sabato 5 settembre 2015

L'opzione


Era il settembre del 2008 quando scoppiava il pentolone dei derivati e falliva la Lehman Brothers annunciando debiti bancari per 613 miliardi di dollari e debiti obbligazionari per 155 miliardi. Sette anni dopo le cose non sono cambiate, nonostante l’ubriacatura di parole e dati sulla “ripresa” e l’uscita dalla crisi.

La crisi è diventata un soggetto di preoccupazione ufficiale e permanente e porta i più creduli a non dubitare della possibilità di poterla superare prima o poi, annegandola in biglietti di banca. Tra questi creduli vi sono anche molti dei più ragguardevoli intenditori della grande truffa, cioè i padroni del mondo. Confondono questo fallimento, cui essi partecipano tanto attivamente, con le farneticazioni dei capi delle banche centrali, degli economisti e perfino con ciò che viene raccontato nei loro giornali. In tal modo viene alterato il senso delle coscienze contemporanee, non solo quelle degli schiavi ma anche quelle dei padroni.



Questa non è una crisi di ciclo come le altre, e ne sappiamo i motivi. È la crisi finale del capitalismo. Il che non significa che il capitalismo è morto. Il capitalismo non è ancora superato in nessun luogo, tuttavia è fallito e sopravvivrà ancora chissà per quanto tempo, grazie soprattutto alle banche centrali e alla barbarie in progressione.

Possono rinviare nel tempo il grande botto finanziario, cui ne seguirà immancabilmente un altro,  ma tutto ciò non potrà durare all’infinito. Hanno una sola possibilità per guadagnare ancora più tempo, illudersi con un altro giro di valzer sul ponte della nave che affonda: la guerra. Non hanno bisogno semplicemente di un’altra carneficina moderna con alcune decine di milioni di morti, questa volta è diverso: c’è bisogno dell’apocalisse.


Per gli scettici non c’è null’altro da dire. Per quanto ci riguarda, invece, sappiamo che quella dell’apocalisse è un’opzione in certi ambienti valutata attentamente sia nel complesso che nel dettaglio, cioè espressa in milioni e in chilotoni.

12 commenti:

  1. illudersi con un altro giro di valzer sul ponte della nave che affonda: la guerra.

    lo hanno già fatto due volte e ( dal loro punto di vista) ha funzionato, quindi lo faranno ancora quando riterranno che tutte le altre " strade" ( finanziarizzazione , caos sociale , "rivoluzioni" ect ) non stanno funzionando.
    Daltronde avendo essi molto da perdere e' per loro una decisione da calcolare bene , ma e' indubbio che qualora non vedano più alternative ricorreranno alla guerra senza alcuna remora a trascinare l' intero mondo con se .

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  2. Stamane, si è alzato male?

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  3. Non sono informato al proposito, ma sarebbe interessante (preoccupante) sapere se c'è un aumento della domanda di bunker anti-atomici (anche se queste cose le fanno in segreto, i "generali": ricordi quel "buco" in Costa Smeralda chez Berlusconi?).

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  4. Paul Craig Roberts, ex reaganiano convertito e schifato, parla di guerra. Bagnai, che tutti sappiamo chi è, parla di guerra. Olympe parla di guerra. I miei colleghi, invece, parlano di calcio, delle mogli e dell'ultima mangiata al ristorante. Quanti chilotoni ci vorranno per svegliarli?

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  5. "In tal modo viene alterato il senso delle coscienze contemporanee, non solo quelle degli schiavi ma anche quelle dei padroni."

    in questa frase, come in altre dal medesimo significato, c'è da riflettere finchè campo

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  6. Nel dettaglio questo:

    http://www.pandoratv.it/?p=3546

    e questo:

    Lo scudo antimissile degli USA in Europa: un pericolo per il mondo intero
    http://www.pandoratv.it/?p=3659

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  7. Eh, sì, il fatto è che, anche quando ci si alza bene, tutto quello che viene dopo metterebbe voglia di tornare a letto.

    La volontà di continuare sulla strada del dominio e dello scontro, mi pare ben leggibile anche di fronte all'ultima iniziativa diplomatica di putin.
    Putin ha telefonato ad obama propononedo un intervento congiunto in siria per fermare la guerra dando la disponibilità dell'esercito russo a scendere in campo, insieme alle forze occidentali.
    Proposta caduta nel vuoto perchè nessuno (nemmeno - per ora? - la merkel) vuole risolvere veramente il problema dei migranti siriani alla radice.
    Più utile usarli e far finire la guerra solamente a patto di avere il dominio sulla siria, con tutto quello che ne consegue su scala globale*. Del resto per questo l'hanno cominciata, e finirebbe domani se tagliassero i finanziamenti, l'appoggio militare e mediatico.g
    Tanto per ricordarsi della libia:
    Fulvio Grimaldi: “Maledetta Primavera”.
    http://www.pandoratv.it/?p=3949

    *Alcuni tra questi: gestione del petrolio usato ormai anche come strumento di guerra finanziaria,ulteriore messa in difficoltà di un sistema sociale in europa sotto l'onda migratoria, indebolimento della russia tramite la sconfitta di un suo alleato, e l'isolamento dell'unica base navale militare russa nel mediterraneo, alzando di un gradino una evidente strategia di accerchiamento militare e di attacco economico.



