giovedì 30 gennaio 2014

Ineluttabilmente


Le parole non servono più, non bastano. Non abbiamo a che fare solo con dei cialtroni e dei corrotti, ma con un intero sistema che in qualunque modo si voglia denotare si resta nel generico, nell’indeterminato, al massimo nell’invettiva. Nella crisi del processo di valorizzazione, che non reclama solo tagli di welfare e di salari, ma una ristrutturazione profonda e senza precedenti dell’assetto produttivo in ordine alla divisione imperialistica del lavoro sul piano mondiale, possiamo toccare con mano la marginalità e anche la pochezza intellettuale degli avventurieri che reggono la politica nostrana.

La dimostrazione viene dal fatto che la più grande industria meccanica italiana può cambiare nome e portare le proprie sedi all’estero senza che s’alzi paglia. Del resto siamo all’esito di ciò che si preparava da lungo tempo, con una ben orchestrata manovra di distrazione o di silenzio da parte dei media.


Nell’autunno del 2010 Marchionne è comparso in televisione minacciando di chiudere gli stabilimenti italiani di Fiat auto poiché la società non guadagnava un solo euro nel nostro paese a causa della scarsa produttività degli operai (se le merci non si vendono è colpa degli operai, ovviamente). Pochi giorni dopo affermava che la società era intenzionata a investire gli ormai mitici 20mld di euro negli stabilimenti italiani in cinque anni (2011 – 2015), allo scopo di raddoppiare la produzione di automobili. La condizione per tali investimenti era che i sindacati accettassero sulla pelle degli operai le condizioni imposte dall’azienda. Al diktat ci si piegò.

Marchionne è l’uomo che fa sognare l’Italia dall’estero. Quattro anni fa Le Monde riportava una dichiarazione di questo ringhioso filibustiere con la forfora: “Noi siamo la Apple dell’automobile e la 500 è il nostro iPod”. E oggi, gennaio 2014, che cosa dicono i sindacati mentre chiudono gli stabilimenti e a Mirafiori si lavora tre giorni il mese, la società è stata acquistata dalla Chrysler e ha cambiato nome e la sede legale e finanziaria sono portate all’estero? Che sono “soddisfatti dai propositi d’investimento”. E gli operai dell’ex Fiat che cosa dicono, ma soprattutto che cosa fanno? Sono scesi in strada, hanno occupato il Museo egizio, incendiato il comune e la prefettura a mo’ di Tuileries? Figuriamoci, stanno in salotto e guardano L’ingegnere, sulla Rai, e ne hanno ben diritto per aver pagato entro il 31 gennaio il canone.

La borghesia monopolistica privata – sbaragliato ormai completamente il capitale pubblico – ha subordinato gli Stati ai suoi interessi e domina incontrastata tanto più laddove lo Stato fa risaltare la propria debolezza, corroso al suo interno dalla lotta tra le diverse fazioni per il potere e l’assalto a ciò che resta della cassa. Ne abbiamo un buon e ultimo esempio con Bankitalia e a breve con le Poste, ma Eni (oltre 30%), Enel (31%) e Finmeccanica subiranno la stessa sorte.

Noi vediamo come l’economia capitalistica non riesca in alcun modo a garantire le promesse di sviluppo e benessere per tutta la popolazione, poiché i bisogni economici e politici del proletariato non potranno mai essere a lungo soddisfatti entro il quadro dei rapporti basati sul valore di scambio e del profitto, nemmeno spingendo la spesa statale oltre ogni ragionevole possibilità finanziaria. E tuttavia dobbiamo prendere atto che la controrivoluzione ha vinto, per il momento, non solo sul terreno reale dello scontro – come mostrano le mille vicende Fiat o Elettrolux – ma anche sul terreno della battaglia ideologica.

E, prima o poi, da qui bisognerà ricominciare, ineluttabilmente.


4 commenti:

  1. Ma siamo già molto avanti; 5 stelle, 9 dicembre, e altri minori sono tutti movimenti che senza richiamarsi al comunismo stanno mettendo in crisi il sistema e alle prossime elezioni, se passa la legge elettorale di Renzusconi, potrebbero prendere la maggioranza dei seggi.
    A quel punto il potere finanziario e i suoi fantocci, letta,monti,draghi potrebbe, anzi tenterà azioni drastiche di crisi finanziaria per portare l'italia in rovina.
    In quel momento dovremo avere l'esercito e la polizia a fianco del popolo o sarà una carneficina.

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    1. stanno mettendo in crisi il sistema? in quale film?
      le elezioni le vincono coloro che controllano i media e alle prossime grillo non avrà la platea mediatica che ha avuto nelle ultime
      l'esercito e la polizia a fianco del popolo? è la migliore che sento da diverso tempo

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    2. A volte, trovo molto più incisive le sue secche risposte, che non i suoi (a volte) prolissi post.

      Cordialità

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