venerdì 28 agosto 2015

Dove tutto è subordinato


Ogni giorno la cronaca ci racconta di nuove violenze e altre centinaia di cadaveri alla deriva nel Mediterraneo, per non dire del macabro ritrovamento in Austria. Senza cibo e acqua, stipati in condizioni sanitarie intollerabili; famiglie con bambini piccoli costrette ad attraversare centinaia di chilometri a piedi e poi in mare; polizia con i manganelli e gas lacrimogeni contro dei migranti inermi; barriere di filo spinato e misure di sicurezza per respingere migranti e profughi con la forza.

Questa la realtà. Chi ha creato e continua a mantenere le situazioni che causano questo esodo non sta muovendo un dito per rimuoverle o almeno mitigarle. Ragioni di dominio sopravanzano le più elementari ragioni umanitarie. Ad accollarsi questa tragedia è l’Europa, colpevole direttamente solo in parte. Sotto accusa i trafficanti di esseri umani, come se anch’essi non fossero il prodotto di quelle stesse situazioni di guerra e di miseria che portano questi disperati a rischiare la vita. Quindi la disputa sui confini e la distribuzione dei rifugiati pro quota, con la Germania che sceglie di tenersi i siriani e agli altri lasciare gli “scarti”.



Vero è che si dà spazio ai neonazisti, che com’è noto a tutti sono infiltrati dai servizi segreti, ma in Germania sono in atto massicce iniziative di solidarietà da parte dei cittadini, come per esempio ad Amburgo dove sono state raccolte tonnellate di aiuti e allestito un centro di assistenza per 1.100 profughi siriani ed eritrei. Per contro non c'è stato alcun sostegno popolare per le guerre imperialiste in Iraq, Afghanistan, Libia e Siria, che hanno distrutto intere società e che sono la causa principale della ondata di profughi.

La crisi dei migranti e dei rifugiati è la più drammatica espressione della crisi di un sistema sociale che non è più compatibile con le esigenze più elementari della stragrande maggioranza dell'umanità. La subordinazione di ogni aspetto della vita economica a vantaggio dell'oligarchia finanziaria è incompatibile con le esigenze di una società globale che comprende oltre sette miliardi di persone dipendenti l'una dall'altra economicamente.

Lo stato-nazione, in cui il capitalismo è radicato, la divisione internazionale del lavoro e ciò che ne consegue, si trovano in opposizione inconciliabile con gli interessi e le aspettative dell’umanità. Il trattamento spregevole dei rifugiati e dei migranti è il prodotto di un sistema sociale profondamente disumano oltre che economicamente squilibrato. La costruzione di sempre nuove barriere, il rafforzamento dell'apparato statale e il crescente militarismo sono la risposta delle classi dirigenti alle contraddizioni insolubili del capitalismo.


Tutto ciò sta avvenendo, come già prima con lo scatenamento delle guerre imperialiste, nel quasi generale silenzio di quello che viene considerato il mondo della cultura, della conoscenza, delle professioni e dell’arte, vale a dire l’élite intellettuale. E ciò è vergognoso perché segnala fino a quale grado è giunta la crisi, la demoralizzazione e il pessimismo culturale di questi fondamentali settori della società civile, nonché la loro totale adesione a questo sistema dove tutto, la vita stessa, è subordinato al profitto e al potere della ricchezza.

6 commenti:

  1. Nel quasi generale silenzio....

    Nemmeno questa e'una grande novita',cara Olympe,come tu stessa mi hai gia'ricordato,nessuno scopre mai veramente nulla di nuovo..torneremo a piangerci addosso,di questo si puo'star certi.
    caino

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  2. america

    "Perchè i proprietari di questa nazione conoscono la verità.
    La chiamano sogno americano perchè devi essere addormentato per crederci."
    http://www.pandoratv.it/?p=3897

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  3. Esempio di ideologia mista a demenza senile di un illustre rappresentante dell'élite intellettuale odierna:

    «Sartori stronca la Ue: "L'unica soluzione è distruggere i barconi"
    La linea dura del politologo: "Serve una risposta forte, non possiamo permetterci di accogliere tutti"»

    http://www.quotidiano.net/migranti-barconi-1.1251615

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  4. Tra l'altro prendendosi i siriani c'è la speranza che se mai finisse la guerra se ne torneranno a casa, cosa molto più difficile per gli altri rifugiati per motivi economici.
    ...questi tedeschi... è chiaro che fanno un culo così ai pigs

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  5. Ma francesco dov'è?
    Ci manca tanto la sua lungimirante liturgica panacea: "preghiamo".
    E una danza della pioggia per far piovere nei paesi da cui la gente fugge per la siccità che distrugge i raccolti non sarebbe almeno più allegra?
    Ah già. a stare allegri si fa peccato.
    Per andare in paradiso servono frusta e chiodi.

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  6. hai proprio ragione: 7 miliardi di persone che lavorano già le une per le altre (bè, non proprio tutte) e il nesso sociale su cui tutto 'sto incubo si regge e ne consegue è la sua forma reificata e oggettivata, estranea e ostile

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