lunedì 25 marzo 2013

Il condominio



In riferimento all’Europa, ai paesi che hanno adottato la moneta unica, immaginiamo un condominio con un orto suddiviso tra i vari condomini in appezzamenti diversi per quantità e produttività, laddove lo scambio delle eccedenze avviene per mezzo di una stessa moneta condominiale. Domanda: nel caso le cose non funzionassero bene – nonostante l’adozione di alcuni meccanismi di perequazione delle risorse – , e cioè se l’appezzamento di alcuni condomini producesse un eccessivo surplus e quello di altri registrasse un persistente deficit produttivo, a quale causa principale attribuire tale stato di cose? Alla moneta con la quale avvengono gli scambi delle eccedenze? Al credito accordato dai condomini con appezzamenti più produttivi di quelli con minor resa?




Nei rapporti economici la moneta è un mezzo di circolazione e come moneta di credito un mezzo di pagamento, nelle sue oscillazioni si riverberano, come effetto, problemi che hanno cause del tutto differenti. Se il prodotto totale dell’orto in questione fosse a ogni effetto messo in comune, il problema non si porrebbe più. Per contro, in tal modo verrebbero meno le stesse ragioni – di profitto – che sono base del modo di produzione capitalistico.

Tanto per attenerci a questo schema, supponiamo che i singoli condomini adottino ognuno per proprio conto una moneta diversa. Ebbene, il risultato non cambierebbe, poiché tale monetazione andrebbe infine a coincidere con i valori effettivi delle merci scambiate; perciò se una di quelle monete subisse una marcata svalutazione, quel singolo condomino trarrebbe un vantaggio immediato ma di breve momento; e, procedendo per successive svalutazioni, finirebbe per lavorare il proprio appezzamento prevalentemente per altri. Oppure potrebbe scatenarsi una corsa alla svalutazione competitiva.

In questo schema molto elementare ho astratto da molte variabili per comodità, perché m’interessa chiarire come la questione dell’euro stia in capo alla produzione e non alla circolazione, al capitale e non alla moneta, così come i nessi dell’economia e della politica europea e mondiale. Ecco che la crisi economica come quella dell’euro non sono problemi specifici della sfera della mera circolazione, ma rientrano nelle contraddizioni proprie del modo di produzione capitalistico nella fase in cui domina il capitale monopolistico. Il Pil di decine di Stati è inferiore alla capitalizzazione di una sola corporation!

Ciò posto, va tenuto conto che con la definitiva vittoria del capitale finanziario mondiale e dei monopoli, si viene a stabilire la tendenza al dominio anziché alla libertà, allo sfruttamento di un numero sempre maggiore di nazioni piccole e deboli per opera di un numero sempre maggiore di nazioni più ricche e potenti. Tali sono le caratteristiche dell'imperialismo, che ne fanno un capitalismo parassitario il quale ha formato una borghesia che vive esportando capitali – uno dei fondamenti essenziali dell’imperialismo – e tagliando cedole.

Come ho scritto altre volte, il tutto avviene, per quanto ci riguarda più direttamente, nel quadro travisato della cosiddetta “integrazione europea”, di un processo che ha la pretesa di creare un’interdipendenza tra Stati diseguali, sotto l’egemonia del capitale tedesco-americano. Come altri paesi, viviamo una situazione dalla quale non si esce con i rattoppi, col rendere più competitive le nostre merci reintroducendo una moneta nazionale, o più etico il capitale monopolistico con la trovata della parsimonia perché consumiamo troppo e siamo “tanti”. Lo spreco è consustanziale al capitalismo e non è con i virtuosismi casalinghi che lo rendiamo più equo e sostenibile.

Cari smanettoni a intelligenza zero, il capitale sa bene come creare nuovi bisogni e come soddisfarli, sa bene come trasformare in business tutto ciò con cui viene a contatto, non solo la scienza “ecologica”, la giustizia sociale, l’uguaglianza razziale e la parità tra i sessi, ma anche le ideologie surrogate della decrescita.




9 commenti:

  1. Se i beni dell'orticello tedesco vengono domandati di più rispetto a quelli dell'orticello italiano, la moneta tedesca si apprezza rispetto a quella italiana. Se la moneta è unica e condominiale invece...

    Stefano

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    1. Se vengono richieste di più le merci tedesche:
      1) si apprezza la moneta tedesca;
      2) si deprezza la nostra;
      ed è quello che intendevo dimostrare

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  2. Grazie per queste lezioni di critica economica.

    P.S.
    Va da sé che ogni amministratore di condominio è un ladro autorizzato.

