sabato 24 agosto 2013

Temporanea inagibilità mentale


La prima volta che si è dibattuto di “temporanea (sic!) infermità mentale” in un’aula di tribunale, è stato nel processo a carico di Dan Sickles, uno yenkee  nato a New York nel 1819, un tizio che nonostante l’accusa di aver ucciso un procuratore distrettuale, visse poi molto a lungo, fino alla vigilia della prima guerra mondiale, e senza una gamba, lasciata sul campo di battaglia di Gettysburg.

Sickles era un uomo non molto alto, dalla vita sottile, dagli occhi cerchiati e dai folti mustacchi. Era un lady-killer, diciamo pure un noto puttaniere, ma soprattutto divenne famoso per essere un gentleman-killer. La vicenda che appassionò e divertì l’intera nazione è presto detta. Il procuratore del distretto di Colombia, Philip Barton Key II, figlio a sua volta dell’ex procuratore distrettuale Francis Scott Key – quello che scrisse l’inno degli Stati Uniti –, era un bel tomo, ardito al punto da far la corte nientemeno che alla moglie di un tipo focosetto come il deputato Dan Sickles.



Sickles era sposato con Teresa Da Ponte Bagioli  – figlia del noto insegnante di canto italiano Antonio Bagioli e di Maria Cooke, a sua vota figlia naturale di Lorenzo Da Ponte, il noto librettista delle opere di Mozart (com’è piccolo il mondo!). Sickles sospettava da tempo che sua moglie – la quale aveva quasi la metà dei suoi anni – se la facesse con Philip Barton Key. Ricevette una lettera anonima che dettagliava la faccenda, ma non sappiamo se essa fosse stata scritta da Sickles medesimo, come nel film di Germi con Mastroianni. Ad ogni buon conto, Sickles costrinse la signora a confessare e, da accorto avvocato, a mettere tutto per iscritto. In un freddo giorno di febbraio del 1859, Sickles colse Philip a far cenni a sua moglie dal marciapiede, sicché corse fuori e lo fulminò con la rivoltella. Philip fu portato alla Old Club House, dove spirò in quella che poi divenne la sala da pranzo del governatore.

Sennonché Sickles assunse in sua difesa degli avvocati di grosso calibro, quali Edwin McMasters Stanton, che fu poi ministro della Guerra nella presidenza Lincoln e poi anche con il successore Andrew Johnson. Stanton riuscì a strappare le lacrime della giuria quando narrò le sofferenze patite dal suo cliente nell’apprendere che un paio di corna ornavano la sua fronte ignara e innocente. La giuria si commosse a tal punto che Stanton riuscì a fargli accettare la tesi della “temporanea infermità mentale”, formula da lui inventata. E che si trattasse d’infermità mentale assai “temporanea” fu dimostrato dal fatto che essa non durò più di qualche giorno poiché altrimenti Sickles sarebbe stato costretto a dimettersi dal Parlamento.

Altri tempi, avvocati ben capaci e fantasiosi, ma soprattutto imputati che i drammi li sapevano recitare per bene!








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