giovedì 31 maggio 2012

Il terremoto necessario



Il paese sta vivendo la crisi economica più grave della sua storia recente, milioni di salariati sono senza lavoro o rischiano di perderlo, moltissimi giovani non l'avranno mai. Il debito pubblico non è mai stato così alto nella storia della repubblica, i capitali fuggono dal paese, i risparmi lasciano le banche per il materasso, la sfiducia è ovunque. Ci mancava solo il terremoto, una tragedia che non promette di finire e anzi potrebbe aggravarsi.

E loro che fanno? La parata militare, sobria però: senza carri armati, aerei e cavalli (ci sono anche quelli da mantenere). In compenso hanno deciso di aumentare le accise della benzina per ricavare 500 milioni da destinare ai terremotati. Bastava portare l’acquisto dei nuovi cacciabombardieri da 90 a 85. Basterebbe ritirare dall’Afghanistan le truppe che non si sa bene cosa ci stiano a fare. Per non dire delle opere pubbliche inutili, dell’Expo di Milano, ecc..

Chi crede che con il voto si possa cambiare questo stato di cose si sbaglia, oppure illude dolosamente. Per mandare a casa questa gentaglia ci vuole un terremoto sociale, un movimento di massa che faccia crollare tutto, che non lasci in piedi nulla di questo sistema. Solo dopo aver fatto tabula rasa si potrà ricostruire qualcosa di decente. Il momento forse non è poi così lontano, può arrivare improvviso e inaspettato, come il terremoto.

3 commenti:

  1. ccidenti Olympe, zero commenti ad un post come questo!
    E'un ottimo segnale, credo. Può voler dire che dalle parole si stia passando ai fatti?
    L'ultimo paragrafo è un inno alla rivolta e alla voglia di riprenderci una giustizia sociale di cui ci sentiamo ogni giorno di più defraudati. Ho figli piccoli e quindi temo e anelo insieme quella tabula rasa su cui ricostruire un futuro per loro. Se un dio esiste, che non abbia pietà questa volta, la misura è colma.

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  2. Accidenti Olympe, zero commenti ad un post come questo!
    E'un ottimo segnale, credo. Può voler dire che dalle parole si stia passando ai fatti?
    L'ultimo paragrafo è un inno alla rivolta e alla voglia di riprenderci una giustizia sociale di cui ci sentiamo ogni giorno di più defraudati. Ho figli piccoli e quindi temo e anelo insieme quella tabula rasa su cui ricostruire un futuro per loro. Se un dio esiste, che non abbia pietà questa volta, la misura è colma.

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  3. Ma poi a questa sobria parata... quanta gente vi ha partecipato? Parlo del pubblico ovviamente! Il silenzio stampa del giorno dopo, nessuna fanfara a titoli cupitali sui giornali del potere per "l'enorme successo della sobrietà", mi lascia supporre che è stato un vero flop! Già, credo che quel terremoto non sia poi così lontano dalle poltrone del potere e dai loro flaccidi fondoschiena :)

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