sabato 6 ottobre 2012

A porte chiuse



Parlare di democrazia e libertà di espressione in Italia, dovrebbe far ridere se non inducesse invece alla più cupa tristezza. Un paese dove vige la tortura e la polizia ti uccide per strada o in carcere, ti pesta a sangue e tortura ovunque, dove l’unica opposizione è fatta da un comico che 25 anni fa, per una battuta sulla banda Craxi, è stato esiliato dalle televisioni pubbliche e private, dove le trasmissioni di altri comici vengono sospese e censurate per un nonnulla, dove chi ha qualcosa di non convenzionale da dire è messo ai margini, intimidito con denunce e querele a raffica, ebbene un paese così non può vantarsi di essere un esempio di democrazia. È democratico un paese in cui viene fatto mancare il credito bancario, dove lo Stato non paga i suoi debiti ai creditori, dove manca il lavoro e milioni di persone sono costrette ad accettarlo in condizioni di vera schiavitù?

Non solo sui generici principi si deve verificare la democrazia, ma nella pratica quotidiana. Gli Usa, pur avendo solo il 5 per cento della popolazione mondiale, possono vantare circa un quarto della popolazione carceraria globale [*]. Essi sguinzagliano i loro droni per il pianeta uccidendo chi gli pare, spesso donne e bambini. Oltre 40mln degli abitanti Usa vivono con i sussidi pubblici, e 50mln non hanno alcuna copertura sanitaria. La discriminazione razziale è un fatto ancora molto evidente e marcato. È democrazia questa?

In democrazia le decisioni, per esempio di politica economica, dovrebbero essere prese dal popolo attraverso i suoi rappresentanti. Chi ha deciso di licenziare operai e minatori e finanziare le banche? In Europa le riunioni dei capi di stato e di governo, così come quelle dei ministri della UE, avvengono a Bruxelles in un imponente edificio dedicato a Justus Lipsius, filologo e umanista del XVI secolo. In questo edificio sono ospitati sia i vertici del Consiglio dell’unione europea che quelli del Consiglio europeo. Sarebbe interessante conoscere quanti cittadini nella democratica Europa e nella democraticissima Italia conoscono questi due organismi, i loro poteri e le loro funzioni. Su queste cose a Ballarò non vi faranno vedere mai alcun cartello statistico.

Quando ci sono le riunioni dei capi di stato e di governo europei, nella grande sala delle riunioni 50.1, non è ammessa la stampa e nessuno può assistervi, vengono spente anche le videocamere poste sul soffitto. Le decisioni sono prese dunque a porte chiuse. Si dirà: anche le riunioni dei governi nei singoli paesi avvengono allo stesso modo. Ma c’è una differenza non di poco conto. I singoli governi, almeno formalmente, sono responsabili, tranne ovviamente in Italia, davanti ai cittadini che li hanno eletti. Al Consiglio europeo invece questo non succede, perché non è dato sapere quali siano state le posizioni dei singoli personaggi riuniti, cosa abbia detto l’uno e come abbia votato l’altro. Nessun rendiconto certo di queste riunioni segrete, se non i comunicati generici ad uso della stampa.

Questa non è democrazia, è commissariamento. Ma se proprio vogliamo chiamarla democrazia, allora è bene denotarla come democrazia totalitaria, ossia una democrazia dove formalmente a decidere è il popolo attraverso i suoi rappresentati (quando sono eletti), ma che in realtà a decidere sono alcune entità che si riuniscono segretamente e senza dover rendere conto a nessuno. 

