domenica 22 febbraio 2015

Ubriaconi e ruffiani


Di solito nell’esame dei problemi e delle situazioni si parte dalle cause. Senza una diagnosi accurata è difficile trovare la risposta adeguata. Sono decenni o almeno lustri che per quanto riguarda il Medio Oriente (definizione che nella comune ricognizione deve intendersi rappresentare un’area geografica ben più vasta di quella propriamente detta) si applicano cure che non danno alcun risultato e anzi peggiorano la situazione, ora giunta nella fase della disperazione più totale.

Ed è ciò che succede anche a Scalfari nell’editoriale odierno, in cui passa in rassegna la situazione della Libia, il suo essere un puzzle di poteri per bande dove si muovono liberamente spacciatori di uomini e di droghe, gli scafisti e gli schiavisti. Un riferimento ai “tempi antichi, anzi antichissimi” c’è in apertura del suo articolo, ma è per richiamare il ruolo che nel 1911 ebbero i socialisti Nenni e Mussolini nell’opporsi all’avventura giolittiana. Di ciò che è successo l’altro giorno non v’è traccia.

E chissà perché gli scafisti e gli schiavi partano, da sempre, dalla Libia e non già dalla Tunisia, posto che il tratto di mare è molto più corto. Mistero su cui evidentemente non vale interrogarsi.



Scalfari pensa che per rimettere in pace in qualche modo la Libia sia necessaria una non simbolica presenza di militari in funzione di "peacekeeping" o addirittura di "peace-enforcing" (eufemismo subdolo che Scalfari non può tradurre in lingua corrente). Almeno 90 mila uomini, sussurra. Sclafari è un altro che non sa trovare altra strada che quella delle uniformi e delle armi.

Se in quest’area tanto turbolenta del mondo si producessero solo datteri e dromedari, sarebbe tutto più facile. E invece c’è gas e petrolio in grande abbondanza. Ce n’è per tutti, non solo per pochi. E se si partisse da questa premessa e si smettesse di inviare armi, a qualsiasi titolo, in Libia e in Medio Oriente? Se a quelle popolazioni, con i proventi del petrolio, dessimo da mangiare, di che curarsi e istruirsi, la possibilità economica e pratica di prendere un aereo per far turismo in Europa, chissà che un giorno l’islam non diventi solo una religione tra le altre.

Che Scalfari sia in assoluta malafede, non da oggi, ma da quando portava gli stivaloni e i pantaloni a sbuffo alto, è chiaro da questa frase: “L'Onu non deciderà un bel niente, impedita come è dalla presenza della Russia e della Cina nel Consiglio di Sicurezza”. E però è stato sotto l’elgida dell’Onu che la Libia è stata bombardata, distrutto l’esercito regolare e fatto cadere Gheddafi.


È un atteggiamento, quello di Scalfari, sempre preconcetto, disonesto, falsificante, con un ampio uso e abuso di truismi, come quando scrive che Renzi a Mosca sarà “accolto benissimo, una montagna di caviale e litri di vodka specialissima”. I russi, si sa, sono degli ubriaconi impenitenti e dei ruffiani. Il resto dell’articolo non l’ho letto.

3 commenti:

  1. Attenzione agli errori grossolani: nel 1911-12 Nenni non era ancora socialista, bensi' repubblicano, spesso in contrasto con i suoi futuri compagni. Ai tempi della guerra libica Nenni faceva parte della corrente dei giovani del PRI, contrari alla spedizione, mentre molti "vecchi" erano a favore per puro nazionalismo e rifacendosi ad un presunto colonialismo prese nte nel pensiero di Mazzini. Nenni sarebbe passato al socialismo solo dopo la Grande Guerra senza farsi mancare simpatie per l'impresa fiumana di D'annunzio.
    Massimo M

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    1. riporto testualmente ciò che ha scritto Scalfari.

      Non ho detto, né per questa frase o per altre, che condivido ciò che scrive.
      ad ogni modo hai fatto bene a segnalare il "grossolano errore" in cui è caduto, non l'unico. Infatti furono arrestati per lo sciopero a forlì e non a bologna come dice sempre scalfari.
      Però lasciami dire che non si tratta di un grossolano errore, ma di un errore molto veniale. Nenni è il socialista italiano per antonomasia assieme a turati. Che abbia aderito prima o dopo non cambia nulla. Io preferisco parlarne con rispetto.

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  2. E' molto strano che un uomo informato come il dott.Scalfari non faccia cenno al Punto IV del programma Truman (esposto al Congresso il 20 Gennaio 1949) che riguarda la politica estera USA, nella fattispecie la dottrina del containement nei confronti dei popoli ex e semicoloniali.

    Se proprio vogliamo buttar quattro parole sui tempi antichi :"tra il 1913-'14
    e il 1941 -'42 l'Italia ha speso in Libia per i soli lavori publici (detraendo cioè le spese per le campagne di riconquista, gli stipendi ai militari e ai funzionari,le spese sostenute dagli enti di colonizzazione per i coloni) 1.800.000.000 di lire non svalutate - (miliardi - Ndr) - ." (*)

    Il vero problema è che il dott.Scalfari fa opinione e questa opinione si adagia sull'ignoranza e sulla comodità dei suoi lettori.
    "Gli ultimi saranno i primi,i primi saranno gli ultimi e i medi resteranno medi."

    "Se a quelle popolazioni, con i proventi del petrolio, dessimo da mangiare, di che curarsi e istruirsi, la possibilità economica e pratica di prendere un aereo per far turismo in Europa[...] "

    Lasciamoci con questo pensiero.

    (*) Giorgio Assan - La Libia e il mondo arabo - Editori Riuniti 1959

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