martedì 29 luglio 2014

Il rapporto sulla situazione dei poveri scritto dai miliardari


Secondo il Rapporto 2014 sulloSviluppo umano, pubblicato il 24 scorso dalle Nazioni Unite, 2,2 miliardi di persone vivono in miseria, di queste 1,2 miliardi vivono con meno di un euro al giorno. Il dodici per cento della popolazione mondiale, vale a dire 842 milioni di persone (molte di più dell’intera popolazione europea), soffrono la fame in modo cronico.

Questa situazione di povertà e di cronica denutrizione (senza dire poi della situazione igienico-sanitaria) non è dovuta a carenza di risorse, laddove si tenga conto dell’enorme dispendio e dissipazione di esse nei paesi a più alto tasso di sviluppo, e che le 85 persone più ricche del pianeta possiedono quanto 3.500.000.000 persone più povere.

Mi pare un dato assai significativo quello che colloca gli Stati Uniti al 43° posto nella classifica tra i primi 50 paesi dove sono migliori le speranza di vita. Vediamo il resto.



La relazione presta particolare attenzione alle condizioni dei bambini nei paesi in via di sviluppo (quello che una volta si chiamava Terzo Mondo). Di questi bambini, 7 su 100 non sopravvive oltre il quinto anno, 50 non hanno la loro nascita registrata, 68 non ricevono un’educazione della prima infanzia, 17 di loro non sarà mai iscritto alla scuola primaria, 30 da adulti condurranno una vita stentata e altri 25 vivranno in miseria assoluta.

Il rapporto descrive le condizioni prodotte dal capitalismo, e non c’è da farsi illusioni se si considera che dal 1990 al 2010 la disuguaglianza di reddito nei cosiddetti paesi in via di sviluppo è aumentata dell’11 per cento. La relazione auspica “l'accesso universale ai servizi sociali di base, in particolare sanità e dell'istruzione; una protezione sociale più forte, compreso il sostegno alla disoccupazione e le pensioni per gli anziani”; ma deve riconoscere che quasi l’80 per cento della popolazione mondiale soffre la mancanza di tale protezione sociale e ciò la rende estremamente vulnerabile.

Nelle 239 pagine del rapporto, cui hanno dato il proprio contributo personaggi come Bill Gates, l’economista James Heckman e l'ex capo economista della Banca Mondiale Joseph Stiglitz, sotto la supervisione dell’ex premier della Nuova Zelanda, Helen Clark, ex destra socialdemocratica, non sono mai citate parole come capitalismo e imperialismo.


Tutta gente che sostiene che sia questa la strada maestra per lo sviluppo, che questo sia tra tutti i modelli economici (quali?) il migliore. Individui alto borghesi che sanno bene come funzionano le dinamiche economiche e politiche del capitalismo, e soprattutto si tratta di persone molto ricche che hanno tutto l’interesse di difendere il sistema economico attuale.

2 commenti:

  1. ''Paesi in via di sviluppo".
    Si potrebbe solo osservare che lo Sviluppo è duro a morire come mito occidentale, posta la costruzione e diffusione della nozione del suo pseudo contrario 'sottosviluppo'. Lo sviluppo soffre di una costante elisione e sussiste solo allo stato di residuo per giustificare il processo di mondializzazione.
    Il modello altoborghese è chiaro e lineare, ed è quello che ci ha portato fin qui nel descritto, dove oltre alla povertà diffusa la Natura è vista come fornitrice illimitata di risorse e non come ambiente di vita.
    I modelli alternativi possibili li stanno portando avanti i cinesi.

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  2. Un mondo paradossale diviso tra poveri che cercano disperatamente di mangiare e ricchi che cercano disperatamente di non mangiare.
    Saluti Olympe

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