sabato 26 ottobre 2013

Il merito di Berlusconi


Pietro Giarda, l’ex ministro di Monti per i rapporti con il parlamento, prima di lasciare la seggiola ha depositato 295 pagine di un suo rapporto sulla spesa pubblica. Insomma, nella permanenza al dicastero il suo copia incolla è stato di mezza paginetta al giorno, anche meno se consideriamo grafici e tabelle. È su tale rapporto del'ex ministro con le orecchie a Dumbo, e non sulle carte del ministro Bondi, che Carlo Cottarelli si accinge ad usare l’ascia per tagliare le “inefficienze” e gli “sprechi” di spesa. E che vi siano inefficienze, sprechi e sovrapposizioni mi pare non vi siano dubbi. Si pensi solo al fatto che polizia e carabinieri costano 14 miliardi all’anno, senza dire della guardia di finanza, delle capitanerie di porto, della forestale, delle polizie provinciali, prefetture, eccetera. Senza dire del resto.

Meno noto è il fatto – ma sono dettagli – che per fare questo ingrato lavoro, il Cottarelli Carlo esige uno stipendio “vicino al tetto di 294mila euro”. E, soprattutto, un contratto triennale inattaccabile, dunque al riparo dallo spoil systemqualunque siano i risultati della sua immane e (vedremo) inane fatica. Però, informano i giornali, ha rinunciato all’auto blu. Già me li vedo il Cottarelli e il suo pool di funzionari prendere l’autobus e obliterare il biglietto!

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Bisogna riconoscere un innegabile merito a Silvio Berlusconi, anche se si tratta di un merito che egli, lo sa bene, non avrebbe conseguito senza l’interessata complicità di un paese arretrato socialmente, culturalmente e moralmente, quello stesso paese che egli ha icasticamente ritratto con una celebre frase. Un merito nemmeno tanto singolare dato che il suo nome è aggiunto a una lunga lista di non meno meritevoli. E tuttavia tra quella teoria di nomi il suo si adorna di un asterisco, un richiamo a piè di pagina, una segnalazione di encomio.

Nessuno come Berlusconi ha reso palese una verità che altrimenti l’ipocrisia e la mistificazione tendono a nascondere, ossia che il diritto si può comprare e con le leggi si può mercanteggiare. Lo dimostra da trent’anni, ad libitum, perciò solo se si è in malafede o sciocchi si può credere che questo sistema sociale sia altro da una combinazione di soldi, affari e intese di potere.

Come detto, egli non rappresenta l’unico caso, è però raro l’asterisco, l’attributo d’eccellenza che lo accompagna, poiché in nessuna sedicente democrazia un pluricondannato per reati comuni può continuare a sedere nel seggio parlamentare e condizionare a capriccio, con il partito del quale è padrone, il governo e dunque ogni aspetto della vita del paese.

È da dire, ad onore del vero, che in nessun’altra democrazia, sia pure immaginaria, un presidente della repubblica intratterrebbe rapporti diretti e indiretti, a qualsiasi titolo e sottotitolo, con un individuo del genere o con i suoi emissari; in nessun’altra democrazia, per quanto affetta da “ritardo mediterraneo”, il parlamento tollererebbe per gli stessi motivi che egli non fosse ancora decaduto in giusta applicazione di legge.

Infine bisogna anche dire che se un simile faccendiere si fosse limitato a coltivare la sua carriera imprenditoriale senza intraprendere quella politica, non avrebbe trovato l’opposizione di una magistratura così occhiuta e severa, e dunque certi reati non sarebbero venuti a galla e per altri delitti il reo se la sarebbe sbrogliata meglio. Non perché innocente, questo è pacifico, ma perché avrebbe potuto profittare del silenzio dei media dei quali è proprietario e della complicità di altri potentati purché la conduzione dei suoi affari non desse fastidio.


E tuttavia quando le leggi di bilancio di uno Stato sono soggette al placet di un potere di verifica esterno, e il quadro di “stabilità” governativo è ad arbitrio di uno come Silvio Berlusconi,  tutto quello che con le parole viene aggiunto è, me ne rendo conto, chiacchiera.

3 commenti:

  1. Si può discutere sul fatto che non abbia senso avere trentacinque corpi di polizia diversi che in teoria fanno più o meno la stessa cosa (polizia, carabinieri, ecc...), ma un servizio di emergenza universale come quello del 112 non andrei a toccarlo in nome della fantasmagorica spending review.
    O vogliamo solo la polizia privata?

    Carlo

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    1. magari tagliamo i costi di rappresentanza e quelli per i soggiorni marini e montani, solo per citare

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  2. En passant

    B non ha capito bene - o se crede di fregare anche loro è mal consigliato e avrà un durissimo risveglio - che la mafia ha deciso in che campo stare.
    Si sa, i maggiordomi hanno un coraggio da leoni a sbattere fuori ospiti indesiderati per i loro padroni...anche se d'alto lignaggio.

    Domani un'ora in più. ciao gianni


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