martedì 2 settembre 2014

I confini della realtà


La realtà? Quando hai il controllo dell’economia e dei media, e dunque dei fatti che contano e dell’opinione su quei fatti, l’invenzione della realtà non è un problema. Quando hai uno schermo che dice alla gente cosa pensare, in cui credere e come votare, quando hai smantellato ogni tipo di organizzazione politica autonoma, puoi inventarti qualunque cosa, soprattutto chi rappresenta il bene, la democrazia e la libertà nel presente e nel futuro. E se sei tu che rappresenti tutto ciò, per converso, i tuoi avversari incarnano e rappresentano il male, il totalitarismo e l’oppressione.

Non è forse questa la rappresentazione dominante, il modello al quale si è sempre attinto, ossia quello dei pionieri bianchi contro i feroci pellerossa, del buon nordista contro lo schiavista del sud, della grande democrazia contro l’immondo Satana di turno? E per lottare contro il grande male è quantomeno lecito e anzi doveroso essere armati fino ai denti. Uccidere il cattivo che minaccia il nostro quieto e operoso vivere. Chi può impedirlo, l’Onu?



Di quale sangue e di quali lacrime stiamo parlando? Sempre di quelle degli altri, naturalmente. Cimiteri sotto la Luna a meno di mille chilometri dalle nostre case, ben riscaldate o ventilate, nel cuore della civilissima Europa o di quel Vicino oriente che ci piace rappresentare antico e pacifico nelle nostre ipocrite favole natalizie. La guerra non si combatte più come un tempo, ma armando fanatici religiosi, nazionalisti e fascisti. Questo neocolonialismo lo chiamano intervento umanitario nel quadro di quella che passa per politica estera ed è invece pura destabilizzazione.

Se puoi creare la realtà, la inventi su misura, sulla taglia del tuo mito positivo e, per contrasto, su quello negativo dell’avversario. Ad un certo punto, quando il mito è consolidato, puoi permetterti anche delle varianti del gioco che possano giovarti, come l’idea problematica di libertà, per esempio. L’importante è che le contraddizioni, mutuate nelle famose ingiustizie quotidiane, colgano solo la superficie del problema, dei chiaroscuri che lascino in penombra la gabbia e mettano in risalto il trionfo della democrazia, della giustizia, della cultura (la nostra ovviamente) sui difetti “inevitabili” della vicenda umana. Non è questa la formalizzazione spettacolare del nostro sistema?


Non si tratta come taluni credono di un’idea psicopatologica o infantile di dominio, ma della Storia stessa così come viene sceneggiata dai vincitori e sulla quale mostriamo, popolo sovrano lobotomizzato, fede incrollabile ogni giorno. È l’idea del capitalismo come ultima sintesi della Storia, l’idea che gli esseri umani siano strumenti da sfruttare, l’idea che abbiamo con successo esportato e imposto a (quasi) tutto il pianeta, da cui l’illusione che possiamo saccheggiare il pianeta e fare i banchieri mentre gli “altri” lavorano per noi. Ed è appunto su quel “quasi” che inciampa la grande strategia. Ed è allora giocoforza teorizzare e attuare quello che hanno chiamato “scontro di civiltà”. Che a ben vedere non è altro che la riproposizione, riveduta e corretta, del mito selvatico del western di cui sopra, o, se preferite, quello delle antiche crociate.

5 commenti:

  1. L'Onu non può impedire granchè a causa di qualche 'bug' all'origine, informaticamente parlando.

    Vero che lo schermo impera universalmente e da strumento educativo si è trasformato in un'istituzione chiusa come il carcere o la caserma, ma dipende anche da quanti sono disposti a farsene fagocitare. Tra l'altro, fatta eccezione forse per gli addetti ai lavori (giornalisti,bloggers,ecc.), chi al di fuori ne fa critica continua a consultarlo quotidianamente. Sarà per il gusto perverso della critica sempre ed ad ogni costo. Bisogna anche fare un minimo di fatica per emanciparsi al di fuori del pasto passivo dell'immagine.

    Nel corso di questo periodo di vacanza ho notato di 'sbircio' i titoli dei giornali dei vicini al bar : bisognerà indagare se ci credono davvero.

    " Di quale sangue e di quali lacrime stiamo parlando? Sempre di quelle degli altri, naturalmente [...] Ovviamente. Destra,sinistra,centro,sopra e sotto viva la Franza viva... purchè .....
    Quando due ragazze o altri, maldestri e forse in modo improvvisato che sia, pensano e 'fanno' qualcosa i Feltri di turno ci dicono che se la sono cercata. A parole son buoni tutti vecchio Vittorio.
    Poi mi piacerebbe capire da quale bilancio vengano,chi li gestisce e in che modo sono gestiti i capitali degli eventuali riscatti e quanto ne arrivi agli eventuali richiedenti.

    Ancora oggi i nostri giovani a differenza di altri in Europa, viaggiano poco.

    Su una cosa,suppongo,non ci troviamo d'accordo, ma non è importante : il comunismo non può essere promosso unicamente da un fattore economico, se non trova terreno adatto diventa farlocco,bastano quattro soldi in più e sparisce nel tempo anche dalle bacheche.

    Il resto non fa una piega.saluti

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    1. ed infatti pochi giorni or sono scrivevo:
      L’ideologia, intesa nel suo ruolo dialettico, non è solo il prodotto dei fatti materiali, viepiù in ultima istanza di quelli economici, ma agisce a sua volta sull’ambiente e la storia e finanche sulle proprie cause. È questo, com’è noto, un fatto spesso trascurato, specie a “sinistra” (quando ancora esisteva). Perciò la lotta ideologica è importante, fatto anche questo, di conseguenza, trascuratissimo in questa nostra declinante epoca.

      ricambio i saluti cordialmente

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  2. Da uomo della strada a tutti gli effetti, non sono in grado di portare altra acqua qui alle teorie per consapevolezza del superfluo ma soprattutto per incapacità.
    Si è forse capito che propendo per le biografie e i fatti piuttosto che per le idee (necessarie). Terrei però ad un distinguo che ritengo importante : la lotta di classe non 'dovrebbe' essere sinonimo di odio di classe (*) (monsieur Guillotine a parte ) e in seconda battuta il desiderio di un indispensabile diverso ordine delle cose non deve avere il substrato subliminale di invidia, rancore, ed egoismo (le stimmate non mi interessano). Non so se Karl ne avesse tenuto conto all'epoca.

    Concetti semplici,semplicistici, ma non sempre comodi.

    Rinnovo. A bientot. Tanto ,a vederle, le parallele all'infinito si dovrebbero incontrare.

    (*) Sì, riconosco, con alcuni o molti personaggi che bucano l'attualità soprattutto internazionale, l'esercizio sconfina a scelta più nell'ascesi o nella balistica pesante piuttosto che nella lotta ideologica.

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    1. Gentile Anonimo, mi permetta di concordare col suo "distinguo".

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  3. E' solo una deriva geriatrica da tollerare con benevolenza. Ininfluente.
    A' la prochaine.

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