martedì 5 marzo 2013

Euro o neuro?



Nel linguaggio semplificato, nei concetti stereotipati ed elementari, nell’uso di espressioni da bettola che si rilevano nei comizi-spettacolo di Beppe Grillo, passano messaggi che vanno a formare le categorie di pensiero di una larga massa di persone. Gli esempi sono molti e rivelano una mentalità che non si è formata sullo studio e la riflessione dei temi specifici della politica e dell’economia, ma piuttosto sui luoghi comuni dei quali c’è ampio commercio nei media e nella famosa “rete”.

È il caso, per esempio, della vexata quæstio sull’euro. Grillo propone un referendum sulla nostra permanenza o meno nella moneta europea. Si tratta di una materia che riguarda trattati internazionali e mi pare che, stante la nostra Costituzione così com’è, un referendum del genere non possa farsi. Soprattutto non è materia da decidere a maggioranza, così come non si decide a maggioranza sulla pena di morte e altre questioni.

In molti sostengono che l’euro è una camicia di forza dalla quale si deve uscire. È vero per certi aspetti, per molti altri l’euro ha invece significato indubbi vantaggi. Più un paese è forte economicamente, specie sul fronte dell’export, e più elevati sono i vantaggi che ricava dalla moneta unica. Perciò l’euro non è stato un “errore”, ma è stato determinato da una scelta politica precisa che va a premiare i paesi con una forte struttura produttiva e penalizza altri paesi che hanno pensato di tirare a campare senza riforme incisive e anzi continuando ad aumentare la spesa pubblica, le dissipazioni e gli sprechi.

Lo so che a molti tali considerazioni non piacciono e tuttavia bisogna prendere atto della realtà senza sconti e indulgenze plenarie. In un prossimo post vedrò di dire qualcosa a proposito della proposta di uscita dall’euro dal lato degli effetti che essa avrebbe sul lavoro, i salari e le pensioni, quindi dal lato dei costi sociali e poi anche dal lato dei presunti benefici in termini economici più generali.

5 commenti:

  1. Concordo. Ci sono questioni economiche e politiche che non si possono affrontare in maniera "epidermica", giungendo affrettatamente da sensazioni fondate ma parziali (come tu scrivi, In molti sostengono che l’euro è una camicia di forza dalla quale si deve uscire. È vero per certi aspetti) a conclusioni azzardate (l'euro causa di "tutti i mali" [affermazione che esime comodamente chi la fa dall'addentrarsi in un'analisi meno spicciola ed "epidermica"] e il "referendum per uscire dall'euro").
    Ma queste distinzioni sembrano troppo "sottili" alla politica dei "bei proclami", particolarmente adatta all'eterna "rappresentazione teatrale" che è la vita pubblica, specialmente in Paesi come l'Italia.

    RispondiElimina
  2. Olympe, non ho capito perchè questioni come la pena di morte e simili, non si decidonoa maggioranza.

    Poi per quanto riguarda questo: "In un prossimo post vedrò di dire qualcosa a proposito della proposta di uscita dall’euro dal lato degli effetti che essa avrebbe sul lavoro, i salari e le pensioni, quindi dal lato dei costi sociali e poi anche dal lato dei presunti benefici in termini economici più generali", attendo con trepidazione.

    saluti da F.G

    RispondiElimina
  3. Che l'Euro consenta alla Germania una svalutazione "interna all'eurozona"- i piddini qualificano "moralmente" negativa la nostra vecchia consuetudine a svalutare- e da loro sono cresciuti solo i profitti(i salari sono fermi da 20 anni) è però un fatto, come tante altre conseguenze di questo strumento di Lotta di Classe del mercantilismo tedesco.

    Poi anch'io penso che l'Euro sia diventato l'oggetto aggregante di massa informe e interclassiste per non far vedere tutte le altre storture di un sistema che mostra sempre più la sua faccia reazionaria

    RispondiElimina
  4. inizialmente ritenevo il blog interessante, tant'è che mi permisi qualche modesto commento. poi mi sono accorto che nel blog si cita spesso carlo il grandissimo, però....ora mi rendo conto che il blog è al servizio del POTERE TEDESCO, che da sempre punta a dominare il mondo. chi difende l'euro è un nemico del popolo italiano e dal momento che fa gli interessi del POTERE TEDESCO è un neo repubblichino.
    franco valdes piccolo proletario di provincia

    RispondiElimina
  5. Franco, ti leggo ogni tanto per i tuoi interessanti commenti su "voci dalla germania"...ecco, probabilmente olympe non è proprio come dici tu...pero' con 'sta cosa del restare nell'euro sta prendendo, secondo me, un granchio...e anche bello grosso...
    ciao
    gg

    RispondiElimina