mercoledì 6 giugno 2012

Le illusioni necessarie



Spesso si dimentica che lo scopo di qualsiasi capitalista, di qualunque industria, non è quello di produrre merci (tantomeno “beni”) ma di produrre plusvalore. Questo è il presupposto per l’investimento. Se il capitale privato non investe perché non vi è ragionevole prospettiva di ricavarne un profitto, allora ci pensa lo Stato, creando “domanda aggregata”. In genere gli Stati questo tipo d’intervento a sostegno dell’economia lo fanno a debito. Ed è ciò che si è fatto per decenni, creando debito pubblico. Questo tipo di debito però non è inerte, passivo, comporta da parte dei creditori un proporzionale aumento di potere nei riguardi degli Stati debitori, così come avviene del resto in qualsiasi rapporto debitore-creditore.

È quello che avviene ogni giorno sotto gli occhi di tutti attraverso strumenti finanziari molto sofisticati. Parlare di democrazia in presenza di questo stato di cose significa non comprendere i meccanismi attraverso i quali l’economia e la finanza comandano il mondo. Pensare che sia la politica a determinare le scelte decisive è pura velleità. Un esempio: alcuni gruppi di trading, una dozzina dei più grandi gruppi, sono dotati di magazzini, flotte e stabilimenti sparsi per il mondo: Glencore controlla il 55% dello zinco e il 36% del rame mondiale; nel 2010, Vitol e Trafigura – due trading house con sede in Svizzera – hanno venduto mediamente 8 milioni di barili di petrolio al giorno, più delle esportazioni dell'Arabia Saudita; le cosiddette ABCD – ovvero le americane Adm, Bunge, Cargill e la francese Dreyfus – tengono in pugno le commodities alimentari: controllano fra il 75 e il 90% dei cereali mondiali.

Ecco chi decide il prezzo dei cereali con i quali si sfama il pianeta, il prezzo del petrolio con cui batte il cuore del mondo. 787 grandi corporation controllano l'80 per cento delle più importanti imprese del mondo e un gruppo ancora più ristretto composto da 147 gruppi controlla il 40 per cento delle più importanti multinazionali del pianeta. Alcune decine di banche e di hedge fund fanno il bello e il cattivo tempo sui mercati finanziari, compresi quelli in tempo reale nelle dark pools che nessun governo riuscirà mai a controllare. Nelle sedi importanti in cui si prendono decisioni vincolanti per miliardi di persone, la parola democrazia non viene mai pronunciata perché essa non ha semplicemente senso.

Il personale politico e/o tecnico che siede nei parlamenti o nei palazzi di governo deve anzitutto fare i conti con questa realtà internazionale, quindi con la banca mondiale, il FMI, le agenzie di rating, la commissione europea, la Bce, ecc.. Poi anche con la realtà interna, costituita da un intreccio d’interessi e di poteri grandi e piccoli, legali e illegali, che controllano il voto attraverso i media, le caste, i clan e le mille clientele. Non solo controllano il voto, ma alimentano ad arte anche le illusioni-disillusioni necessarie per farti andare a votare, per farti credere che la prossima volta il cambiamento sarà possibile.


5 commenti:

  1. Perdoni la domanda da vero profano (tra l'altro il blog, mi è stato segnalato da un conoscente): cosè la "domanda aggregata"?

    F.G

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  2. http://it.wikipedia.org/wiki/Domanda_aggregata

    QUI NEL POST è INTESA COME L'INTERVENTO DELLO STATO nell'economia con l'ampliamento della spesa pubblica per ripristinare l'equilibrio ritenendo, i keinesiani, che l'ammontare del consumo complessivo dipende principalmente dall'ammontare del reddito complessivo e IN UNA PRESUNTA legge psicologica della diminuzione del consimo in caso di crescente ricchezza. La ragione dell'insufficienza del consumo andrebbe ricercata nell'aumento del risparmio, e la propensione al risparmio sarebbe caratteristica di una non meglio precisata "natura umana".

    per i marxisti invece le cause della crisi sono altre.

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  3. Ora sembra che il cambiamento sia possibile con grillo.

    Ma,nonostante la gran parte dei temi da lui affrontati siano condivisibili, il problema terrificante è la mancanza di trasparenza e democrazia effettiva.

    Il web è un gran strumento di informazione quanto lo è di manipolazione.

    Crederò a grillo quando (?) questi due temi saranno trattati esaustivamente. E ancora...quando (?) sarà tagliato completamente il rapporto tra il suo blog e il business.

    Se poi sia in ogni caso positivo per i temi che affronta e perchè contribuisce a smantellare un sistema di potere...può essere. Ma è anche vero che toglie energie ad un vero antagonismo democratico e che, come dici tu:

    "ma quando poi ci si renderà conto che non è realizzabile ciò che è ritenuto possibile e quasi a portata di mano, ossia che non c’è corrispondenza tra la realtà e la sua immagine disegnata dai proclami, prenderà il sopravvento la parte più reazionaria di quel tipo di movimento."

    ciao,gianni

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  4. 2)

    Dimenticavo...

    Tanti nodi verranno al pettine quando dovranno presentare le liste per le elezioni.

    Sul blog tutto il dibattito che i partecipanti hanno cercato di costruire è stato sistematicamente oscurato.

    Faranno prevalere il programma sulle persone? Ma chi deciderà entrambi, e come?

    E per tutti i problemi che sorgeranno durante la legislatura, chiaramente non nel programma (la realtà corre), quale sarà il criterio se il blog in cui si fanno i sondaggi, e si avallano le scelte (ripeto molte condivisibili) non è completamente trasparente?

    ciao,gianni

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  5. Letto, c'è sempre più consapevolezza su chi detenga effettivamente il potere, dietro la scenografia delle democrazie. Mi sono visto tutto l'intervento su youtube di Paolo Barnard, riguardo a quello che lui definisce il più grande crimine contro l'umanità. Mi pare ci siano forti punti di contatto con quanto scrivi.

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