7 commenti:

  1. Sono convinto che il meccanismo della rappresentanza sia fallimentare. Perché ogni rappresentante, una volta incaricato di raccogliere, amministrare e spendere i soldi e le ricchezze di altri, trattiene inevitabilmente per se buona parte di tali ricchezze per il suo personale piacere. In poche parole "ruba".
    Come spesso accade con gli amministratori di condomini (che, rispetto ai politici, amministrano pochi centesimi).
    Credo che interrompere tale meccanismo, ormai sedimentato nel nostro dna, potrebbe consentire un migliore utilizzo dei soldi pubblici. Si potrebbero, ad esempio, votare le proposte di legge attraverso internet e da casa propria. Con sistemi di garanzia e di controllo non complessi da attuare. Ovviamente i politici non molleranno mai il bottino così come il cane non molla l'osso. Non c'è mai alcun margine di discussione con costoro. Bisogna solo andarli a prendere e ...

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  2. Risposte
    1. Francamente,...pessima risposta!.
      Da l'impressione di...so cavoli vostri.

      La saluto.

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    2. queste risposte non si cercano nei blog

      cordialmente

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  3. BUONE NOTIZIE

    Sciopero alla Foxconn in Cina, bloccata la produzione di iPhone5

    PECHINO - Migliaia di operai hanno dato vita ad uno sciopero in una fabbrica della Foxconn in Cina, bloccando la produzione degli iPhone 5, secondo il gruppo di esuli cinesi China Labor Watch. Lo sciopero viene a poche settimane dal lancio del nuovo smartphone della Apple e potrebbe danneggiarne gravemente le vendite. Labor Watch afferma che lo sciopero e' stato provocato dalla richiesta dell'azienda di lavorare durante la settimana di vacanza legata alla festa della Repubblica del primo ottobre. La notizia proviene dagli stessi lavoratori, secondo i quali lo sciopero ha coinvolto tra i tre e i quattromila operai della fabbrica di Zhengzhou, nella Cina centrale. La Foxconn, una multinazionale taiwanese, produce nelle sue fabbriche cinesi componenti per alcune delle principali imprese elettroniche globali, tra cui, oltre alla Apple, la Sony, la Nokia e la Dell.

    La Foxconn, l' impresa taiwanese che produce gli iPhone 5 nei suoi stabilimenti cinesi, ha smentito che nella sua fabbrica di Zhengzhou sia in corso uno sciopero e che la produzione dello smart phone della Apple sia bloccata, come sostenuto dal China Labor Bullettin. In un comunicato diffuso a Taipei, la Foxccon ammette che nell' impianto ci sono stati "due problemi" con un "piccolo gruppo" di lavoratori, ma aggiunge che sono stati risolti e che la produzione si svolge normalmente.

    China Labor Watch, gestito da esuli cinesi a New York, aveva citato alcuni operai secondo i quali lo sciopero sarebbe iniziato ieri e avrebbe coinvolto tre o quattromila lavoratori. "Qualsiasi notizia su uno sciopero è infondata, non ci sono stati blocchi della lavorazione in quella o in altre fabbriche della Foxconn e la produzione prosegue secondo il programma", si legge nel comunicato dell'azienda.

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2012/10/06/Sciopero-Foxconn-Cina-bloccata-produzione-iPhone-5_7586166.html

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  4. Ma no, ma cosa diciamo mai, ma la dittatura, figurarsi, è solo in Corea del Nord e a Cuba (la Cina ci serve e ci tiene per le palle, quindi occhio a dire che non è granché democratica). E in Siria, vabbè, finché non arriva l'ennesimo fronte di liberazione a libro paga euroamericano a mettere l'ennesimo fantoccio corporate al posto del dittatore. Qui no, qui siamo in democrazia. E le forze dell'ordine sono lì per combattere la criminalità, mica il dissenso politico.

    Ieri un gruppo di studentelli a Bologna (festa del patrono) ha tirato la bandiera greca giù dalla facciata del consolato e ci ha scritto sopra qualche slogan antieurocrazia. Tutto ripreso dalle telecamere. Notizia sul telegiornale RAI locale: atto gravissimo, la polizia sulle tracce dei responsabili, il prefetto assicura al console greco che gli autori del gesto saranno consegnati alla giustizia. Neanche per Bin Laden usavano un tale linguaggio da mozzaorecchi. E forse neanche in Corea del Nord farebbero notiziari del genere.

    mauro

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