venerdì 7 ottobre 2011

Come sardine nell'olio


Sembra proprio che il governo Berlusconi questa volta conti le settimane, al massimo il tempo di farci andare di traverso il classico panettone. Come dicono quelli che parlano bene, sarà questione d’igiene pubblica. Cosa cambierà? Per quelli che lavorano e pagano sempre e comunque si annunceranno le grandi pulizie ma, come al solito, la scopa nuova dovrà solo fingere di ramazzare meglio. Per la natura stessa di questo sistema nessun mutamento è possibile senza un cambiamento di base. Al massimo certe porcherie non si vedranno più, perché resteranno semplicemente nascoste meglio. L’impostura e la corruzione dell’uno vale quella dell’altro.

Non si fermerà certamente e anzi accelererà la svendita ai privati del patrimonio pubblico. Abili a impastare paure, con la scusa del risanamento dei conti pubblici e con il fatto che il nostro portafoglio è in mano loro (altro che democrazia) si prenderanno quello che vogliono, quindi snoccioleranno ulteriormente le condizioni di vita e di lavoro nostre. Anche dal punto di vista del più frusto riformismo, l’Italia, che già soffre l’aggravante vaticana, non potrà mai avere una politica economica se non piegata ai grandi interessi dell’universo mercantile, né alcun esecutivo o parlamento potrà prendere decisioni e fare progetti senza tener conto di questo fatto.

Sul lato politico istituzionale, cioè parlamentare e governativo, per quel che importa, non mancheranno le sorprese e, per taluni, le solite deluse rassegnazioni. Che si vada o no a elezioni la situazione resterà caotica. Il cosiddetto centrosinistra non potrà fare da solo. Mettere d’accordo il vaniloquio vendoliano, il populismo dipietrista e la teppa pannelliana non sarà impresa da poco. Ma anche all’interno del Pd ci sono troppe prime donne e cattolici di obbedienza vaticana. Il rischio è l’implosione. Il centrodestra infine avrà la meglio. Magari con l’appoggio diretto o esterno dello stesso Berlusconi. Do ut des, così come divide et impera, dovrebbero essere incisi nello stemma della repubblica. E che la sovranità appartiene al popolo è la più grande ipocrisia che si possa scrivere in una costituzione al fine di onorare gli schiavi e rassicurare i padroni.

4 commenti:

  1. Già, è proprio così! Requiem per una Repubblica mai esistita, se non nella mente di pochissimi Uomini che speravano di realizzarla.
    Buona Giornata

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  2. buona giornata a te

    il termine "popolo" è così indeterminato che può significare tutto e nulla. in una società divisa in classi tutti fanno parte del popolo, le operaie di baretta e lo stakanovista di arcore

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  3. E Sinistra Critica? il PCL?, insomma, tutta la sinistra extraparlamentare, potrebbe iniziare a intrufolarsi nei giochi parlamentari, e cominciare a dire la sua, e non certo per il popolo, ma per le classi subalterne di questo paese?
    Grazie e buon lavoro.

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  4. caro amico/a, non voglio disconoscere i valore della lotta politica di quelle formazioni, ma è proprio l'intrufolarsi nei giochi parlamentari che lo ritengo esercizio assai sterile e perfino controproducente



    http://diciottobrumaio.blogspot.com/2011/10/la-confortevole-prigione.html

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    ciao e grazie

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