domenica 21 agosto 2011

L'intelligenza della borghesia

Il capitalismo una volta di più mostra i propri irredimibili limiti storici proprio laddove l'ideologia d'accompagno s'illude ad oltranza di vedervi marcati dei punti di forza: nella riproduzione della forza-lavoro e nella gestione della disoccupazione entro parametri funzionali all'accumulazione. Nel passato prossimo la borghesia si mostrava disponibile a concessioni purché esse servissero a mantenere immutati i rapporti di classe, con i padroni a dominare e gli schiavi ad obbedire. A tale scopo era disposta a cedere allo Stato quote anche rilevanti di plusvalore in funzione anticiclica salvo poi recuperare con gli interessi nei momenti d'espansione.

Ora non è più così, la grande borghesia vuol portare, approfittando della crisi, la sua lotta alle condizioni di vita e di sfruttamento dei salariati alle sue estreme conseguenze. Che si tratti di un gioco pericoloso se ne rende conto anche il plurimiliardario (in euro) Eugenio Scalfari, il quale nel suo editoriale di oggi si chiede se l'"Intelligenza" (con la maiuscola: noblesse oblige!) della borghesia non si sia per caso "addormentata". Lo fa dopo aver chiesto a sua volta ulteriori e più drastiche misure contro i lavoratori e le loro future (?) pensioni.

 

1 commento:

  1. Condivido pienamente.
    Il capitalismo (moderno) ha come suo sport principale l'affamare e uccidere le galline che danno a lui le uova.
    Per questo è destinato, prima o prima, a implodere.

    Un caro saluto

    RispondiElimina