mercoledì 16 novembre 2011

Il direttorio



In Italia il capo dello stato viene eletto da un parlamento di nomina politica, nel senso che i parlamentari che lo eleggono non sono eletti nominativamente dal popolo, ma vengono scelti dalle segreterie dei partiti. Il capo dello stato a sua volta nomina il capo del potere esecutivo senza che questi sia stato eletto da chicchessia. Il presidente del consiglio, come vuole la costituzione, sceglie i propri ministri, ma tra questi può non esseverne uno che sia stato eletto, sia pure nella forma della nomina politica, tra gli oltre 900 deputati e senatori.

Il fatto ancora più singolare è che, a volte, il nuovo capo del governo è designato dal presidente della repubblica prima ancora che il precedente governo si presenti dimissionario. Se non è così nella forma, è vero però nella sostanza. Il nuovo capo dell’esecutivo e il suo governo si presentano in parlamento per avere la fiducia, ma nel caso fosse respinto con voto contrario esso rimarrebbe in carica e si troverebbe a gestire le più che probabili elezioni politiche avendo ai proprie ordini, tra l’altro, i ministeri dell’interno e della difesa, ovvero le forze di polizia e le prefetture, così come le forze armate. Tale governo potrebbe adottare provvedimenti provvisori con forza di legge.

La sovranità appartiene al popolo, dice l’articolo primo della costituzione, però può esercitarla nelle forme e nei limiti della Costituzione. Cioè nelle forme e nei limiti concretamente sopra descritti. Strana democrazia, vero?

2 commenti:

  1. Sì, è strana. Ma - solo per restare strettamente in tema - il "peccato" primo è dato da questa porcaccia legge elettorale. Da esso conseguono, a ruota, tutte le altre cose.

    A parte.
    Per quel che vale il mio parere: io sono per il ripristino delle preferenze e per la legge proporzionale, ma se resta il maggioritario mi sembra necessario accorciare la durata della legislatura.

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  2. Strana, stranissima. Ma, come dicono i cinici, non è stata realizzata ancora una società meno peggiore.

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