lunedì 14 novembre 2011

L'arte dei beccai


Mentre tutta l’attenzione dei media è dedicata a questioni di scarsissimo rilievo, sarebbe invece interessante capire cosa c’è di concreto nella lettera dell’11 novembre inviata dal ministro dell’economia, Giulio Tremonti, al commissario europeo per gli affari economici e monetari, Olli Rehn, in risposta al questionario con 39 domande di chiarimenti in merito alla lettera di Berlusconi del 4 novembre sulle misure economiche che l’Italia avrebbe adottato, così come poi come sono state approvate sabato 12 novembre con la legge di Stabilità (il testo si può trovare qui). Ora Olli Rehn la lettera l’ha ricevuta e la sta “studiando”. Chiaro che non basterà.

Sul documento di risposta è inutile cercare ragguagli dal sito del ministero, lì si può scaricare solo la lettera di trasmissione del documento e null’altro. Infatti l’agenzia Reuter scrive: La lettera, scritta in inglese, datata 11 novembre e pubblicata sul sito del Ministero dell'Economia, non rende note le risposte alle domande, ma vi fa riferimento rimandando evidentemente a un documento specifico ulteriore con le risposte al questionario, ora a disposizione del Commissario Rehn.

Invece i lettori di questo blog possono scaricare da questo sito le risposte alle domande che l’agenzia Reuter non è riuscita a trovare nel sito del ministero. Il documento di Tremonti rinvia agli allegati ulteriori specifiche sui tagli per il 2012-2014. Purtroppo nel documento scaricabile (36 pagine) mancano i 19 allegati, i quali specificano alcune cose della massima importanza.

Se mancano gli allegati, c’è tutto però in un documento (pdf) della Corte dei conti dell’11 ottobre scorso. Ma prima leggiamo cosa dice Tremonti all’Europa:

Per quanto riguarda la tassazione del lavoro e sul reddito delle persone fisiche (Irpef), in particolare, la legge delega per la Riforma fiscale e assistenziale prevede: tre aliquote legali (20%, 30% e 40%) al posto delle attuali cinque aliquote (23%, 27%, 38%, 41% e 43%). Al fine di assicurare la quantità di risorse necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di bilancio previsto con la clausola di salvaguardia, se la riforma fiscale non sarà adottata entro il 30 settembre 2012 o non producesse gli effetti di bilancio previsti, si attuerà un taglio orizzontale (pari al 5% per il 2012 e il 20% dal 2013 in poi) delle esenzioni, esclusioni e regimi fiscali preferenziali.

Nel citato documento della Corte dei conti dell’11 ottobre scorso, tra l’altro si legge:
L’Italia si colloca al primo posto nel prelievo gravante (implicit tax rate) sui redditi da lavoro (con il 42,6 per cento quasi sette punti oltre la media europea); al primo posto in quello sui redditi d’impresa (35,2 per cento, quasi tre volte il livello dell’Irlanda e, comunque, ben oltre il 50 per cento della media UE); al ventiquattresimo posto (con il 16, 3 per cento) nel prelievo sui consumi, ossia 2,5 punti in meno rispetto alla Unione Europea. E, infine, al nono posto quanto a quota di gettito complessivo derivante dalla tassazione patrimoniale (6,7 per cento, con una flessione di quasi un terzo rispetto alla metà degli anni novanta).

Quindi di quali tagli parla Tremonti richiamando esenzioni, esclusioni e regimi fiscali preferenziali? Bisogna tener presente che le somme non sono modeste: 4 miliardi dal 2012, 16 dal 2013 e 20 dal 2014 (DL 138/2011) e che per tagli alle esenzioni, esclusioni e regimi fiscali preferenziali si tratta essenzialmente e prevalentemente di tagli relativi ai regimi fiscali preferenziali dei lavoratori e pensionati. Infatti colpiscono:

- detrazioni per il lavoro dipendente;
- la tassazione separata del TFR;
- le detrazioni per carichi di famiglia;
- le aliquote agevolate dell’Iva, che riflettono precise scelte di equità sociale;
- il ridimensionamento dell’entità del c.d. cuneo fiscale (è così che si vogliono aiutare le piccole imprese in difficoltà?).

Il documento della corte dei conti, in particolare rileva, che “simulazioni relative all’Irpef - il segmento impositivo su cui si concentrano quasi i due terzi delle norme agevolative – evidenziano gli inevitabili effetti regressivi, che si concentrerebbero soprattutto su coloro che già pagano l’imposta (con un 80 per cento composto da lavoratori dipendenti e da pensionati) e, più specificamente, sui contribuenti che si collocano nelle classi di reddito meno elevate. Per essere chiari:

L’aumento di prelievo risulterebbe, per l’insieme dei contribuenti, relativamente contenuto (dal 18,7 per cento al 19,8 per cento), ma la distribuzione sarebbe molto differenziata: la penalizzazione sarebbe via via decrescente al crescere del reddito, passando dai 2,5 punti per un reddito di 12 mila euro lordi ai 3 decimi di punto oltre i 200 mila euro. Come a dire che i ricchi non pagherebbero un cazzo e chi lavora o ha una pensione bassa (ben sotto i 1.000 euro lordi mensili) pagherebbe il peso di gran parte gettito previsto!

Per non parlare poi dei provvedimenti legislativi relativi al cd federalismo fiscale, i quali vanno a colpire con l’addizionale Irpef proprio gli stessi soggetti di cui sopra (ma interessa qualcuno?). Alle pensioni forse dedicherò un post con tabella.

PS: Vi sembra che il quotidiano la Repubblica, tanto per citare, nell'articolo relativo al documento di Tremonti e parlando della manovra Irpef dica qualcosa di tutto questo, cioè tengano conto dei rilievi mossi dalla Corte dei Conti? Non possono farlo, tengono famiglia!

2 commenti:

  1. Ma ora c'è SuperMarioBros... quello che si è fatto riprendere all'uscita dalla Chiesa, dopo avere seguito la messa domenicale, con la moglie che cammina a un passo dietro di lui. Quello che ha studiato dai gesuiti e dipendente delle grandi banche, quello che sceglierà i ministri fra gli zombie, ad immagine e somiglianza di Dio Padre.
    Quello a cui chiedono di mettere fra i ministri anche una donna, facendogli accapponare la pelle. Quello che, all'ombra del Vaticano, preleverà dai soliti noti e qualche spicciolo dai noti, visto mai dovessero tornare in carica, votati dalle solite pecore?! C'è sempre in agguato la famosa riserva per il Governo di cambiare i patti Lateranensi, è dura la vita anche per sua santità.
    Buona Giornata

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