lunedì 19 dicembre 2011

Draghetti e sciacalletti



Scalfari continua a essere ottimista, e c'è il sospetto che i suoi editoriali siano letti anche in Cina. Quello di ieri titolava: Comincia dopodomani la manovra del dragone. Infatti, con un giorno d’anticipo, si è mossa l’agenzia di rating cinese Dagong Global Credit Rating, la quale annuncia di aver rivisto al ribasso il merito di credito dell’Italia: da A- a BBB, per giunta con outlook negativo. Esattamente nel dicembre 2009 la Grecia aveva un rating addirittura più favorevole, seppur di poco: BBB+. Insomma, spazzatura.

È vero che molto probabilmente nei prossimi giorni i rendimenti dei titoli di Stato scenderanno grazie alla decisione della Bce di inondare le banche centrali dei rispettivi paesi con prestiti per cifre illimitate della durata di 36 mesi, ma è anche pacifico che ciò aggraverà nel medio lungo periodo la situazione. Si tratta di denaro che servirà prevalentemente alla speculazione. È quanto è già successo negli Usa.

Intanto il governo si appresta ad abrogare di fatto l’art. 18. Per creare occupazione è necessario licenziare chi ha già un posto di lavoro, liberarsi dei rompicoglioni, degli iscritti alla Fiom, o semplicemente degli elementi più antipatici, quelli che parlano di diritti. Quindi si passerà alla “riforma” dell’assistenza sanitaria, ai ticket, al pagamento delle prestazioni in base al reddito di chi le tasse è costretto a pagarle tutte.  Del resto non si può mettere mano al finanziamento pubblico dei partiti chiamato rimborso elettorale e altre centinaia di voci di spesa demenziali presenti nei capitoli di bilancio, come i programmi folli di nuovi armamenti.

E vangano pure le liberalizzazioni annunciate dal clero di esperti e che già da vent’anni ci portano maggior concorrenza, più basse tariffe ed efficienza nei servizi. Ho scritto fin dal primo giorno che questo governo sarebbe stato il suicidio politico del Pd, e non si dovrà attendere molto, nonostante l’incessante e strisciante propaganda, per vedere nei sondaggi il partito di Bersani non oltre il 25%. Un mese fa, nel pieno della baldoria per i nuovi salvatori della patria scrivevo:

Quando milioni di persone piangeranno lacrime amare pensando a quanto male è stato fatto loro dai maggiorenti del potere, i quali si preparano a reiterare e rilanciare in nome del bene comune e dell’equità sociale, allora l’uomo più vituperato del paese non sarà più Berlusconi, cioè fino a ieri il massimo responsabile politico del disastro. Non dico che sarà necessariamente Mario Monti a sostituirlo anche in questo, poiché potrebbero essere anche quegli uomini straordinari (spesso farabutti ordinari) che sostengono il governo convintamente per far salvo il prestigio nazionale e il ruolo dell’Italia nella UE.


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