domenica 28 aprile 2013

Il significato della lotta di classe per Scalfari



Ho calcolato la media dell’età dei ministri che contano, cioè quelli con portafoglio, compreso il presidente e il vice; ebbene siamo al di sopra dei 56 anni. Definirlo un governo di giovani è possibile solo in un paese di vecchi. Una delle più giovani è la ministra Carrozza, quella dell’istruzione, la quale sostiene che nel suo ateneo, non avendo potuto assumere insegnanti, ha però “reclutato molti ricercatori”, ossia dei precari, a vita quando va bene. È il nuovo che avanza, e dopo tre giorni puzzerà. O come quell’altro ministro, senza portafoglio, che dice che senza sviluppare il Meridione … ecc.. Evidentemente pensa di rivolgersi a san Gennaro.

* * *


Questa volta però la crisi è ancora più grave perché non è soltanto il nostro paese ad esser malato, è malata l'Europa, è malato il Giappone, sono malati gli Stati Uniti d'America, è malata l'Africa e il Vicino Oriente. Insomma è malato il mondo.

Che cosa dedurre da questa considerazione? Posto che sappiamo chi è il malato, per predisporre la cura sarà ben necessario sapere di che malattia si tratta, qual è il morbo.

Ma spesso ce lo dimentichiamo ed è un errore perché ci toglie la prospettiva, ci fa scambiare gli effetti per cause e prescrive le terapie che sono soltanto "placebo" e non medicine efficaci.

Eccolo, come i troppi magliari in camice bianco, anche Scalfari predica bene, vuole prescrivere la terapia giusta ma non vuole chiamare la malattia col suo vero nome. In tal modo la vuole esorcizzare.

La malattia cominciò nel 2008 con la crisi del mercato immobiliare americano che culminò col fallimento della Lehman Brothers. Poi, nei mesi e negli anni successivi, si allargò all'Europa, coinvolse in varia misura il resto del mondo e infine diventò, in Europa, recessione e crisi sociale. Durerà fino all'anno prossimo e questo è lo stato dei fatti.

Eccolo qui il luminare, descrive i sintomi della patologia, ne stima anche il decorso, ma non sa dire di che malattia si tratti, e perciò dice che cominciò nel 2008 quando gli effetti si resero palesi col fallimento della solita banca, ieri la Lehman, ieri l’altro il fallimento della banca Danat e della Dresdner Bank, unitamente a quello dell’austriaco Kredit Anstalt che destabilizzano l’intera Europa centrale e ci regalarono la crisetta degli anni Trenta. Ma le crisi finanziarie sono solo l’epifenomeno delle crisi.

E tuttavia, Scalfari non può e non vuole dire di cosa esattamente si tratti. Altrimenti il paziente capisce che la cura è sbagliata e lui, il luminare, un ciarlatano che ciula nel manico.

La politica ha ceduto al passo all'economia e deve riprendere la sua supremazia e puntare sull'espansione. 

Dunque la causa sta nella politica, nell’eccessivo ruolo lasciato all’economia? E di che tipo di economia si tratta, perché non funziona quando invece per trent’anni ci avete rotto le scatole e anche qualcos’altro con la faccenda che bastava privatizzare, liberalizzare, abolire barriere, eccetera?

Lo sostengono in molti [che la politica ha ceduto al passo all'economia] e Krugman lo teorizza, ma gli sfugge un elemento fondamentale: nel mondo globale la ricchezza tende a ridistribuirsi tra i paesi che emergono dalla povertà e gli altri che riposano passivamente su un'antica opulenza. 

Quella che Scalfari chiama ricchezza è capitale, il quale punta a valorizzarsi là dove la forza-lavoro costa di meno. Ad aver permesso e favorito queste cose è stata proprio la politica, la quale è sempre stata al servizio delle forze del capitalismo. Non è un fatto casuale, il capriccio di una politica cattiva, ma una necessità storica del capitalismo nella sua fase imperialistica. E fino a qua ci arriva anche Scalfari che dalle parti del marxismo ha pure orecchiato qualcosa:

Questo movimento ha una forza e una ineluttabilità che non possono essere arginate; possono essere tutt'al più contenute entro limiti sopportabili attraverso un confronto tra le potenze continentali. 

[ …] Probabilmente la causa dell'errore sta nel fatto che l'analisi della situazione e la terapia capace di guarirne la malattia sono soverchiate dagli interessi, dalle ambizioni, dalle vanità delle lobbies e degli individui.

Eccola qui la visione strategica dell’equilibrista Scalfari, il quale stabilisce che non possiamo far niente contro le forze cieche dell’economia, le quali agiscono con la forza delle leggi di natura. Bravo, e noi siamo colonie di topi in balia di tali leggi. Non possiamo far nulla contro le leggi del profitto e il ciclo di accumulazione capitalistico. Il nostro è dunque un destino ineluttabile e ci vuole rassegnazione.

