sabato 14 aprile 2012

Liberi



I veloci e cruciali cambiamenti che si stanno verificando nell’economia mondiale (l’unica reale e con la quale bisogna fare i conti) stanno producendo diversi effetti: per esempio i paesi occidentali e segnatamente europei non potranno più garantire i livelli quantitativi del welfare così come l’abbiamo conosciuto in passato e anche nel presente. Inutile prendersela con Mario Draghi quando dichiara morto il sistema europeo del welfare, si tratta di prendere atto di una realtà palese. Questo nuovo stato delle cose, di cui le “incertezze” attuali costituiscono solo i prodromi, non potrà non produrre mutamenti qualitativi nei nostri sistemi politici e sociali.

La concezione che singoli paesi o aree economiche quali l’Europa siano effettivamente in grado di decidere quantità e qualità del proprio sviluppo secondo decisioni politiche autonome, è diventata obsoleta. L’idea stessa di libertà, intesa qui come scelta politica, non ha in definitiva altri significati concreti se non quelli legati allo scambio, ossia all’àmbito della competizione e della concorrenza globale. Qualunque salariato che si reca alle urne sentendosi libero nelle sue scelte politiche, dovrebbe chiedersi cosa significa, non da oggi, il termine “libero”, e scoprirebbe così che con quella parola s’intende anzitutto solo ciò che è disponibile di essere acquistato o venduto sul mercato, a cominciare proprio dal suo lavoro.

Poi ognuno può sentirsi libero di farsi le "proprie" idee, ma eventualmente solo quelle. Come succede per le credenze religiose.

7 commenti:

  1. Una chicca letta sul FQ: Benetton, da “illuminato” a boicottato. “Non fermatevi agli Autogrill: licenziano”.

    Lo chiamavano imprenditore illuminato. Ma a volte portare i capelli lunghi e gli occhiali tondi non basta. E comunque è una definizione che appartiene al passato. Anche perché, come gli altri imprenditori licenzia (Autogrill), trasferisce le produzioni all’estero (maglioncini made in Serbia in ex aree dismesse concesse a costo zero da Belgrado), costruisce dove ci sono rischi, come accade per la Variante di valico opera che deve essere portata a termine nonostante sia costruita in parte su una frana e rischia di mettere a rischio le case di una intera valle.

    Lui si chiama Luciano Benetton (anche se il potere del gruppo è in mano a suo figlio Alessandro e al fratello Gilberto) e questa volta, per la prima volta, rischia il boicottaggio dei suoi prodotti. Causa: i licenziamenti all’Autogrill tra Bologna, Milano e Roma, catena che Benetton controlla insieme ad Autostrade spa.

    I licenziamenti di Autogrill vengono portati avanti mentre a Fiumicino, spiegano i dipendenti, in un punto vendita del gruppo si sarebbero stipulati contratti a termine della durata di 14 giorni. Non male per una società che ha chiuso il 2011 con un utile netto in crescita del 26,7% a 126,3 milioni di euro. La società della famiglia Benetton inoltre ha registrato un fatturato di 5,84 miliardi (+ 4%), un margine operativo lordo a 617 milioni (+3,8%) e un risultato operativo a 303 milioni (+21,8%). E dire che per i locali del Burger King di Bologna sarebbe bastato un misero milione e mezzo.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/14/benetton-imprenditore-illuminato-boicottato-campagna-salvare-dipendenti-autogrill/204416/

    Saluti da Luigi*, quello storico e non quello grilliano. Tra l'altro, penso il peggio possibile di Grillo.

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  2. ah, non eri tu con quelle insistenti e pedestri domande sugli hotel a 5 stelle. infatti mi sembrava strano.

    i benetton? fanno i padroni, né più e né meno

    grillo? è un amante dell'ordine, il suo

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  3. Infatti, da ora in avanti mi firmerò con un asterisco.

    Luigi*

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  4. ok, che non ti venga in mente di mettere, al posto degli asterischi, dei numeri romani

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  5. Pedestri? Grazie, gentilissima.
    Luigi

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  6. In effetti il concetto di libertà viene stiracchiato a più non posso, e se ne abusa abbondantemente; intorno alla libertà è stata costruita tutta una retorica che rischia di abbagliare chi è in cerca di consolazioni/illusioni ma senza approdare, nella realtà, a nulla.
    Inutile ricordare che c'è tutto un dibattito plurisecolare che distingue fra libertà come autodeterminazione/emancipazione (superamento dei vincoli di sudditanza imposti e giustificati dalla vecchia struttura gerarchica-classista della società) e libertà come autonomia assoluta della sfera individuale, intesa quest'ultima sul piano politico come pura fotografia dei rapporti di forza fra individui, rapporti che la collettività deve ritenere inviolabili. E i liberali puri, poiché nel profondo si sentono minacciati dalla “libertà/autodeterminazione”, si spendono in ogni modo per far sì che l'unico significato ammesso di libertà, nel vocabolario politico, sia il secondo.
    E comunque, questa “libertà liberale” dell'individuo come “assoluto” viene formalmente garantita a tutti, ma solo perché la si può ridurre alla pura “libertà del consumatore”, libero di desiderare (ma anche di mercificare) questo o quello, libero anche di “consumare esperienze” nella sua sfera privata (e le autocrazie di oggi, le autocrazie “2.0” per così dire, come quella attuale russa, molto più raffinate di quelle del passato, abbandonata ogni inutile remora “puritana”, puntano molto su questa “distrazione di massa”, ottenuta enfatizzando sapientemente questo concetto di libertà come “eccesso nel privato”, che si sconta però concedendo al potere uno spazio tutto per sé, dove anch'esso può “eccedere” a volontà).
    La libertà politica, di cui si parla nel post, è ridotta a sua volta all'indicazione di una “preferenza” (tant'è che ci sono interi filoni di scienza politica che cercano di assimilare la “scelta dell'elettore” alla “scelta del consumatore”).

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  7. I lavoratori saranno presto liberi, per quanto riguarda gli altri, ...
    ne so poco:

    https://www.wsws.org/articles/2012/apr2012/pers-a17.shtml

    Eliot

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