venerdì 25 settembre 2015

Solo nuove povertà


Il governo attuale, non diversamente dai precedenti, vara e varerà misure economiche atte a creare nuovi poveri. Si tratta di un’opinione? No, si tratta di situazioni di fatto e di dati ufficiali. La povertà in Italia (ma anche nel mondo) invece di diminuire aumenta. Se si pensa al livello di ricchezza raggiunto nelle nostre società e al livello di capacità produttiva tutto ciò appare paradossale. Ma, appunto, è solo un paradosso apparente, poiché la causa, ben conosciuta, tuttavia non può essere né rimossa e nemmeno evocata.

La capacità produttiva delle nostre società è davvero straordinaria e così la quantità e varietà delle merci prodotte, e però si continua a chiedere agli operai e ai lavoratori in genere di essere ancor più produttivi e di lavorare più a lungo. Non più 35 anni, non solo 40 (base di calcolo per la pensione), ma 43 e oltre. A gratis. E ciò a fronte di un tasso di disoccupazione generale a due cifre, e di una disoccupazione giovanile reale del 30-50 per cento (a seconda delle aree). Questo sistema economico è una gabbia per matti (mi guardo bene dal chiamarlo capitalismo).




Un esempio di come si esplica questo genere di lucidissima pazzia. Sappiamo che vi saranno sempre meno posti di lavoro per i noti motivi, e tuttavia si tende a elevare sempre di più, peraltro con un meccanismo che non tiene in alcun conto delle tipologie di lavoro, l’età per accedere alla pensione. E ciò provoca ovviamente una strozzatura per i giovani che vorrebbero un posto di lavoro. Ciò aggrava, inoltre, la questione dei consumi interni, poiché i giovani disoccupati o precari hanno meno reddito. Allora la grande pensata: diamo la possibilità a chi ha meno di 43 anni di contributi e non ha raggiunto l’età stabilità per la pensione (Monti-Fornero ma decisa in altre sedi) di andarsene con qualche anno d’anticipo. Decurtando le pensione del 10 o 15 per cento secco e poi con altri meccanismi di calcolo già operativi il taglio diverrà ancora più cospicuo.


Il risultato è che si creano nuovi poveri poiché è ben noto quali sono le pensioni medie, e cioè, ben che vada, attorno ai mille euro. A questo si aggiungono i sempre più ampi tagli delle prestazioni sociali, a cominciare da sanità e assistenza. Ciò che più in generale si vuole creare è un livellamento di massa dei redditi verso il basso, tendenzialmente a un minimo vitale, di mera sopravvivenza. Questa non è un’ipotesi, ma uno degli elementi portanti delle politiche economiche di questi anni. Tale obiettivo sarà raggiunto in pieno non appena si sarà approntato un meccanismo di sostegno al reddito per i disoccupati, calcolato sulla base della differenza tra reddito posseduto e soglia di povertà, e le nuove pensioni calcolate solo sulla base del contributivo (e relative penalizzazioni).

3 commenti:

  1. ..e intanto gli investimenti nei settori produttivi latitano, quindi è sempre crisi nera che non potrà che essere ancora più buia.
    keynesismo di pace e liberismo saranno necessariamente politiche fallimentari fino a che la distruzione di capitale non sarà sufficientemente ampia.

    guerra a parte, che si inventeranno?...

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  2. francesco santo subito:

    speaker repubblicano piange e si dimette

    Bersani ne chiede un intervento in parlamento per far piangere renzi.

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