sabato 24 ottobre 2015

99,9984% di probabilità che continueremo da soli


Strano che le prime pagine dei giornali non ne parlino, non ancora almeno, ossia non dedichino articoli rassicuranti e titoli allarmistici all’asteroide 2015 TB145 che passerà il 31 ottobre ad una distanza minima di soli 480mila chilometri, ossia a una distanza a 1,3 volte quella tra la Terra e la Luna.

Si tratta di un proiettile tra 280 e 620 metri di diametro, ad ogni modo un sassolino rispetto a quello che provocò il cratere di Chicxulub. Questo TB 145 è stato scoperto solo il 10 ottobre, e come spiega Paolo Attivissimo, «se questo asteroide fosse stato in rotta di collisione, con un preavviso così modesto non avremmo avuto nessun modo di deviarlo o distruggerlo». Anche perché viaggia a una velocità insolitamente molto elevata anche per questo genere di oggetti: 35 chilometri al secondo.



Il Minor Planet Center ha classificato 2015 TB145 come "asteroide potenzialmente pericoloso". In realtà quel “potenzialmente”, riferito alla Scala di Torino (da 1 a 10), ha un numero molto piccolo, cioè 1. Per la minaccia seria il numero della scala è da 5 a 7 e per la collisione certa da 8 a 10. Perciò tranquilli, non faremo la fine che ci meriteremmo, non almeno nel prossimo week-end. C’è anche chi pensa che date le peculiarità dell’orbita (molto ellittica) e l’elevata velocità, si tratti in realtà di una cometa. Un po’ in anticipo rispetto al Natale.

Per avere un raffronto, si pensi che l’ormai mitico asteroide 2013 TV135 (sempre 1 sulla Scala di Torino), quello che passerà il 26 agosto del 2032, ha un diametro di circa 400 metri e la distanza minima tra la sua orbita e quella della Terra sarà di 1,7 milioni di chilometri, con una probabilità di collisione di 1 a 63.000. Ciò vuol dire che vi sono attualmente 99,9984% di probabilità che continueremo a distruggere il nostro pianeta per nostro conto.


Tutto ciò per riportare un’altra notizia che altrimenti vi sarebbe sfuggita o alla quale non avreste dato alcun peso. E cioè che vi è una possibilità su 26.238 che vi sia un altro crollo delle Borse paragonabile a quanto avvenne nel famigerato “lunedì nero” del 19 ottobre 1987. Questo è quanto sostiene uno studio dell’Institutional Investors and Stock Market Volatility, pubblicato dal Mit di Boston. E però qui non siamo più nell’ambito della scienza ma della ciarlataneria pura derivata dal solito modello matematico costruito sul nulla.

2 commenti:

  1. I modelli matematici di per se'funzionano.
    Solo che (piccolo particolare),sovente contengono dei parametri "che inseiti nelle formule,danno risultati molto ,ma molto diversi.
    Come se,due che dialogano,luno intendesse i risultati in metri,l'altro in pollici.
    Infatti gli economisti borghesi,danno i numeri.
    Masse di fedeli,si applicano alla divinizzazione della numerologia,e il numero perfetto risulta sempre il tre.
    Il geometricamente parlando,da ogni parte si guardi un triangolo,finisce sempre che uno dei vertici ,finisca sempre in quel posto,per i soliti,metrr fior di politici ci raccontano di angoli piatti.
    Potenza della geometria non euclidea.

    Caino

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  2. Mi fa venire in mente il giovane della piccola borghesia proletarizzata di "Fiorirà l'aspidistra" di George Orwell. Talmente sfinito e schifato da un sistema (siamo nell'Inghilterra classista e oligarchica degli anni 30) che lo tiene inchiodato nella penuria ad un lavoro odioso e pagato nulla, da arrivare a sperare in una guerra mondiale come unica via d'uscita dal vicolo cieco. Guerra che stava per arrivare, nel 1939. Chissà quanta gente, nella realtà, provava gli stessi sentimenti di quel personaggio.

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