mercoledì 29 febbraio 2012

Il modello che piace a Draghi e Monti



Leggo sul sito del Wall Street Italia: E' in crescita il numero di americani che confida di non potersi permettere di comprare del cibo. Per l'esattezza uno su cinque non riesce a sfamare la famiglia. Sono numeri da terzo mondo. Nel 2011 il 18,6% dei cittadini interpellati da Gallup ha detto che non riesce a comprare cibo per tutti i membri del nucleo familiare.

È questo il modello sociale che hanno in mente Mario Draghi e il suo compare Mario Monti. Sono cose che ho già scritto e documentato (QUI), ma è bene rinfrescare: negli Usa, nel 2010, il tasso ufficiale di povertà era del 15,1%, il dato peggiore dal 1993, e superiore di 2,6 punti percentuali rispetto all’inizio della crisi. Ma vediamo i numeri assoluti del fenomeno: i poveri erano più di 46 milioni di persone, tra questi gli americani con meno di diciotto anni sono il 22%, un totale di 16,4 milioni di bambini e adolescenti vivono in povertà, pari alla popolazione di New York City, Los Angeles, Chicago e Houston insieme. Il numero totale delle persone in povertà era equivalente alla popolazione complessiva delle 50 maggiori città degli Stati Uniti. Una larga parte della spesa di quasi 46 milioni di americani è pagata con le carte elettroniche del Supplemental Nutrition Assistance Program, cioè i food-stamp. Sono dati ufficiali, non chiacchiere. Da allora la situazione non è certo migliorata.

Da aggiungere un altro dato significativo è cioè quello della “povertà concentrata”, ossia l’aumento della concentrazione spaziale della povertà in un’area in cui più del 40% degli abitanti sono poveri, i cosiddetti extreme poverty neighborhood, specie nelle aree metropolitane della Sunbelt quali Cape Coral in Florida e Modesto in California nelle quali si concentrano gli effetti del fallimento immobiliare e anche le sue vittime principali, ovvero i latinos.

Oggi i filosofi della verità liberista è a questo modello che s’ispirano, alla “distruzione-creatrice”, alla fine del welfare europeo, facendo passare un messaggio che mette in rilievo come l’attuale modello non funziona più, non solo per i poveri ma anche e soprattutto per le classi medie sempre più “declassate” dalla crisi. Tuttavia i sondaggi danno ancora il gradimento al governo Monti al 59%. Di costoro non ne becco uno, ma si sa che io frequento certi “ambienti”. E allora avanti così.

4 commenti:

  1. "Tuttavia i sondaggi danno ancora il gradimento al governo Monti al 59%. Di costoro non ne becco uno, ma si sa che io frequento certi “ambienti”. "

    FORTE!!! :DDD

    6 persone su 10 (secondo i sondaggi) dovrebbero essere d'accordo con la politica di Monti: questo vuol dire che se io oggi parlo con 10 persone che rappresentano la società (vecchi, mamme, impiegati, operai dirigenti, liberi professionisti, studenti), almeno 6 di queste "venerano" le politiche di Monti.

    In fatti, io frequento tutti i tipi di categorie, vuoi per il lavoro, vuoi per il tempo libero. Parlo con tutti e spesso con persone diverse parliamo di politica. Percepisco anch'io una situazione alquanto curiosa. Mi rispondono nel modo seguente: sempre meglio che B (questione d'immagine), ma fanno schifo entrambi.

    Perciò, nell'immaginario collettivo (almeno quello che frequento io ) Monti è visto come il "meno peggio" (giusto un pochino). Questo vuol dir molto per la TV: il "meno peggio" in televisione diventa "il consenso"!

    Che situazione di m....

    saluti compagno

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  2. I sondaggi montisti sono commissionati dalla stampa di regime e dagli spin doctor del governo Goldman Sachs. I sondaggisti devono compiacere il cliente e fornire risultati soddisfacenti per l'onorario che intascano, ovvero mostrare livelli di consenso quasi plebiscitari che sono semplicemente falsi. Domande sapientemente modellate e una scelta accurata del target di indagine producono l'effetto voluto. La realtà, a naso, è un consenso intorno al 20% (gonfiato dal lavaggio del cervello mediatico) e un'area molto più vasta di rassegnazione al cosiddetto "meno peggio", ma senza alcuna adesione.
    mauro

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  3. La quota di consenso più elevata credo provenga dagli elettori del PD, da trent'anni in totale deriva tafazziana.

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  4. ho appena finito un post sulla Kultura (pensa un po') appena mi riprendo vengo a leggere il TUO post che mi pare molto promettente ma soprattutto alla mia portata (e non è modestia)

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