lunedì 5 dicembre 2011

"Nessuno può credere seriamente"


Mario Monti sostiene che la colpa del debito pubblico non è dell’Europa ma degli italiani. Una banalità che nasconde una colossale menzogna. L’Europa, richiamata così,  è un concetto astratto; ma soprattutto l’astrazione consiste nel mettere gli italiani tutti sullo stesso piano delle responsabilità. Ci sono milioni d’italiani che producono ricchezza, che fanno funzionare i servizi, che lavorano per salari da fame e per avere poi pensioni tra le più basse d’Europa. Quindi ci sono gli altri, compresi gli esportatori di capitali in nero tassati all’1,5 per cento. Forse Monti non ha mai sentito parlare di classi sociali? E soprattutto, ci risparmi la favola che non si riescono a rintracciare i beneficiari dei grandi patrimoni. Chieda a Passera o anche al suo predecessore all’economia, Giulio Tremonti. Ci racconti Monti se lei ha fatto parte della corrente di pensiero (e di pressione) per la liberalizzazione dei movimenti di capitale, oppure se fino a ieri stava da un’altra parte.

Senta un po’ cosa diceva molti mesi or sono Luciano Gallino (non uno improvvisato) nel suo libro Finanzcapitalismo alle pp. 76-77 a proposito dei disinvolti transiti dal libro paga delle multinazionali della finanza e della truffa ai posti chiave più pragmatici e istituzionali. Parla espressamente di Mario Draghi, Romano Prodi e di un certo Mario Monti:

«I protagonisti passati e presenti di questi transiti dalla finanza alla politica e viceversa, tutti perfettamente legali, hanno avuto un ruolo centrale nella deregolazione della finanza internazionale che ha condotto alla crisi. È quindi lecito dubitare che essi o i loro successori arrivino a svolgere un ruolo di peso uguale e contrario in una ri-regolazione del sistema finanziario, sebbene la Grande Crisi lo abbia reso indispensabile. Per questo nessuno può credere seriamente che una nuova stagione di robusta e radicale regolazione della finanza globale sia alle porte, tanto in Usa che nella Ue».

Caro professor Monti, lei non capisce nulla di economia (lo dice anche Paul Krugman), nel senso che ne capisce anche troppo ma solo per i cazzi suoi e di quelli che l’hanno portata fino a Roma.

* * *

Quanto alla signora Elsa Fornero, già vicepresidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa San Paolo, membro del Consiglio direttivo della Società Italiana degli Economisti (2005-07), membro del Comitato Scientifico di Confindustria (2005-06), membro della commissione di esperti valutatori presso la Banca Mondiale (2003-04), membro della Commissione Ministeriale di esperti per la verifica previdenziale (2001), componente del Comitato scientifico della società per lo sviluppo del Mercato dei Fondi Pensione (Mefop), e chissà cos’altro, si sarebbe commossa ieri in conferenza stampa proprio mentre illustrava l’azzeramento dell’adeguamento delle pensioni all’inflazione. Questo ci raccontano i giornalisti Rai che andranno in pensione con almeno 7mila euro al mese.
Il pianto della signora Fornero era chiaramente isterico, dovuto a stress; farebbe bene a prendere una pastiglietta prima delle conferenze stampa. Anzi, no, va bene così. Però oltre ai fazzolettini porti al seguito le cifre, se non le ricorda a memoria. Così prima di parlare di contributi potrà dirci che la metà dei pensionati (il 46,5%, 7,7 milioni di persone) riceve meno di 1000 euro al mese: le pensioni medie tra 500 euro e meno di 1000 euro sono di 729 euro e riguardano 4,3 milioni di pensionati, cioè 31,3% e un 14,7% (3,2 milioni) non raggiunge neanche la soglia di 500 euro. In cifre assolute il 23,3% dei pensionati, cioè quasi un quarto, riceve un assegno inferiore a 499,99 euro, per un reddito medio mensile di 347 euro. Quindi ci faccia conoscere i dati sui trattamenti pensionistici di docenti universitari, professionisti e commercianti, manager pubblici e privati, giornalisti e rotti in culo, funzionari di polizia e ufficiali delle forze armate, prefetti e ambasciatori, personale dello spettacolo, nonché politici di tutte le risme. E ci racconti, per favore, soprattutto quanto hanno versato per godere di quei trattamenti.

8 commenti:

  1. Alla triade Draghi, Prodi, Monti aggiungerei anche Giuliano Amato; defilato quanto basta par candidarsi, al momento opportuno, alla successione di Re Giorgio. Dopo quasi vent'anni di Totonno 'o pazzo, per riprendere una sua intuizione , è venuto il momento delle vere teste di legno del potere finanziario mondiale. Qualificate e con uso forbito di lingua inglese.
    Piove, ma buona giornata ugualmente. Conscrit.

    RispondiElimina
  2. Io sento sempre più puzza d'incenso...

    RispondiElimina
  3. E'una melma senza fine e senza traccia di vergogna.
    La Fornero ha pianto per lo scampato pericolo, lei è fuori dalla riforma lacrime e sangue... Forse voleva solo aprire le danze al pianto per i soliti "privilegiati", a cui toccherà risanare quanto gli stessi politici hanno creato in questo ventennio. I ricchi sono bravi nel recitare la parte dei disperati, tanto gli idioti che ci credono non mancano. Su internet fra un pò per lei reclameranno l'immediata santità!

    RispondiElimina
  4. Sì, nel senso che prevedo il ritorno ad una politica stile DC :)

    RispondiElimina
  5. Civil Servant (ex anonimo)5 dicembre 2011 alle ore 18:01

    Ma ragazzi, non stiamo parlando dell'evento natalizio clou: lo sciopero di due ore dei sindacati gialli CISL e UIL.

    E del comunicato stalinista (non so come altrimenti definirlo) della Camusso, che bastona quanti nella confederazione vorrebbero uno sciopero vero contro i cannibali al potere.

    RispondiElimina
  6. eh eh lo sciopero subito dopo la pausa caffé, ne scriverò

    RispondiElimina