venerdì 23 maggio 2014

Non votare: la più alta scelta politica in questa fase


Un ex partito di massa è diventato un club di carrieristi, di funzionari e burocrati che ha reciso ogni legame effettivo con la sua classe sociale di riferimento, un partito che da molto tempo ha assunto posizioni di destra e neoliberiste, antisociali ed estremiste. Un partito che non ha né la volontà e nemmeno l’interesse di prendere le distanze dalle politiche di austerità decise dagli eurocrati, che distribuisce elemosine e aumenta le tasse sulla casa e i generi di necessità, che ha distrutto ogni tutela contrattuale per i lavoratori lasciandoli alla mercé della proprietà, che ha approvato una riforma pensionistica iniqua, che non ha un’idea di sviluppo e di futuro se non entro il quadro delle compatibilità del “mercato”.



Di fronte, a contrasto, in opposizione, sta un movimento che non si sa bene da chi è fatto e che è creazione di un capo che decide autonomamente la linea politica (confusa) e non tollera dissensi, salvo dire che è la “rete” a decidere, così come nel tempo antico si diceva che a decidere era “il partito”. Un movimento nel cui programma non c’è analisi politica di questo sistema se non come presa d’atto che il nemico è un fantasma: il potere finanziario. Si promettono cose come un reddito minimo garantito, ma quanto a stabilire con quali risorse si resta nel vago, appunto perché non c’è un’analisi politica della realtà sociale che vada oltre la dicotomia “garantiti” – “non garantiti”, che vada oltre la denuncia, sacrosanta, della schiuma di spreco e corruzione che si vede in superficie.

Considerano lo Stato come un ente autonomo, le loro critiche e rivendicazioni non contengono nulla che vada all’origine delle contraddizioni e dei conflitti sociali, bensì solo proposte di misure di riordino e razionalizzazione dell’ordine economico e sociale esistente. Tutto ciò che essi propongono, sia dal lato della riforma finanziaria o delle imposte, presuppone il mantenimento dell’attuale sistema con le sue fondamentali contraddizioni, le sue antinomie, le sue divisioni, le sue esclusioni, le sue crisi. Ecco perché insisto nel dire che a questo movimento manca un programma che poggi sull’analisi reale dello stato di cose esistenti, che non si limiti, per esempio, a considerare e trattare la distribuzione della ricchezza come indipendente dal modo in cui essa viene prodotta.

La ripartizione del prodotto sociale, della ricchezza, dei redditi, degli oggetti di consumo, è ogni volta soltanto conseguenza della ripartizione delle condizioni di produzione, assume in sostanza il carattere del modo stesso di produzione e delle sue leggi. Le quali leggi non sono semplicemente, come vogliono farci credere, il mero portato di decisioni politiche, bensì sono leggi che agiscono con la stessa necessità e forza delle leggi di natura. Per farle agire secondo un determinato scopo, secondo un piano, bisogna dapprima conoscerle!

La stessa cosa deve essere chiara anche per il resto, per esempio per quanto riguarda i diritti delle persone, che non sono tutte uguali, ma appartengono a condizioni sociali diverse. In generale, il diritto non può mai essere più elevato della configurazione economica e dello sviluppo culturale, da essa condizionato, della società. Dunque, anche in questo serve un’analisi, che invece non c’è. Non c’è. Non c’è. Non c’è. Non c’è. Non c’è. Non c’è. Non c’è.


Eccetera.

10 commenti:

  1. Assolutamente d'accordo con l'analisi sia sul pd che sul m5s... Nessuno parla della crisi di sistema che stiamo vivendo e che scarica i suoi affetti più pesanti sulle classi popolari e sulle- ormai ex- classi medie.

    Tutti pensano sia un problema di gestione sbagliata: da una parte si da la colpa alla burocrazia, alla lentezza dall'altra alla finanza e alla "casta".
    E' il risultato di 30 anni di devastazione culturale e di mancanza di formazione politica.
    Continuo a pensare che non ci saranno uomini della provvidenza a salvarci ma soltanto una "lenta impazienza" e un lavoro quotidiano al momento oscuro che possa preparare sbocchi e soluzioni diverse alle sparate e alle lamentazioni che sentiamo tutti i giorni.
    Non è certo il livello elettorale quello su cui misurarsi ma quello sociale: e sarà un lavoro lungo e complicato ma ineludibile.

    La cosa che mi colpisce- ma che è un altro dei risultati della devastazione culturale di cui dicevo- è l' atteggiamento di orrore con cui, in ambienti di sinistra, ci si confronta quando si dice " a votare non ci vado". Forse hai ragione Olympe, quando tiri in ballo il retaggio cattolico. Ma c'è anche dell'altro: l'incapacità di vedere materialisticamente come stanno le cose, di chi sono le responsabilità.
    Buona astensione a tutti anche se saremo a disertare le urne di un sistema in crisi in meno di quanti dovremmo essere....

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    1. Anche io assolutamente d'accordo... votare m5s oggi è un grande errore strategico.

      Qui non si tratta di rifugiarsi in una torre d'avorio, come qualcuno sosteneva in alcuni passati commenti. Il punto è che votare m5s significa non solo votare alla spera-in-grillo, ma significa ammettere che la soluzione al problema sia interna al sistema. E non conta se io so che non è così. Quello che conta sono i risultati delle nostre azioni, e se il risultato è che l'opinione pubblica viva nella speranza del salvataggio a opera di Grillo e soci, beh, non ho ottenuto un bel risultato.

