sabato 31 agosto 2013

Salvo complicazioni


Scrive Mark Mazzetti sul New York Times che di fronte al vacillante appoggio delle capitali straniere alla decisione di Obama di attaccare la Siria, lo stesso presidente Usa ha preso ieri la decisioni di “punire” Assad perché “è in gioco la credibilità americana”. Si uccide con un attacco missilistico dalle conseguenze imprevedibili e che potrebbe portare perfino a un conflitto generalizzato perché “è in gioco la credibilità americana”, dunque come si comporta un gang perché gli si è “mancati di rispetto”.

Sono questi banditi i padroni del mondo che fanno e disfano regimi e nazioni a tutela esclusiva dei loro interessi. È questa gentaglia che nel corso di decenni ha messo al bando il nazionalismo arabo favorendo l’islamismo, l’ala più fanatica e radicale, il pericolo, dopo gli Usa, che l’umanità deve temere di più. Sarebbe di sicuro interesse sapere (e lo sappiamo) perché gli Usa, così come in passato per altre situazioni, sostengano le bande di ribelli in Siria in una guerra civile che è costata finora 100mila morti.



Fa sorridere che dopo la decisione del parlamento inglese di non seguire le velleità guerrafondaie degli Usa, il segretario di stato americano, John Kerry, abbia lodato il presidente François Hollande, il “socialista”, per aver offerto un forte sostegno per l'azione militare in Siria, affermando che la Francia è "il nostro più antico alleato". Il richiamo alla storia da parte di Kerry non è casuale, e suona come un ammonimento alla defezione di Londra, un’allusione che non è sfuggita nemmeno al Mark Mazzetti di turno.

E tutto questo avviene a onta delle decisioni dell’Onu, delle risultanze dei suoi ispettori. Possibile che non ci si chieda: ma cosa ci fa permanentemente nel Mediterraneo una flotta poderosa di un paese che sta al di là dell’Atlantico? E con decine di basi aeree e terrestri in Europa? Non era forse finita la guerra fredda, non è forse caduto il Muro? Domande ingenue, l’ammetto. Non è casuale che l’Europa resti un nano politico e militare.

Ci hanno educati, giorno per giorno, ad accettare un paradigma che non regge né alla prova della storia e nemmeno a quella della cronaca corrente, ossia che gli Stati Uniti d’America (un paese che già nel nome s’arroga il diritto di rappresentare un intero continente) rappresentino la democrazia, i diritti umani, la libertà. La storia degli Usa, della loro formazione, è la più clamorosa smentita di questo fatto. Non molto diversa della pax romana imposta sulle antiche civiltà a partire dal II secolo dell’evo antico. Non è casuale che essi in molte cose, anzitutto nella formazione della propria classe dirigente, istruita secondo un progetto di cultura unitaria classista e razzista, si richiamino esplicitamente a tale modello.


Ad ogni buon conto, tra la prossima notte e quella successiva dovrebbe – a mio avviso – scattare l’attacco missilistico. Salvo complicazioni russe, cioè di altra bella gente.

2 commenti:

  1. E c'è da aggiungere che, ad Obama, è stato conferito un Nobel per 'LA PACE " !!!

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  2. Come si riesca ad accettare tutto questo e' qualcosa che desta meraviglia.
    Buona notte.

    Annick

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