Gli esseri umani, come gli altri animali, dovranno dunque riprodurre la loro vita sulla base esclusiva delle leggi di natura, ossia di leggi sociali che funzionano come leggi di natura, senza potersi opporre, senza poter determinare altrimenti il loro destino, come se l’attività dell’uomo fosse determinata esclusivamente dall’ambiente.

Noi uomini dunque non possiamo produrre, regolare e controllare il nostro ricambio organico con la natura, non possiamo contrapporre noi stessi quale una fra le potenze della natura, assoggettare il gioco delle forze della natura al nostro potere. Lo possiamo fare – secondo Scalfari e quelli che la pensano come lui – nell’ambito scientifico e in altre cose, ma non nell’ambito della produzione della nostra vita, cioè nella sfera dell’economia. È lo stesso fatalismo del quale era fatta convinta la forza-lavoro che costruiva le antiche piramidi, così come oggi è fatta convinta dall’ideologia borghese la forza-lavoro che costruisce i moderni grattacieli.

La malattia, Scalfari lo sa bene, è il modo di produzione capitalistico, la sua anarchia; la “ricchezza” non è altro che il profitto di cui questo sistema si nutre per sopravvivere; le crisi la manifestazione della contraddizione principale di questo sistema produttivo; le ambizioni, le vanità, e gli interessi, sono gli strumenti propri, soggettivi e oggettivi, di una classe di parassiti che sfrutta il mondo intero. La borghesia ha dimostrato di essere maestra nel negare da un lato la lotta di classe e dell’altro nel svilupparla in ogni sua determinazione contro il proletariato.

11 commenti:

  1. Link: http://www.liberi-pensieri.info/2013/04/litalia-e-disfatta-adesso-disfaciamo-gli-italiani/

    sono MOLTO preoccupata

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    1. ciao Lalla,

      grazie per la segnalazione, ma di Sergio Di Cori Modigliani, te lo dico con franchezza, non ho un giudizio positivo, a prescindere

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  2. Cara Olimpia,
    grazie por la critica a Scalfari che se uno gioca in Borsa è un punto di riferimento perchè bisogna fare sempre il contrario di quello che lui dice.
    Il problema è che anche la tua ricetta, cambiare il modo di produzione capitalistico, non spiega i passi da fare.
    E' come dire: bisogna fare la torta paradiso ma dai solo gli ingrdienti senza dire le quantità e soprattutto il procedimento. C'è il rischio, anzi la certezza che venga una frittata.

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    1. Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua

      Bertolt Brecht

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  3. Terrorismo di Stato? False flag? Perché me l'aspettavo?
    Olympe aiutami a rispondere...

    Stefano

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    1. rifletti: ciò che avviene per caso, avviene anche secondo le leggi della necessità

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  4. Io oramai aspetto gli editoriali di Scalfari solo per leggere i tuoi di replica.

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  5. Non ci si deve mai stancare di evidenziare la magagna d'interpretazione "fatalistica" di determinati accadimenti. Soltanto perché più complesso e impegnativo concentrarsi a individuare parametri di valutazione, si preferisce reputarli non misurabili, quindi non maneggiabili, non manovrabili, non indirizzabili. Altrimenti si scoprirebbe che ogni costruzione dell'uomo, in quanto tale, è un immanente macchinario con meccanismi fatti da uomini e dagli stessi uomini modificabili; a patto che si voglia (prima ancora "che si sappia") mettervi mano. La piaga intellettuale è appunto quell'atteggiamento fideistico che ristagna nel "dato per immutabile". Prima ancora del discutere se le piramidi, le chiese, i grattacieli, il Palazzo, siano cosa buona e giusta oppure cosa grama e ingiusta, il dubbio viene affogato ancora pargoletto nella tinozza dell'"intanto non può essere altrimenti che così".
    Al che, faraoni, stregoni e sacerdoti, hanno già vinto in partenza, assegnando agli scribi la narrazione della loro inalterabile gloria.

    Eppure, citando Hitchens, non bisognerebbe mai dimenticare che ogni essere umano va di corpo tutti i giorni, compresi Draghi e Faraoni. Quindi, qualsiasi catafalco sociale, non è calato dalle nuvole, ma elevato sopra le nuvole da quei mortali che possono trarne convenienza.

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    1. per quel che valgono, le mie "divagazioni" non sono casuali:

      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/04/divagazioni-del-lunedi-ideologi-tempo.html

      in particolare vorrei sottolineare quanto scrive Marx nei Grundrisse:

      “Soltanto col capitale la natura diventa un puro oggetto per l'uomo, un puro oggetto di utilità, e cessa di essere riconosciuta come forza per sé; e la stessa conoscenza teoretica delle sue leggi autonome si presenta semplicemente come astuzia capace di subordinarla ai bisogni umani sia come oggetto di consumo sia come mezzo di produzione”.

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