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  8. Hanno coinvolto anche Paperon De Paperoni in questo teatrino. Almeno una volta era un riccone e basta, ora è un riccone che dà anche lezioni di economia. E' proprio vero che il legno verde è più facile da piegare... Saluti

    http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/libri/2015/09/07/topolino-lezioni-economia-con-paperone_6ee87410-036d-468a-9797-0a1c61c74703.html

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  9. Buona sera Olympe
    è la prima volta che rispondo a un suo post nonostante la legga già da qualche tempo.
    Mi permetto di disquisire con lei sul termine “fallimento” con il quale descrive il capitalismo, considerando che per lei questa non sarebbe una crisi come tante altre ma addirittura…la finale! Però non chiarisce quali sono gli elementi sostanziali che l’hanno portata a questa conclusione.
    Per chi le manovra, queste non sono crisi (nel significato del termine percepito dal popolo), ma sono manovre economiche come quelle militari; manovre studiate a tavolino e che spesso si ripetono nel tempo (oggi per esempio stanno utilizzando in Europa il Quantitive Easing, utilizzato prima negli USA, cioè l'immissione di liquidità nei mercati…oggi sono i mercati finanziari a guidare l'economia reale e non viceversa come un tempo) e che a volte hanno risultati differenti dalle aspettative per mille fattori esterni che influiscono ma che, con le opportune contro-manovre, vengono aggirati e così via. Se il cuore del Capitalismo è il profitto, come faccio a considerarlo fallito quando i profitti salgono per gli sfruttatori? E le garantisco che i profitti salgono senza sosta, per esempio anche in Cina, che adesso svaluta la propria moneta ma registra ogni anno profitti con una crescita del 7%, tanto per farle un esempio.
    In tutto questo ci sta il popolo che soffre, che sacrifica la propria vita e che muore vergognosamente...ma questo non è un fallimento per il capitalismo, fa parte dei "sacrifici" che l'umanità deve fare per raggiungere quel benessere generale che, mentendo, promettono a tutti e invece è riservata solo a quel manipolo di farabutti. Il momento del collasso non avverrà per recessioni economiche o per bolle finanziarie. La scoperta del “gas sharing” che ha reso indipendente l'America del nord energeticamente, ha dato una svolta alla storia e questo sta avendo ripercussioni geopolitiche in tutto il resto del mondo che ancora lotta per le risorse energetiche, per darle un altro esempio concreto. Il senso del mio non essere d'accordo, risiede proprio nel significato della parola "fallimento. Il Capitalismo può essere distrutto se colpito al cuore e cioè nei profitti. Questo potrebbe accadere se il popolo decidesse di espropriare i mezzi di produzione, distruggere l'apparato statale esistente e transitasse verso il comunismo, con un sistema economico e politico che permetta di tornare al denaro quale mero strumento di scambio qualora lo scambio delle merci sia di difficile valutazione e dove venga bandito l'accumulo del denaro non utilizzato. Una transizione che porti poi il denaro ad essere un mezzo obsoleto e abbandonato in un sistema comunista. Una transizione lunghissima e difficilissima, come è stata lunga la privatizzazione (ma poi neanche tanto). Non è possibile vedere o pre-vedere il fallimento di un sistema economico e di un ideologia dalle bolle speculative finanziarie. Da quando si fa critica al capitalismo, questo è fallito o in procinto di esserlo, ma nella realtà continua a dominare …quindi la lascio e la saluto con questa domanda: da quali elementi concreti deduce che il capitalismo sia effettivamente fallito e non si trovi invece nel bel mezzo di un cambiamento degli equilibri dei poteri, come ciclicamente avviene ed è avvenuto in passato?

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    1. Cara Ivana,
      In questi giorni non sto bene e ciò mi comporta un’estrema difficoltà nello scrivere. Ad ogni modo le segnalo dei link:

      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2015/07/limone-e-liquirizia.html

      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/04/divagazioni-del-lunedi-ideologi-tempo.html

      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/05/il-carattere-storico-e-transitorio.html

      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2015/03/il-futuro-di-questa-rivoluzione-e-gia.html

      e poi in numerosissimi altri. Dopo averli letti, mi faccia sapere se ha ancora motivi di disaccordo. In tal caso, appena potrò, le risponderò. grazie

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