venerdì 22 marzo 2013

Santi, poeti e raccontatori di balle



L’India è ormai un attore economico e politico di rilievo globale, tanto da diventare nel 2011, secondo i dati del FMI, la terza economia mondiale in termini di Parità di potere d’acquisto – dopo Usa e Cina – e la decima in termini nominali. L’agricoltura ha gradualmente visto ridurre il proprio contributo al PIL nazionale, attualmente pari a circa 16%, pur assorbendo ancora oltre il 60% della forza lavoro. Il settore manifatturiero contribuisce al PIL per un 15%, ma la parte della tigre la fanno i servizi, con il 60% del Pil. I tassi di sviluppo sostenuti hanno tuttavia avuto un impatto diverso nelle diverse regioni e strati sociali dell’India, aumentando le disuguaglianze tra ricchi e poveri: secondo i dati della banca mondiale circa il 40% della popolazione indiana vivrebbe al di sotto della soglia di povertà (1,25$ PPP al giorno). Allo stesso tempo, secondo la rivista Forbes, l’India vanta il numero più alto di miliardari in tutta l’Asia: 5 milioni di super ricchi e circa 100 milioni di benestanti. Perciò l’India conta 1,2 miliardi di poveri.




Le importazioni indiane sono aumentate di cinque volte in 10 anni, e attualmente si viaggia con incrementi annui a due cifre che portano il valore dell'import ben oltre circa il 30% del PIL e quello dell'export a circa il 25% del PIL. La UE – con la Cina – è il primo partner commerciale dell'India e nel periodo dal 1999 al 2010 ha triplicato il proprio export verso il subcontinente (la Cina l’ha moltiplicato per venti!). Gli incrementi annui della UE viaggiano sull’ordine del 25-30%!! Nell'anno 2011 l'Italia è stata il quarto partner commerciale dell'India tra i Paesi UE, con una quota del 10,7% sul totale dell'interscambio India-UE, preceduta da Germania (21,7%), Belgio (16,55%) e Gran Bretagna (15,7%). Le statistiche del Belgio sono tuttavia principalmente trainate dal commercio di diamanti e preziosi. Segue la Francia con una quota dell'8,6%. Con una crescita del 18,2% rispetto al 2010, l'interscambio Italia-India ha segnato un trend lievemente superiore alla media UE (17,34%).

Bisogna essere molto ingenui e non sapere nulla di come funzionano certe cose per credere che l’iniziativa di trattenere in Italia i due marò sia stata presa in solitudine dal ministro degli esteri, senza peraltro che ne fosse a conoscenza il ministro della difesa. Invece una decisione del genere può essere divenuta operativa solo con l’accordo di tutti i ministeri interessati e con l’autorizzazione esplicita del presidente del consiglio e il placet del Quirinale. Siamo il paese che siamo, ma le cose intorno a questa vicenda non possono aver seguito strade diverse.




1 commento:

  1. siamo alle solite:il governo Monti può vantare tra i suoi gioielli anche l'eccellentissimo Ministro degli Affari Esteri che ha mostrato competenza e senso di responsabilità . per quel che mi riguarda i due Marò (che già il nome mi dà ai nervi)hanno goduto di troppi onori ( tra l'altro a spese nostre che gli abbiamo pagato 2 viaggi in Italia per il Natale e per votare !!! ...e mi chiedo quando mai s'è vista una cosa del genere.... ). data la controversia tra italia e india sarebbe stato molto più saggio e opportuno affidare la questione direttamente ad un organo internazionale tipo l'ONU così avremmo anche evitato la solita figura degli Italiani "inaffidabili e spergiuri " .comunque è chiaro che per salvare gli accordi economici in atto gli darebbero pure la mamma.... ! ciao olympe.

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