venerdì 24 gennaio 2014

Imperialismo spietato


L’Ucraina è a due passi da casa nostra, vaso di coccio tra vasi di ferro. Di quanto vi sta succedendo, non da oggi, ci frega poco, anzi, non c’importa nulla. Siamo gente che bada ai fatti propri, che non s’impiccia oltre l'orizzonte del proprio orto. Invece in Francia e in Spagna, per non dire dell’Inghilterra, la politica estera ha tutt’altro peso, per via della antica tradizione imperiale e coloniale. La Germania se ne occupa perché è la potenza egemone in Europa, è essa stessa l’Europa.

Possibile che una metà dell'Ucraina scenda in piazza subendo la polizia perché vuole entrare in Europa e l’altra metà si opponga perché vuole restare agganciata alla Russia? Evidentemente la questione è un po’ più complicata, ma nell’essenziale è proprio così. Noi vorremmo, se possibile, uscire dalla tenaglia europea dell’euro, loro, invece, ossia mezza Ucraina, è sull’orlo della guerra civile perché vuole entrare nella sfera d’influenza della UE e degli Usa.



Quando succedono queste cose si parla di diritti umani, di democrazia e altre stronzate di questo genere. È solo un gioco tra potenze, della democrazia non gli frega un cazzo. Perché negli Emirati arabi esiste la democrazia e i diritti umani? In Kirghizistan esiste una democrazia?  Possono realmente gli Stati Uniti, per bocca di Biden, eleggersi a campioni dei diritti? Che forse i neri hanno gli stessi diritti dei bianchi negli Usa? Questo possono crederlo solo degli imbecilli. E la Merkel e quel pagliaccio osceno di Hollande? Kiev si è rifiutata di firmare l’accorso di sottomissione all’Europa a Vilnus e ora debbono fargliela pagare a Yanukovich, con lo stesso metodo infame usato a suo tempo con Milosevich.

È forse cambiato qualcosa rispetto all’Ottocento, al grande gioco e alla strategia delle alleanze? Non si mandano più le cannoniere, s’inviano le portaerei a minacciare la sovranità nazionale altrui in nome del diritto del più forte, l’unico diritto riconosciuto effettivamente. La questione non è oggi diversa, dicevo, da quella del 1853 quando nell’autunno iniziarono le ostilità tra Russia e Turchia (altro paese dove allora come ora i diritti umani e la democrazia venivano prima di tutto).

Le flotte inglesi e francesi entrando nel Mar Nero scelsero la Crimea come luogo di scontro, ma di un conflitto fittizio si trattava. Volevano piegare la Russia senza dover pagare dazio e l’unico modo, di là delle scaramucce sul campo (fecero più morti le malattie che i cannoni), era quello di allargare la coalizione (come si fa oggi) e mettere con tale minaccia la Russia in condizioni di piegarsi.

L’Austria non voleva entrarci in questo gioco sporco, aveva altri interessi; e allora si pensò bene di minacciarla a sua volta, sollevando il buon diritto del Piemonte sul controllo del Lombardo-Veneto. Da ciò, nel gennaio 1855, venne il trattato con il Regno di Sardegna per un suo intervento in Crimea. Un colpo di genio di Cavour, si disse. Un calcolo di Parigi e Londra, in effetti.

Un colpo di pistola sparato vicino alle orecchie dell’Austria fu l’annuncio della visita del monarca piemontese a Parigi. Bastò questo per indurre Vienna a inviare un ultimatum a Pietroburgo sulla questione turca. Con tale minaccia Alessandro II si vide costretto alla trattativa. E fu così che lord Palmerston e il gagà di Parigi, Napoleone il Piccolo, poterono ergersi a campioni delle nazionalità.

La Russia di Putin, per molti motivi, non ultimo le sue basi militari strategiche, non può permettersi il lusso di lasciar finire un paese nevralgico per gli interessi russi come l’Ucraina sotto l’influsso della UE e della Nato. La Russia di Putin non è quella di Alessandro II. E tuttavia, per l’Europa e gli Usa, la questione ucraina val bene una guerra civile, l’importante è prospettarla nel modo più opportuno all’opinione pubblica.

