giovedì 8 ottobre 2015

Rompere l’incantesimo


La funzione essenziale del sindacato dei lavoratori è di mediare nella compravendita di forza-lavoro. Tolta questa sua funzione, del sindacato non resta nulla, solo scartoffie e stipendi. Pertanto, come per ogni altro diritto e libertà che riguardi gli schiavi salariati, non serve cassare un bel nulla in Costituzione, basta una legge ordinaria che sancisca una nuova situazione di fatto. Il diritto sancito costituzionalmente rimane intonso, quello del “giusto” prezzo e pure quello dello sciopero, ma “regolati” dalla legge. Sappiamo chi fa le leggi.

Lo schiavo se la deve vedere direttamente col suo padrone, a tu per tu con i suoi ricatti, con la sua frusta. A fissare il prezzo della schiavitù pensa il governo, come durante il fascismo. E, del resto, il fascismo, in fondo, che cos’è stato? Non certo solo marcette e parole d’ordine. Il fascismo è una delle forme politiche di cui si veste la democrazia borghese al bisogno. Il fascismo è esistito anche in America, tanto per dire, durante gli anni Trenta (basta leggere Furore di Steinbeck) e anche dopo. Il fascismo è nelle cose prima ancora che nelle idee.

La democrazia è solo una maschera con la quale il potere economico dissimula la sua realtà. L’essenza di questa realtà, comunque ingentilita o inasprita secondo le circostanze, consiste nel dominio del capitale sul lavoro. Lo sfruttamento del lavoratore è il principio su cui ha retto fino ad oggi ogni sistema sociale. Oggi è arrivato il momento in cui anche la mediazione sindacale diventa d’intralcio per l’estorsione del plusvalore e la valorizzazione del capitale.

Non ci possiamo fare nulla col voto. È stato proprio il voto ad illudere di poter cambiare lo stato delle cose. Il potere, che dicono stia nell’urna, non lo controlliamo noi. Prescindendo da ogni altra considerazione, la continua modificazione delle leggi elettorali, serve proprio a questo. Bisogna essere proprio degli sciocchi per non avvedersene. Se il potere appartenesse al popolo non ci farebbero votare nemmeno per eleggere il sindaco e l’assessore alla cultura.


C’è un unico modo per rompere l’incantesimo, non credere più alle favole.

10 commenti:

  1. Dal primo turno escono fuori due personaggi a me sconosciuti (era un periodo piuttosto complicato della mia vita, sia detto a mia parziale discolpa) anche se il primo aveva già rivestito una importante carica pubblica. I solitamente ben informati e maliziosi negozianti della mia strada dicevano che il secondo, invece, era stato scelto perché il vertice del suo partito sapeva che in questa città non avrebbe vinto. Così, pur non avendo votato al primo turno, mi precipito a votare per il secondo, per non far passare la "nullità" sacrificata dal partito di governo. Di nessun peccato commesso nella mia esistenza ho provato mai più rimorso che per quel voto. Mai. E un voto fra alcune migliaia forse non avrebbe cambiato le cose, come penseranno molte di quelle migliaia di voti espressi per far passare un candidato al posto di un altro. Le cose sono andate come sono andate e la carriera del candidato è proseguita smagliante, ben al di là di qualsiasi legittimazione elettorale.
    Poniamo che nessuno di noi voti più: davvero senza la legittimazione elettorale questi se ne vanno?
    Saluti, Ale

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    1. quando un potere non è legittimato viene percepito come abusivo. l'europa e l'italia non sono gli usa o il sudamerica

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    2. Scusi se mi intrometto. Ma perchè negli USA (premesso che la stragrande maggioranza non andasse a votare) il potere politico NON verrebbe percepito come abusivo, a differenza dell'europa e dell'Italia come dice lei? Cos'è che non hanno che noi invece abbiamo, gli USA e il sudamerica?

      La saluto

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    3. sono storie diverse e la storia non è acqua
      ciao

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  2. cara Olympe, ti leggo sempre eh!
    comento poco perchè alla fine sono sempre d'accordo con te........

    credere alle favole è il vero problema dell'uomo. tutti noi viviamo di favole, a diversi livelli. certo che almeno liberarsi delle più "ovvie", aiuterebbe non poco!!! il problema è proprio che è di fronte all'ovvietà che ci raccontiamo le storie più assurde. Basta pensare al mito della competitività, la nuova religione dello schiavo... guarda come corro padroneeee... sono il più veloce di tutttttiiiiiiiiiiiiii

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  3. Molto bello nella sua spietata sintesi.
    Ma doverosamente "rotto l' incantesimo" ( cosa assai difficile) non restera' che la "lotta" , e stante che :
    1) salvo una nuova guerra mondiale intracapitalista non sara' possibile disporre di un qualche "esercito dei lavoratori "
    2) il semplice ribbellismo piu' o meno anarcoide e/o brigatista farebbe di nuovo più il gioco del " capitale" che quello del " lavoro"
    Si ridovra' considerare che sia "il voto" che " il sindacato" sono stati e tornerebbero ad essere ottimi strumenti di lotta .

    Perchè se siamo arrivati a questi ultimi farseschi " voti" e " sindacati" , il difetto non è stato negli "strumenti" ma nelle mediocri e/o false guide "sinistre" che quegli " strumenti" hanno vieppiù depotenziato per dabbenaggine e/o collusione con il padronato.

    PS ( e qui mi rivengono appunto in mente i ricchi " parterre" renziani e le camusso allegramente attovagliate a cernobbio )

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  4. Dico, probabilmente sbagliando, che col mio voto all'epoca insufflai un po' di vita in un mostro (absit iniuria verbis) il quale, curiosamente, si fece legittimare quella volta, poi ha smesso. Aggiungo anche che temo il fuoco amico: mentre si parla del 2020 per nuove elezioni (l'orizzonte è sempre più lontano) non vorrei che fossero proprio quelli che considero nel senso più nobile della parola come compagni a spingere per accettare la fine del voto (tanto, pazienza, è solo un truffaldino strumento della borghesia) e la morte del sindacato mentre i padroni sono vivi e vegeti (tanto, pazienza, il sindacato alla fine è soltanto un docile strumento del padronato). La ringrazio per lo stimolo alla riflessione
    Ale

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  5. basta aspettare! i sindacati gialli si stanno suicidando da soli, neanche un padrone vecchio stile come Squinzi ha voglia di concertare con la Camusso

    io sono piuttosto favorevole alla prevalenza dei contratti a livello aziendale: all' inizio sarà peggio, ci sarà ancora più sbandamento ma così si apre la possibilità di realtà sindacali più adeguate e rilevanti, non vedo altro modo

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  6. Il diritto sindacale avrebbe bisogno di una riforma, tra le più urgenti a livello nazionale. La triplice ha siglato dei protocolli d'intesa che penalizzano i sindacati "piccoli", che potrebbero realmente tutelare i lavoratori in molti casi, a loro vantaggio. Per cui se non si è firmatari di CCNL o non si ha un congruo numero di iscritti non ci si può neanche sedere ai tavoli delle trattative.

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