venerdì 29 agosto 2014

Dentro il gioco dell'informazione


Sul Fatto quotidiano compare un articolo del giornalista (ex direttore Ansa) Gianfranco Gramaglia dal titolo: Isis, Califfato, Yazidi: glossario del Medioriente, fra mitra e preghiere. Ebbene, provate a cercare nell’articolo, il quale dovrebbe tracciare una panoramica di ciò che avviene in Medio Oriente, l’Arabia Saudita, il Qatar, e, tra tutte le varie componenti etnico-religiose, quella wahabita, non certo la meno importante dal punto di vista del fondamentalismo e delle fazioni del terrorismo islamico. Nessuna traccia, tantomeno nessun riferimento a finanziamenti e supporto logistico. Superfluo ogni commento su questi professionisti dell’informazione.


P.S. : tra l’altro Osama bin Laden non è stato ucciso il primo maggio 2010 come riportato nell’articolo, bensì il 2 maggio dell’anno dopo. Inoltre userei più cautela nel definire Ayman al Zawahiri, attuale capo di al Quaeda, “fuori dai giochi”.

2 commenti:

  1. Quello che ci citi è solo un esempio di quello che è l'informazione di casa nostra sulle questioni internazionali, tutta embedded come si diceva qualche anno fa. Il problema è che non è sulle cose nazionali le cose vadano tanto meglio, basta vedere il caso della scuola...

    Ma torniamo alla situazione mediorientale: secondo me un commento intelligente è quello del collettivo Wu Ming che si può trovare sul loro sito.. Dicono infatti che il grande rimosso della situazione mediorientale è il ruolo del Pkk. Un ruolo politico ma anche un ruolo militare visto che hanno ricacciato indietro le truppe islamiste nel nord dell'Iraq e nella regione della Rojana cioè la parte nord occidentale della Siria facendone una zona autonoma.
    Su tutto questo in Italia ma non fuori d'Itlalia c'è il silenzio: per noi il Pkk è ancora da mettere nel cesto dei "terroristi"....

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  2. Il giornalista Gianfranco Gramaglia, oltre ad essere stato un ex direttore dell'Ansa è nato nel 1950 (pertanto non è un giovane apprendista come si legge anche dalla sua autobiografia professionale), e sempre sul Fatto on line si è dato la pena di redigere didatticamente un glossarietto sui protagonisti islamici. E' un professionista dell'informazione come altri e scrive ciò che gli fa più comodo (molti non ricordano le vicende di allora e in particolare quella di Abdullah Ochalan e le sempre vive implicazioni curdo/turche), oltre che scrivere da casa. Di prima mano rarissimi i reportages, il resto commenti.

    Tra faziosità (ci sta), impreparazione e collusione un premio alla perseveranza di coloro che tutt'ora li leggono.

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