Prima o poi un’altra Sarajevo sarà non solo possibile, ma anzi probabile. O qui o in Asia, dove si stanno acuendo le lotte commerciali, o nel Golfo Persico, insomma ovunque vi siano degli interessi molto potenti da difendere. In nome della democrazia e del diritto dei popoli, ovviamente.



10 commenti:

  1. Noi sudditi planetari possiamo solo sperare nella multilateralità e in una sorta di equilibrio 'più o meno stabile'. Se San Marino ne avesse la possibilità si comporterebbe esattamente nello stesso modo di tutte queste bande armate - est /ovest che siano -. Homo homini lupus.
    (Più del Kirghizistan è interessante il Kazakhstan: nono paese al mondo per superficie, un fuso orario da Almaty a Atyrau ,sedici milioni e passa di abitanti, materie prime a iosa. Nazarbayev potrebbe dare casa e consumi ad ogni neonato, ma non è così).

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  2. Un contributo sulla questione Ucraina: http://www.marx21.it/internazionale/area-ex-urss/23175-ucraina-i-comunisti-per-lintegrazione-con-russia-e-bielorussia.html

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  3. alla faccia dell'autodeterminazione dei popoli.....il fattore esterno pesa sempre di più
    AG

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  4. Letto il contributo sulla questione, bisognerà capire se converrà loro buttarsi tra le braccia dell'oligarchia di Goldman Sachs o piuttosto di Gazprom. Quest'ultima, perchè in caso contrario Vladimir Vladimirovic gli chiude i rubinetti. La paleopatologia mi insegna però che a prenderlo in quel posto sono sempre gli stessi, in orbe terraqueo e da mò.
    Poka tavarisci - a presto compagni

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    1. Sì devo convenire con te che alla fine sti poveri disperati sono in bilico tra padella e brace....

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  5. Un paio di chiariment: L'imperatore che ricevette la missiva austriaca (che non fu un atto di guerra, ma una lettera paracula con cui la leadership austriaca per fare felici tutti e invece si fece tutti nemici) fu Nicola I, tanto che leggende vogliono che sia morto poco dopo di tristezza (sotto di lui la Russia era il gendarme d'Europa e pochi anni prima, nel 48-49 si era mosso per salvare il sedere agli Asburgo durante la rivoluzione ungherese).

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  6. Spero che il primo commento sia arrivato e sia in fase di approvazione anche se qui non dice niente (si parlava dell'errore sull'imperatore russo in carica: Nicola primo).
    Per quanto rigurda l'Ucraina e` invece un po' piu` complesso: a parer mio chi manifesta piu` che avvicinarsi all'europa sta cercando di allontanarsi dalla Russia e in un certo senso dall'Ukraina stessa. La popolazione dell'Ukraina occidentale porta con se un odio fiscerale per la Russia e quello che ha rappresentato (sono quelli che non parlano russo pur sapendolo), tanto da non poter vedere effettivamente come stanno le cose e la rovina economico commerciale (quantomeno in una prima fase) nel caso si aprissero completamente ai commerci con l'EU.
    Credo che molti di essi stiano effettivamente solo attendendo di essere in Shengen per andarsene il prima possibile.

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    1. nessun errore, la trattaiva fu condotta sotto alessandro II, così come dico nel post

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  7. Per ultimo la guerra ebbe un'origine chiara e onesta, la Russia aveva violato il tacito accordo per cui nell'aerea europea non ci sarebbero dovuti essere cambi confini e nessuno avrebbe dovuto toccare l'impero ottomano nelle condizioni ridicole in cui si trovava perche` avrebbe solamente causato conflitti tra le potenze europee per la sua spartizione. La Russia poteva espandersi ad est senza problemi ma non nel quadro europeo. Cavour fece la mossa perfetta al momento giusto.

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    1. palmerston propose a napoleone la crimea come teatro di scontro perché avevano bisogno di una guerra finta. fu nicola che pensò a una guerra vera e che con stupida brutalità lanciò una dopo l'altra, l'ultima in pieno inverno, le sue armate su sebastopoli. l'austria non temeva solo una questione italiana ma soprattutto la questione polacca, così come la prussia aveva altri interessi da difendere, ecc.
      il post non aveva lo scopo di un saggio di storia ma solo mettere in rilievo, in breve, come, pur cambiando le epoche, le politiche di potenza non cambino sostanzialmente

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