giovedì 28 agosto 2014

Spulciando


La verità una buona volta: guadagnano troppo questi cazzo di operai e gli sono rimasti ancora troppi diritti. Gli espropriamo la vita e ancora non sono contenti, ma cosa vogliono? Guarda i manager, non si lamentano e sopravvivono con un salario appena 400 o al massima 500 volte quello di uno schiavo. E vuoi mettere la vitaccia che fanno, il carico di responsabilità, eh?!

E quando va male sono i primi a pagare, come quel Stanley O’Neal della Merill Lynch che se n’è andò con una liquidazione di 161,5 milioni di dollari tra stock options e altre diavolerie, dopo essersi lasciato alle spalle macerie per 22,4 miliardi. Dove sarà ora, dopo essere diventato disoccupato a soli 57 anni? Chissà quali rimorsi di coscienza s’è portato dietro che non lo faranno dormire la notte e vivere di giorno. Per fortuna che nel gennaio 2008, ossia prontamente, è stato assunto dall’Alcoa e fa parte del suo consiglio d’amministrazione. Sì, la multinazionale dell’alluminio che ora licenzia gli operai italiani.



Che dire poi di quel povero diavolo di Charles Owen “Chuck” Prince III (la numerazione come i monarchi), già potentissimo Ceo di Citigroup, accompagnato sull’uscio da un tappeto di 30 milioni di dollari dopo che il colosso da lui guidato aveva registrato perdite per 19,9 miliardi. A 58 anni, nel 2008, chissà cosa si sarà messo a fare dopo aver combinato quelle straordinarie perdite societarie. Forse avrà aperto una pompa di benzina, oppure un minimarket in provincia. E invece è attualmente un consigliere anziano di Albright Stonebridge Group e fa parte dell’influente gruppo commerciale del Forum Financial Services , inoltre è membro del Council of Foreign Relations  e della Business Roundtable , e di diverse altre organizzazioni. Non basta. È fiduciario (!!) per diversi istituti di istruzione privati, tra cui Weill Medical College , Teachers College, e il Scuola Juilliard .

E quell’ineffabile drogato di James Cayne, già venditore ambulante e poi di fotocopiatrici,  poi presidente di Bear Stearns, che nel pieno della crisi era irraggiungibile perché impegnato a Nashville in un torneo di golf. Fallito, ha dovuto vendere le azioni della sua ex società intascando una cifra in svariati milioni di dollari. È stato definito testualmente come uno dei “peggiori amministratori americani di tutti i tempi”. Chissà, sarà tornato a vivere dai suoi per risparmiare sull’affitto. E invece il 15 febbraio 2008 il megalomane ha acquistato due unità immobiliari (ha bisogno di spazio per il golf) al quattordicesimo piano del Plaza Hotel che si affaccia sul Central Park per 27,4 milioni dollari.


E quei macilenti di Daniel H. Mudd e Richard F. Syron, per aver affossato Fannie Mae e Freddie Mac ricevettero il benservito rispettivamente in 9,3 milioni e 19,8 milioni. Manco i soldi per aprire una tavola calda. E invece Daniel s’è subito trovato un posticino in Fortress Investment Group, che però ha dovuto lasciare nel 2012 perché accusato dalla Sec di frode fiscale. All’epoca riceveva uno stipendio di soli 200mila dollari e nel 2010 riceveva un bonus di 3 mlioni, mentre le sue options sono state determinate in appena 24 milioni. Quanto a Richard, preferisce mantenersi defilato, poiché anche lui ha ancora qualcosa in sospeso con la giustizia americana, ma tranquilli, non finirà in cella come un Mardoff qualsiasi.

3 commenti:

  1. se costorio ricevono questi bonus e poi vengono pure "riassunti"e' chiaro che proprio " il fallimento" ( degli altri) e' " ' obbiettivo" per cui venivano pagati.
    Infatti il risultato di tutto questo e' che " i ricchi hanno vinto la lotta di classe " ,mentre " i poveri" ( ahinoi soprattutto di spirito) nemmeno se ne sono accorti; stanno sotto una pioggia di "botte" e credono ancora che siano "polpette" ::-)

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  2. Concordo. Il fallimento degli altri è l'obiettivo e non un incidente. Perfettamente pianificato a tavolino. Ed il premio (la riassunzione ed i vistosi bonus) è direttamente proporzionale alla mole di "lavoro" svolto. La parcella del boia.

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  3. Propongo l'istituzione di un fondo di solidarietà. Tutti gli operai dovrebbero devolvere un decimo del loro stipendio e destinarlo al supporto dei poveri manager che perdono il lavoro fino al momento che non ne trovano uno nuovo.
    Che se hai l'abitudine di fare lo spuntino a beluga e champagne mica puoi accontentarti di focaccia e cortese!

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