sabato 20 aprile 2013

Mi spiace signor Grillo, lei arriva tardi



Come si può conciliare l’elezione a presidente della repubblica di uno dei promotori del referendum sull’acqua pubblica e altre simili iniziative?

«Noi volgiamo l’acqua pubblica, la scuola pubblica, la sanità pubblica, lo Stato che si riprenda le concessioni, lo Stato che diventi Stato finalmente democratico» (*).

No, uno che ha in testa idee che coincidono con quelle di Grillo e Casaleggio, ma soprattutto con quelle di decine di milioni d’italiani, non verrà mai eletto né al Quirinale e tantomeno può essere incaricato a premier. Del resto è stato detto chiaro, anzi scritto nero su bianco, ossia che Roma deve proseguire sulla linea dettata da Berlino e Francoforte, cioè sul “tipo di decisioni politiche credibili che sono la precondizione per ottenere l’accesso all’assistenza della Bce”.




Perciò la questione chiave è garantire la continuità della linea europea. Per tale ragione il tentativo di Bersani, ancor prima di fallire per l’irriducibile insulsaggine di Grillo&C., è stato minato in ogni modo dall’interno del Pd e con l’appoggio attivo di Berlusconi e Monti. Far fuori Bersani e il suo programma di “cambiamento”, di “andare a dire in Europa quel che c’è da dire”, era a quel punto diventata una questione prioritaria. Anche l’elezione di Prodi diventava a quel punto pericolosa, bisognava dissipare ogni pur flebile tentativo che potesse vedere la partecipazione, diretta o indiretta, di Grillo al futuro governo.

Grillo forse si sta accorgendo dell’errore commesso, ma è troppo tardi, ha ancora delle fiches ma non può più metterle sul piatto. Mai più. Doveva giocarsele ieri sera a sorpresa, votando Prodi. In tal caso avrebbe avuto non già certezza di far contare ancora qualcosa ai suoi voti, ma almeno una chance.

Tuttavia, queste cose, non provano alcunché rispetto alla posizione oggettiva del 5 Stelle di essere interno allo schema dominante dei rapporti economici. Resta sempre questa una lotta tra fazioni della stessa classe giocata sui bisogni e le aspettative delle classi subalterne.

(*) Il Grillo canta sempre al tramonto, Chiarelettere, 2013.

16 commenti:

  1. Il nostro collega blogger nonché privato cittadino soppalcato itinerante sta calando in fretta e furia su Roma, per protestare davanti a Montecitorio per la squallida rielezione concordata di Napolitano. Gesto molto costruttivo, sono commosso. Anche in questo caso arriva tardi e dalla direzione sbagliata, visto che avrebbe potuto fare qualcosa di più concreto cercando di imporre indicazione di voto presidenziale e molto altro stando dentro un Governo, con i suoi e lui pure, come persona fisica. Ma è storia vecchia.
    Invece, quando si tratta di approfittare dell'ennesima occasione per fare un pistolotto moralistico in piazza su una conclamata miseria della sinistrata compagine PDpiùC, Grillo arriva sempre a tempo: puntuale come un palinsesto tv.

    Rodotà era davvero qualcosa di troppo impegnativo e imbarazzante per il livello di questi politicanti. Vorrai mica che la sedicente Sinistra voti qualcosa di sinistra! Suvvia.

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  2. Chi troppo vuole nulla stringe, Adesso vuole la marcia su Roma ma la abbiamo già vista e non ci è piaciuta

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  3. Grillo ha peccato di ingenuità. Sapeva di avere a che fare con degli stronzi, ma non immaginava fossero COSI' stronzi. Adesso mi sa che è proprio finita, prima ancora che fosse iniziata. Adesso è inutile protestare davanti a Montecitorio. Qualunque cosa Grillo dica o peggio, se succede qualcosa, sarà usata contro di lui.
    Il Potere ha mostrato il suo vero volto ed è osceno e schifoso e pure spaventoso.
    Non vorrei sentirmi così, ma ho un'amarezza senza limiti.
    Il peggio è vedere i cosiddetti giornalisti gongolare.
    Siamo in Italia. Era inutile e stupido sperare.
    Il popolo si attacchi ai gratta e vinci.

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  4. Aggiungo che Grillo dovrebbe starsene fermo e accettare di stare all'opposizione per tutto il tempo che ci vuole, ma è tempo perso anche questo. CI saranno marce di protesta che non serviranno a un cazzo. Anzi sì, serviranno a rinforzare le convinzioni di chi pensa che il M5S sia fascista. Non c'è una speranza che una, in questo cazzo di paese.
    Da adesso in poi mi occuperò solo di musica.

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    1. È tanto suscettibile per questa corbelleria del presidente della Repubblica? Glielo dico simpaticamente, eh, caro Massimo: se gli strilloni di quella buonanima di Cervetto non le suonano il campanello almeno una volta il mese, legga tutto d’Olympe, non solo le opinioni spicce.

