mercoledì 18 giugno 2014

Breve nota sul tema di maturità


Violenza e non violenza nel Novecento, tecnologie pervasive e nuove responsabilità è la traccia storico-politica sulla quale si dovranno misurare quest’anno i maturandi, un titolo che sembra fatto apposta per fuorviare il discorso, per spingerlo sui consueti binari delle chiacchiere sui nuovi media e dintorni, sulle regole invocate e i controlli necessari, l’orizzonte spento dei truismi più vieti.

Per contrappunto, imposterei il tema sul ruolo che hanno le tecnologie nel sedimentare l’ideologia sul primato dell’individuo – come un tempo fu per il primato dello Stato – e su quello dell’economia e della finanza, sulla globalizzazione come nuova colonizzazione gestita dalle multinazionali.

Porrei l’accento sul ruolo della formula sacrale produzione-consumo-profitto, considerando che allo stato dei fatti il garante più sicuro dei diritti dell’uomo è stato trovato nel mercato, nel vendere qualunque cosa a chiunque, nello stimolo lucrativo e nella sete di potere come parte dell’uomo, della sua indole allo stesso titolo della sua facoltà di creare.

Del resto, solo così è possibile spiegare, senza ipocrisie, perché prevalgano i diritti esportabili di questo tipo di democrazia in Afghanistan, in Iraq o in Ucraina e ovunque; del perché è proprio l’espansione della merce a reprimere quella della vita non lasciandole altra direzione che quella di un darwinismo sociale sempre più spinto, laddove il peso del disumano è vincente non per cause di natura ma di snaturamento dell’umano, non per cause individuali bensì di classe.



Lo studente che avrà scelto questo tipo d’impostazione, per essere conseguente, svolgerà poi il tema di una gestione consapevole e pianificata delle risorse, della produzione e dei suoi scopi, con riguardo ai diritti fondamentali e alla costruzione di una comunità internazionale i cui rapporti siano fondati su ragioni totalmente diverse dalle attuali, ossia su autentici e concreti rapporti di cooperazione universale, laddove il benessere dell’uno non significhi miseria nell’altro. Non è un nuovo vangelo laico, ma la direzione dove la storia, spesso nostro malgrado, ci sta spingendo. Il dramma che si va compiendo sta sempre più tra la volontà di vivere di ciascuno e la parte di morte che lo governa. Spetta a noi la scelta.

Per raggiungere tali obiettivi di unità e di cooperazione è necessario, in premessa, il superamento della società di classe e della merce che ha fatto dell’uomo la sua immagine, l’abolizione della grande proprietà privata perché non c’è proprietà senza esclusione. Dunque, intraprendere la strada del socialismo e abbandonare quella del capitalismo, e questo non sarà un processo breve e indolore, non potrà essere senza violenza posto che esiste un conflitto di classe e un confronto tra potenze sul piano dell’egemonia.

Del resto, che senso ha parlare di violenza e non violenza, sia pure in rapporto alle tecnologie, se non partendo da questi presupposti? Un tempo i signori s’inventarono un’ascendenza celeste per razziare la terra in nome degli dei, oggi invece il rapporto di violenza ha cambiato segno ed è più invisibile: non entrano nel gioco che effetti commerciali.  Il grado di sviluppo tecnologico, vuoi quello della spada oppure quello dei droni, segna il livello cui sono giunti i mezzi con i quali si disputa la partita.

E tuttavia, nel caso venisse il dubbio sulla difficoltà nel sostenere queste posizioni nel corso degli esami di maturità, ebbene lo studente può ripetete e ampliate gli slogan che la borghesia, per mezzo delle nuove tecnologie e della scuola, mette abbondantemente a nostra disposizione.



2 commenti:

  1. Titolo del tema:

    "Matura è la classe (sociale).
    Ma priva di coscienza".

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  2. Vivendo tra i giovani di età superiore ai maturandi, in tale limitato campione la crisi ha fatto perdere l'abitudine di considerare la crescita economica come qualcosa di naturale e il 'più' non sempre sinonimo di 'meglio', indipendentemente dal fatto di non poterlo ottenere, il più.
    Al momento i sottoposti alle galere informatiche e altro, stentano infatti a riconoscersi in una coscienza collettiva, ritenendo inoltre che nelle nostre società alcune classificazioni siano sempre attuali.

    Il processo di cooperazione si pone lungo e all'oggi con esiti incerti: Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Ucraina, ..... e 2.5 tonnellate di farmaci, ormoni,droghe, disinfettanti , cosmetici , caffeina e nicotina nel Po dovrebbero costituire un certo catalizzatore positivo del processo.

    Almeno per la parte più responsabile e soprattutto informata (bene informata pro domo nostra).

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