domenica 15 febbraio 2015

Le illusioni del parlamentarismo


Chi trasse profitto in Germania dalla rivoluzione del 1525? I principi tedeschi, e dietro loro i borghesi che li tenevano legati a sé con il pagamento delle imposte. I proprietari delle tessiture, gli artigiani che avevano bottega e i commerciati erano pur sempre una minoranza. E chi avevano come alleati? Il proletariato agricolo, i salariati agricoli, la classe da cui venivano reclutati in gran massa gli eserciti dei principi; quel proletariato agricolo che diede avvio alla guerra dei contadini in Germania, soffocata in un’enorme strage.

Il grasso pretume era odiato non solo del popolo, ma anche della nobiltà, e tanto più eccitava l’invidia della nobiltà e l’indignazione del popolo, che doveva pagarne le spese, tanto più colpiva il contrasto tra questo tenore di vita e i loro sermoni. Il grosso delle imposte ecclesiastiche finiva nelle tasche dell’alto clero o a Roma. Invece la frazione plebea del clero tedesco, come succederà anche in Francia e altrove, non aveva parte alcuna nelle ricchezze di vescovi ed abati, e perciò erano abbastanza vicini alle condizioni materiali di vita della massa. Fu proprio il ceto intellettuale del più basso clero a fornire gli ideologi e i teorici del movimento protestante.



Secoli dopo, quando i tempi furono maturi, quella stessa classe di salariati e piccoli proprietari agricoli tornò utile in chiave anti-operaia. Infatti, ottenuto il suffragio universale mandarono in parlamento grande quantità di feudatari e di Junker! Quando il proletariato tedesco riuscì finalmente ad avere la maggioranza con i socialisti, questi votarono i crediti di guerra. Ancora qualche anno e i loro voti saranno decisivi per l’affermazione dei nazisti così come in Italia per quella dei fascisti. I salariati odierni mandano in parlamento le élite borghesi per farsi tosare meglio. Qualunque movimento si proponga azioni radicali utilizzando a tale scopo il parlamento così come esso si presenta è destinato al fallimento.

Invece della storia della Germania si potrebbe dire di quella della Firenze dal Duecento in poi e il risultato sarebbe analogo. Oppure della storia .....

3 commenti:

  1. È una sindrome di Stoccolma al quadrato. Se non al cubo. Alle masse piacciono i giochetti sado-maso. Amano farsi legare, imbavagliare, frustare e sculacciare. E tra gridolini di dolore e di piacere godono come ricci. Amano stazionare nei sotterranei del castello, tra le cucine reali a preparare succulenti pasti per il re e la sua corte. E spettegolare sulle amanti e sugli umori del padrone.
    Oggi Scalfari dà un buffetto sulla spalla al suo plurileccato Renzi dandogli cordialmente del "narciso". Quanta arguzia. Una botta al cerchio ed una alla botte. Buona domenica.

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  2. Chissa' che mille Gianni bastino a fare una bella rivoluzione. come italiano pero' mi sento rincuorato poiche' vedo che anche i tedeschi non sono da meno. Ma perche' questi post? Non faccio parte del popolo di Sanremo pero' devo essere idiota lo stesso.
    vince

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  3. I salariati odierni mandano in parlamento le élite borghesi per farsi tosare meglio.
    non e' solo questione di rappresentativita' quando di incapacita' dei salariati di dotarsi di una elite non-borghese.
    E' da questo limite che nasce sempre l' inevitabile trasformazione in " radical-borghese" di ogni " partito dei lavoratori"

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