno, tantomeno sulla vicenda penosa di quest'uomo. Spero di meritare più attenzione su ciò che effettivamente scrivo. A me, in queste vicende, la poesia non interessa.

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    2. Evidentemente vediamo programmi diversi. Di poesia non ho parlato, se si cita più volte Collodi poi si deve accettare un confronto anche sul quel piano. Per il resto la mia attenzione sul nocciolo di quello che scrive è massima e molto spesso l'accordo è totale.

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    3. si tratta solo di uno scambio di punti di vista, e anche quando replico apprezzo gli interventi come il tuo. ce ne fossero

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  4. E' ovvio che queste tragedie accadono perché ancora troppi hanno modo di mettere da parte i risparmi e - da pensionati - pure il tempo di pensare a come investirli. Vedrete che quando toccherà lavorare fino a settantacinque anni ed oltre, non ci sarà più tempo di dedicarsi a queste cose (per chi avrà la discutibile fortuna di avere il lavoro) o non ci sarà nessun fondo da investire (per quelli che non sono impiegabili neanche come schiavi).
    E poi ditemi se il capitalismo non è un sistema che si autocorregge: la mano invisibile finisce sempre in quel posto, in automatico.

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  5. Con tutto il rispetto per pensionati, truffati e, malauguratamente, suicidati, ho la sgradevole impressione che il racconto, il clamore appunto, delle loro disgrazie serva egregiamente a impedire che ci si chieda perché ben quattro banche, tutte legate a territori ricchi (le Marche, la Toscana, l'Emilia Romagna) siano morte male e prima di morire abbiano anche voluto intossicare i territori che le hanno fatte nascere. Quattro banche (da una lista di moribonde che ne comprende altre 11): in altri momenti sarebbe scoppiato il panico. Chissà se morendo il signor Luigino ha pensato che avrebbe fornito uno straordinario assist mediatico e comunicativo ai suoi torturatori.

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