      No, perché allora non capisco a quale romantica disciplina ci saremmo dovuti convertire «noialtri» dopo aver letto le pagine sul processo di valorizzazione del capitale. (Benché si dica di certuni che dopo le presentazioni di La Barbera si dànno al bungee jumping.)

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    2. Lei viene a noia, caro signore, come tutti i dandy che credono di conoscere il mondo. Nessuno le chiede di convertirsi a nulla.
      Le sembrerà sciocco, dall'alto della sua prosopopea, ma nonostante le ineccepibili analisi marxiane della gentile Olympe, ho la scemenza di credere che la nostra italietta ha perso un'occasione per l'ingenuità politica di Grillo.
      Ho inoltre l'ingenuità di credere che il movimento 5 stelle sia suscettibile di una evoluzione anticapitalista o perlomeno socialista nel senso migliore del termine, che nessun altro partito, o movimento possiede. Non ho detto che è socialista, ma che può avvicinarsi. Vede quanto sono stupido?
      E' che, nonostante tutte le manovre da "altrove" alla fine sono sempre gli esseri umani che fanno, vincono o perdono. Eh, sì, sono un inguaribile romantico. E' il cinismo benaltrista che la fa da padrone in questo cazzo di paese.

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    3. Dandy? Per carità, son solo un intemerato borghese con molto tempo libero a disposizione.

      Mettiamola cosí, col massimo rispetto —la iattanza è di buon gusto per non annoiare—, un pugno d’istanze sociali, peraltro tanto contraddittorie (a partir dall’abominevole copulazione tra petite entreprise e «cognitariato»), non fanno socialismo, ma nemmeno una china, una «suscettibilità», nulla. Non piú, s’avrebbe a intendere, del fascismo sociale del crepuscolo (aurorale e estremo) né —io ce l’appaio senza remore— della socialdemocrazia (vive la Troisième Internationale!): parevano anche queste vie per l’anticapitalismo, pure meno traumatiche della rivoluzione —e cosí, a scegliere il sentiero meno aspro, s’è salutato sempre piú di lontano il cacume del monte Ventoso.

      In verità giudico che il marxismo ideologico (immaginario, escatologico, filosofico, ecc., dal gigantesco Bloch al picciol Fusaro) sia solo una trovata di noi figli della grandigia bourgeoise per affrettar la promessa chiliastica che la scienza del capitale ha in embrione. È precisamente un fatto di prosàpia, poiché la borghesia è la classe dell’universalità (per la troppa palestra sovrastrutturale) —e, di conseguenza, della schizofrenia, ma su ’sta storia ho già eccitato l’ira della nostra Olympe, sicché taccio.

      Il comunismo? Al limitar dei due mondi il proletariato, mi si creda, anzi si creda a Marx, non avrà bisogno dell’enzima iniettato dalla borghesia romantica. Sí, lo so, lo so che soprattutto per quelli che son di furia come me il soggetto rivoluzionario pare tediosamente inerte. E però, scasserà l’intero vecchio sistema alla sua obsolescenza, e —fine della preistoria dell’umanità. C’è da aspettare il καιρός.

      Gli appelli, gli articoli, la teoria, non ismuovon nulla. Sono soltanto un’angosciante distrazione prima del Ragnarök. È la nostra maledizione, Massimo! Lei aveva voluto sperare che l’elezione condivisa di Prodi o la fiducia a Bersani avrebbero dato corso alla storia piú della mostruosa contraddizione tra accentramento dei mezzi di produzione e socializzazione del lavoro? È un legittimo scacciapensieri.

      Ma mi dica, mi dica: preferisce Schönberg o Stravinskij?

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    4. Che sia Ragnarok, allora, e non sorga più il sole. Ho in uggia Schönberg e la seconda Scuola di Vienna tranne il buon Berg. Stravinskij, il genio borghese che ha fatto tutto e il contrario di tutto, sì. Se lo poteva permettere.
      Vabbé aspettiamo il kairos. Sulla promessa chiliastica del marxismo sono d'accordo con lei. E' per quello che mi incazzo quando ci si perde nel teorico e non si vuole vedere quel poco che c'è qui e ora, che è tutto quello che c'è e ci sarà mai, con buona pace del kairos.
      Il fallimento è sicuro, lo so. Ma per dirla con Beckett, ogni volta si fallisce meglio.

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  5. Quando un partito è pieno di legami corporativi come il PD non può sottrarsi al giogo del ricatto ; inevitabile che non riaffiorasse in tutto il suo sfrontato e cinico squallore il legame magnetico tra PDL e PD .

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  6. Vi faccio notare che il vostro partito, a cui avete dato il voto soprattutto in funzione antiberlusconica, sta insidiando la "posizione" di Ruby e voi continuate a fare le pulci a Grillo.

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    1. evidentemente lei, se parla di "vostro partito", è la prima volta che legge questo blog

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    2. Grillo è arrivato tardi. Voi siete fermi al 1800. Datevi una mossa...

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    3. posso essere d'accordo, tu cosa suggerisci?

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