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  2. Non c’è perché forse sono cambiati gli schemi che riteniamo immutabili ,eterni, e quindi di natura o più semplicemente è una teoria che non è conosciuta più di tanto. Lo ‘sterco del diavolo’ e le leggi che lo governano condite dall’altruismo dell’uomo sì, sono eterne.
    Forse gli schemi attuali sono quelli utilizzati dal Movimento della rete, e più che leggerne i messaggi è interessante avere un minimo di dialogo con chi di questo Movimento ne fa parte, crede di farne parte o solamente simpatizza. Non voglio pensare e non penso infatti che molti di questi giovani siano tutti catodicamente cablati, minus habenti o totalmente illetterati, sono figli di un’altra epoca che noi senili pensiamo peggiore della nostra e vi sono molti presupposti che Ci fanno pensare che lo sia. Nulla di assolutorio, è la realtà.
    Parlando di Capi diversamente colorati e di dissensi connessi, diamo una ripassata al bigino di Storia. La sindrome del Capo, e non quella del subordinato che invece viene imposta, è un ruolo che piace sempre molto, partendo dalle mura domestiche.

    Relativamente alla ‘produzione’ ,che è un tema caro sia alle tesi liberali che a quelle marxiane, bisognerà ripensarne le linee guida, e se la Natura è il leit motiv di riferimento – perché se così non fosse stiamo giocando con le parole utilizzandola come elemento fondante alla bisogna – sarà quella che finalmente inquadrerà il problema.
    In un altro blog viene mostrato con foto aeree il parco auto invenduto e distribuito sul territorio europeo, aspettando quello cinese, non so se le cifre siano attendibili si accenna a 10 miliardi di auto giacenti.

    Il ramo va segato, ma con calma.

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  3. La più grande allucinazione
    Ovvero di come si fissino le leggi naturali senza riportarle concretamente nelle dinamiche reali, e si finisca per cadere nel tanto peggio tanto meglio.
    In queste elezioni scambiare il non voto per una scelta rivoluzionaria è evidentemente una forzatura che paralizza ogni possibile interazione con una realtà che, tra mille contraddizioni, è comunque in movimento in una direzione differente dal neoliberismo.
    Ma poiché siamo tutti maggiorenni e vaccinati, è giusto che ognuno si muova onestamente secondo il proprio grado di consapevolezza e sia pronto ad assumersi le responsabilità che ne conseguono.

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    1. Perdonami, non voglio alimentare nessuna polemica, ma non posso che muovere da ciò che scrivi per riflettere su alcune cose (e contribuire, spero, al grado di consapevolezza di tutti).
      ti cito:

      "una realtà che, tra mille contraddizioni, è comunque in movimento in una direzione differente dal neoliberismo."

      1) direzione differente non significa necessariamente direzione migliore. La storia è ricca di esempi in cui direzioni differenti si sono dimostrate ben peggiori di quelle precedenti.
      Allucinazione è quella di credere che basti il cambiamento, qualunque cambiamento, per migliorare lo stato delle cose.

      2) E' davvero cambiamento questo? Spesso ci si lascia confondere dal cambiamento della forma, del packaging, mentre la sostanza non cambia. Purtroppo la sostanza del cambiamento proposto da Grillo&C non è nota... è solo abbozzata, mezza sussurrata, sempre molto contraddittoria. Il programma del M5S, sempre che esista, non è condiviso con la massa, se non per dettagli "folkloristici".
      Il cambiamento di facciata non è utile, ciò che serve è che la consapevolezza politico-sociale della massa evolva verso una visione umanista (Comunista?) dei rapporti di produzione (e di conseguenza, rapporti sociali e umani), e questo non si ottiene con programmi raffazzonati e contraddittori, ma con la forza delle idee.

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  4. il pd ha capito il mondo e, furrrrbo, è diventato sto mostro rapace. Il m5s non avendo compreso bene i fondamenti si limita agli effetti (rapaci) e perciò non può che presentare l'onestà come valore supremo nel capitalismo... Forza italia sorride ad entrambi (un milione di dentiere).
    Le elezioni non possono che essere un calco dei luoghi comuni. Dopo il pd di italia bene comune, Italia luoghi comuni. Siamo ufficialmente entrati in non so cosa. Puttanate per lo più. Si può comunque liberamente scegliere tra destra, destra, destra o, mare! e scusate se è poco.

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  5. Uno dei più bei post che ho letto su questo sito Olympe. Sei riuscita a riassumere in un post, qual'è la situazione "reale" del paese.

    Ciao Olympe.

    Franco

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  6. Ciascuno di noi fissa le personali priorità ma : 'ognuno si muova secondo il proprio grado di consapevolezza e sia pronto ad assumersi le responsabilità che ne conseguono.' è un concetto di apparente semplicità ma nel contempo Enorme e assolutamente propedeutico per una società umanista (il lessico non è importante). E' dal big bang che tentiamo di imbroccarne la direzione.

    Nella pratica alcune semplici realizzazioni appartengono a società primitive (!), dove essenziali sono il numero delle persone (controllo interpersonale) e assenza del denaro.

    Però vale sempre la pena almeno di tentarci.

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  7. In Olanda un passo verso la rivolta: non voto al 65%

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