giovedì 14 marzo 2013

Piazze piene e chiese vuote



Il cristianesimo, il sincretismo cristiano, fu la risposta all’esplosione del pauperismo nell’impero romano declinante e socialmente lacerato. Anche quando divenne cattolico e romano, la sua indiscussa abilità – l’unica peraltro – fu nella facoltà di adattarsi ai meccanismi omeostatici dell’economia. Ancor oggi, sia pure con grande fatica e vanamente, la Chiesa cattolica si propone come ponte gettato tra la rigida morale celeste e l’austerità indotta dalla crisi dell’economia terreste.

Nell’epoca del trionfo della tecnologia in cui mutano i segni e gli alfabeti, cosa c’è di più arcaico di un comignolo che invia segnali di fumo per annunciare l’elezione dell’ultimo monarca assoluto? Che cosa c’è di più suggestivo del nome emblematico di Francesco nell’annunciare l’incontro con le apparentemente nuove teorie della decrescita che mandano in fregola le banche e gli ambasciatori del capitale americano?



Non avendo potuto cedere fino in fondo alle lusinghe della modernità mercantile, ecco che nella crisi del ciclo capitalistico, nella temperie sociale che accompagna la fine del welfare, la Chiesa cattolica apostolica e non più solo romana, ritiene di trovare l’occasione quasi insperata di riscossa dopo l’eclissi subita a seguito del declino del modo di produzione agrario. Lo schiavo divenuto proletario salariato – sempre più precario – ritornerà dunque all’ovile superando lo scetticismo del suo sbracato edonismo in crisi? S’inginocchierà di nuovo davanti a delle divinità aliene, alle statuette del museo etnologico cattolico?

Io non credo ritornerà il cattolicesimo ad avere il seguito di un tempo, in quanto la razionalità universale degli scambi è andata troppo oltre e offre alla coscienza di ognuno un’arma per fare a pezzi gli dei. Con ciò non voglio negare che la religione non sia più l’oppio dei popoli, o, per dirla bene con Marx, che la miseria religiosa non sia più l'espressione della miseria reale e la protesta contro la miseria reale, il sospiro della creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, così com’è lo spirito di una condizione senza spirito. Tuttavia credo che il tipo di risposta offerta dal cattolicesimo, con le sue giravolte, soffra troppo la concorrenza di concezioni più scaltre e moderne, e soprattutto resti schiacciata dalla sua eccessiva, irrinunciabile e insuperabile rigidità pretesca su tante questioni che non elenco perché a tutti molto note.

Pertanto la religione continuerà a essere l'oppio del popolo, ma il cattolicesimo come droga è ormai un allucinogeno che sta andando fuori moda. Alla fine della sua storia.


5 commenti:

  1. Analisi lucidissima che condivido anche nella punteggiatura. Esistono però ancora tanti esempi di giovani (quindi nuove leve che vanno contro la tua analisi) che seguono la strada indicata dalla Chiesa.. non riesco a capacitarmene. Eppure si tratta spesso di persone cosiddette "intelligenti" ... il problema rimane, come dici tu, la miseria reale da cui è necessario scappare. Ricordo un mio compagno del liceo, "adepto" di CL, che mi diceva che l'Uomo ha il diritto di credere in ciò che sogna, che ciò che desideriamo, ciò che vogliamo, DEVE essere vero. Fosse davvero così... avrebbe ragione Ramazzotti... Se bastasse una sola canzoneeeeeeeee :-P Ciao, Marco

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  2. Fotografia perfetta della realtà dei nostri giorni. Come al solito. Ecchetelodicoaffà!
    Lo schiavo si sta scocciando di sognare la terra promessa o il paradiso in un’altra vita o i verdi pascoli di manitù.
    L’edonismo capitalistico iinzia a barcollare, babbo natale si è scoperto che è mamma e papà e dio, se dio vuole, pur se non ancora morto si sta curando al san raffaele.
    Ancora qualche tempo e rimarranno solo un gruppetto di orgasmiche suore in visibilio in piazza san pietro.
    Quando poi si accorgeranno che l’IMU che gli faranno pagare costa un’ira di dio, il papa diventerà nero dalla rabbia.
    E si potranno finalmente compiere tutte le profezie. Urbi et orbi. ciao

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    1. ciao Gianni. i tempi storici sono sempre molto lunghi anche se a volte subiscono delle accelerazioni. il babbo bianco non è morto anche se è moribondo da un pezzo.

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  3. Non so, sono scettica. Spesso lo pensavo anch'io che la Chiesa romana fosse alla fine del suo persistere. Le elezioni di questo Papa mi hanno invece offerto una visione diversa. L'estasi che ha generato in molti, troppa gente ancora, i fiumi di parole melassose illuminate da celestiale speranza nei confronti di questo "umile e semplice" uomo dal nome Francesco (come il poverllo d'Assisi, mi dicono che ci vorranno ancora secoli prima che questa ferrea costola dell'Impero Romano possa crollare.
    Non so, spero di sbagliarmi.

    Buona Notte, Olympe

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