venerdì 11 gennaio 2013

La realtà a una sola dimensione



Il fatto che la sinistra italiana che abbiamo conosciuto sia morta e quella che sostiene di sopravvivergli in parlamento abbia raggiunto un grado di subalternità e soggezione non solo alle politiche della destra, ma al suo stesso punto di vista e alla sua mentalità nel quadro internazionale e interno, non significa che i concetti di destra e sinistra abbiano perso significato e qualificazione.

Il fatto che il Pd, la Sel e anche altri partiti e movimenti non rappresentino un’opposizione e un’alternativa (e neppure una alternanza, qualunque cosa ciò possa voler dire), non può indurci ad abiurare una distinzione fondamentale del pensiero politico e dell’agire sociale. Piegarsi a questa abiura significa far proprie suggestioni e stati d’animo che obbediscono a quei meccanismi dell’azione psicologica che ha come obiettivo di generare – come già ho scritto – confusione e smarrimento per invalidare ipotesi di mobilitazione attiva e politicamente organizzata delle masse.

Questa strategia di prevenzione è volta a infondere anzitutto sfiducia in ogni possibile prospettiva di cambiamento radicale, a introiettare l’idea che libertà e rivoluzione sembrino incompatibili, quindi che lo sviluppo possa fluire solo nel movimento della contraddizione fondamentale e si veda solo catastrofe e rovina laddove si verifichi uno strappo al canovaccio storico stabilito dalla borghesia.

L’idea stessa di un cambiamento radicale dello stato di cose presenti è data come perdente e tramontata sulla scorta delle evidenze tragiche di quel comunismo teoricamente inconseguente divenuto realtà burocratica e gerarchica come nelle pratiche totalitarie borghesi. È quindi dichiarata estinta la storia (la fine delle ideologie!) come processo di evoluzione e rivoluzione, perciò negata validità a queste due forme di sviluppo di cui l’una presuppone l’altra e viceversa, decretando in tal modo – prima ancora di una condanna storica – l’abiura della coscienza scientifica.

Lo scopo della borghesia per il tramite dei suoi specialisti è anzitutto quello di ridurre la critica scientifica marxiana dei rapporti di produzione – sulla quale solo può poggiare la teoria della lotta per il superamento del sistema borghese – a una contraddittoria e fallace dottrina filosofica. In tale direzione il lavoro è già molto avanti e i risultati non mancano. Altro obiettivo è appunto quello di rendere le differenze essenziali indistinguibili, di annullare il pensiero storico unitario in modo che il passato non costituisca più la coscienza del presente. Anche in tal guisa le articolazioni del dominio borghese hanno già ottenuto risultati assai lusinghieri, e sono sempre disponibili ad approfittare di questo stato di cose per evocare al bisogno la destra peggiore per nuove avventure.

2 commenti:

  1. Segnalo un articolo di Elisabetta Teghil, che presenta credo, temi simili e maggiormente sviluppati rispetto a questo post di Olympe:

    http://www.sinistrainrete.info/analisi-di-classe/2500-elisabetta-teghil-chiamare-le-cose-con-il-loro-nome.html

    Una buona notte.

    F.G

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    1. grazi per la segnalazione. quanto ai temi simili e "maggiormente sviluppati", credo che il mio sia un approccio che riguarda aspetti diversi della stessa questione, così come il post del giorno prima, in quanto privilegia l'attenzione sul lavoro mediatico e psicologico, aspetto che il post segnalato analizza solo di sfuggita trattando invece degli aspetti più "pratici" del lavoro

      la mia trattazione in generale deve essere più soft, gradualista e meno immediata, più adatta ad un certo tipo di lettura. non so se ti sei accorto, ma quando tratto temi più generali e da un punto di vista della polemica corrente, cioè da un punto di vista ideologico "compatibile", i post sono più graditi. avere tre lettori e averne duecento non è la stessa cosa. almeno ci provo
      ciao

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