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    1. oh, quanto ad autorizzazioni al furto abbiamo primato mondiale

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  3. Cara Olympe, approfitto di questo tuo bellissimo post per farti alcune domande a titolo personale (ma spero anche di interesse generale per tutti i lettori del blog) sperando ovviamente di non disturbare.

    Premetto che una volta ho provato a leggere il Capitale di Marx.
    Dopo un pochino mi sono dovuto fermare a causa della mia ignoranza: il linguaggio che usa Carlo mi risulta, in molti passaggi, estremamente complicato e per questo tendo a perdere il filo del discorso.

    1) Per questo come prima domanda ti chiedo gentilmente se puoi consigliarmi un percorso di lettura del Capitale utilizzando magari delle versioni commentate, o altri testi, sperando sempre di non importunare e di offrire degli spunti per gli altri lettori.

    2) Altra domanda: appurato che le cause delle crisi risiedono nell'accumulazione del capitale e nella proprietà dei mezzi di produzione, da qualche parte mi pare di aver letto che la transizione dal capitalismo al comunismo si realizza, in via transitoria, attraverso il socialismo.

    In questo senso, volendo ordinare su un grafico (scusa la banalizzazione ma è perché voglio cercare di capirci qualcosa in più, tutto questo mi appassiona moltissimo) la lira italiana e l'euro, possiamo dire che:

    - il sistema socio-economico che ruotava intorno alla Lira perlomeno fino a metà degli anno ottanta, con lo Stato che fissava i tassi di interesse e obbligava la Banca Centrale ad acquistare gli invenduti, inflazione più alta, disoccupazione minore, sistema del "welfare" tutto sommato di ottima qualità (universalità del sistema sanitario e tante altre cose) era più dalla parte del "socialismo"??

    - mentre il sistema che ruota intorno all'Euro, con i suoi demenziali vincoli di Maastricht, l'impossibilità per i paesi economicamente più forti di rivalutare la propria moneta (e quindi per quelli deboli la svalutazione), il mantra dell'inflazione bassa, l'impostazione ideologica secondo la quale le amministrazioni pubbliche e gli Stati non hanno alcun controllo sulla possibilità di emettere moneta e quindi finanziarsi indipendentemente dal prelievo fiscale, è più dalla parte del "capitalismo"???

    3) Poniamo il caso che l'intero popolo di uno stato faccia una rivoluzione in senso comunista e domattina dica: benissimo, si smantella tutto e intanto si parte con il socialismo reale per poi arrivare magari verso il comunismo. Questo stato non è evidentemente isolato dal mondo esterno

    La "pressione" del capitale lo travolgerà? Cioè: è possibile fare il "comunismo" in una parte del mondo oppure il comunismo può avere carattere solo internazionale proprio perché la libera circolazione delle merci e delle persone libererebbe le mani al sistema capitalista e "sciuperebbe" in poco tempo quello che di buono si potrebbe costruire?

    Mi scuso per l'eccessiva banalizzazione ma ora come ora non riesco a spiegarmi meglio.

    Sperano di non averti annoiato

    Grazie

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    1. Prova questo Patrick:

      wwwdata.unibg.it/dati/persone/46/3907.pdf

      F.G

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  4. Mannaggia mi sono dimenticato questa domanda: il sistema capitalista si riproduce grazie all'alienazione economica (credo?) che non permette alle persone di comprendere quello che succede perché i rapporti sociali reali sono "mascherati" da dei numeri (i conti in banca, gli stipendi, i soldi del portafogli eccetera...).
    Ovviamente correggimi se sbaglio in questa mia interpretazione "maccheronica".
    Quindi la domanda: il capitalismo è una forma "alienata" di egoismo? Cioè, il capitalismo è nato DOPO l'uomo e non prima... e quindi è l'uomo che tende a riprodurlo anche se si tenta di eliminarlo. Quindi l'egoismo si "tramuta" in una forma "socialmente accettabile", alienata e mascherata attraverso dei numeri e delle monete?
    Eliminato il capitalismo se non elimino l'egoismo, il primo riaffiora grazie alla permanenza del secondo?

    Grazie ancora

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    1. ti rispondo sinteticamente con due suggerimenti di lettura:

      http://www.marxists.org/italiano/marx-engels/1848/manifesto/index.htm

      http://it.scribd.com/doc/101641716/Marx-Engels-La-concezione-materialistica-della-storia

      poi ci risentiamo. ciao

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    2. Grazie mille a te e all'anonimo F.G., "divorerò" tutto il materiale il prima possibile e poi tornerò con altre domande!

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